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Se un back-up dei dati non basta...
Da un'indagine condotta dalla società americana Gartner Group emerge che dopo l'11 settembre le grandi organizzazioni statunitensi hanno modificato il budget, destinando maggiori risorse a due particolari aspetti della sicurezza informatica, precisamente alle strategie di ''disaster recovery'' e ''business continuity''.
Questi termini tecnici sono utilizzati per indicare rispettivamente il ripristino dei sistemi informatici e l'uso di soluzioni che permettono a una società di restare operativa dopo che è stata colpita da un evento che lede le infrastrutture hi-tech, quale ad esempio una catastrofe naturale, un attacco terroristico o un attacco di hacker.
Cresce la consapevolezza che la sopravvivenza di una azienda a tali eventi dipende dai piani di Business continuity. I danni subiti comprendono infatti anche effetti collaterali, quale ad esempio un impatto negativo sull'immagine dell'azienda; secondo una recente stima l'interruzione del servizio per una banca o un istituto finanziario costa tra i 60 e i 250mila dollari al minuto.
L'indagine del Gartner Group stimano che, dopo l'11 settembre, le modifiche al budget destinato al 'disaster recovery'' e alla 'business continuity' sono nell'ordine del 20%-30%.
In media negli Stati Uniti a questi settori della sicurezza viene riservata una quota del 2% sul totale delle risorse investite nell'Information technology; percentuale che sale all'8% per le societa' del settore finanziario, nelle quali sono previsti tempi di ripristino inferiore alle 24 ore.
L'interesse nei confronti di queste strategie di sicurezza informatica e' attestato inoltre dalla crescente partecipazione delle aziende a convegni tecnici ad essi dedicati.
Negli Usa l'attenzione ai piani di business continuitymedie si sta facendo largo anche nelle piccole e medie aziende.
Gartner stima che nel 2005 oltre il 70% delle grandi aziende Usa investirà nella business continuity, contro l'attuale 25 per cento.
Tra le soluzioni adottate dalle aziende per salvaguardare l'integrita' dei dati e garantire l'operativita' in caso di ''disastro'' vi e' il ricorso a soluzioni di Storage area networks (San), dove i dati aziendali vengono custoditi in data center e server farm, anche geograficamente distanti tra loro e collegati da reti a banda larga.
Queste soluzioni nel 51% dei casi sono utilizzate per il back-up, nel 30% per salvare documenti digitali dei pc client collegati alla rete aziendale e nel 17% per il disaster recovery a distanza.
Questi termini tecnici sono utilizzati per indicare rispettivamente il ripristino dei sistemi informatici e l'uso di soluzioni che permettono a una società di restare operativa dopo che è stata colpita da un evento che lede le infrastrutture hi-tech, quale ad esempio una catastrofe naturale, un attacco terroristico o un attacco di hacker.
Cresce la consapevolezza che la sopravvivenza di una azienda a tali eventi dipende dai piani di Business continuity. I danni subiti comprendono infatti anche effetti collaterali, quale ad esempio un impatto negativo sull'immagine dell'azienda; secondo una recente stima l'interruzione del servizio per una banca o un istituto finanziario costa tra i 60 e i 250mila dollari al minuto.
L'indagine del Gartner Group stimano che, dopo l'11 settembre, le modifiche al budget destinato al 'disaster recovery'' e alla 'business continuity' sono nell'ordine del 20%-30%.
In media negli Stati Uniti a questi settori della sicurezza viene riservata una quota del 2% sul totale delle risorse investite nell'Information technology; percentuale che sale all'8% per le societa' del settore finanziario, nelle quali sono previsti tempi di ripristino inferiore alle 24 ore.
L'interesse nei confronti di queste strategie di sicurezza informatica e' attestato inoltre dalla crescente partecipazione delle aziende a convegni tecnici ad essi dedicati.
Negli Usa l'attenzione ai piani di business continuitymedie si sta facendo largo anche nelle piccole e medie aziende.
Gartner stima che nel 2005 oltre il 70% delle grandi aziende Usa investirà nella business continuity, contro l'attuale 25 per cento.
Tra le soluzioni adottate dalle aziende per salvaguardare l'integrita' dei dati e garantire l'operativita' in caso di ''disastro'' vi e' il ricorso a soluzioni di Storage area networks (San), dove i dati aziendali vengono custoditi in data center e server farm, anche geograficamente distanti tra loro e collegati da reti a banda larga.
Queste soluzioni nel 51% dei casi sono utilizzate per il back-up, nel 30% per salvare documenti digitali dei pc client collegati alla rete aziendale e nel 17% per il disaster recovery a distanza.
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