Siti italiani...bersagliati

Nei giorni scorsi e' stata data notizia di numerosi attacchi informatici ai danni di siti italiani. Le aggressioni del tipo '' defacement'', che consistono nella modifica dell'home page del sito, hanno colpito istituzioni, come il Ministero dell'Industria, siti di aziende ed il famoso HTML.it dedicato alle risorse Web.

In alcuni casi i cracker si sono limitati a sostituire le pagine web con uno sfondo bianco dove campeggiava la scritta: "Scaccomatto C0BR4S... Pimpshiz Vive!" ("Checkmate C0BR4S... Pimpshiz Lives!").

Queste aggressioni, anche se non sono finalizzate alla distruzione o alla sottrazione di dati, possono provocare, oltre alle conseguenze economiche causate dal disservizio, anche danni non immediatamente percepibili alle aziende che le subiscono, primo tra tutti la perdita di credibilita' e di immagine.


Se, invece, gli attacchi determinano il furto o la distruzione di informazioni, l'azienda puo' correre il rischio di perdita di competitivita', soprattutto se le informazioni sottratte riguardano segreti industriali. Possono, poi, intervenire responsabilita' penali nel caso in cui i dati trattati e non adeguatamente protetti siano ''sensibili''.

Negli Stati Uniti, dove la percentuale degli utenti Internet sfiora il 25% (contro il 5% dell'Italia), nel solo mese di aprile 2001 sono stati ''sferrati'' 3 mila attacchi ''defacement'' e nel corso del 2000 sono stati segnalati al Cert, organizzazione che aiuta le aziende colpite, oltre 21700 ''aggressioni''.

La sicurezza dei sistemi informatici spesso sottovalutata dalle imprese italiane, data la progressiva diffusione di Internet e l'avanzare delle tecnologie, deve assumere un peso sempre maggiore nell'organizzazione delle imprese.