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Rapporto FBI: attacchi informatici in aumento e denunce in diminuzione
Le aggressioni informatiche sono in continuo aumento, ma le aziende spesso non sanno come affrontarle e, per tutelare la riservatezza della vulnerabilità dei propri sistemi, preferisce non denunciare i fatti alle autorità competenti.
Questo è quanto emerso dall'edizione 2002 del rapporto annuale elaborato dal Csi (Computer security institute) di San Francisco e dalla squadra anticrimini informatici dell'Fbi.
Lo studio, che ha coinvolto circa 3500 professionisti della sicurezza attraverso un questionario anonimo, ha evidenziato che circa il 60% degli interpellati ha rilevato utilizzi non autorizzati dei propri sistemi, mentre circa il 90% ha riscontrato virus e furti di computer portatili.
La maggior parte delle agenzie governative statunitensi ha subito diversi attacchi, ma ha preferito non rivolgersi alla polizia informatica; mentre degli incidenti denunciati circa il 42% è imputabile a tentativi di intrusione e di appropriazione di informazioni da parte di dipendenti interni.
Il 78% degli interpellati ha, inoltre, riscontrato un uso distorto dell'accesso a Internet da parte dei dipendenti.
Il 40% degli attacchi rilevati proviene dall'esterno ed è riconducibile a cracker che cercano di ottenere dati aziendali sfruttando la vulnerabilità dei sistemi e la comunicazione via Internet.
Anche gli ex dipendenti licenziati e le società concorrenti sono risultate responsabili di attacchi rispettivamente nel 75% e nel 38% dei casi denunciati.
Questo è quanto emerso dall'edizione 2002 del rapporto annuale elaborato dal Csi (Computer security institute) di San Francisco e dalla squadra anticrimini informatici dell'Fbi.
Lo studio, che ha coinvolto circa 3500 professionisti della sicurezza attraverso un questionario anonimo, ha evidenziato che circa il 60% degli interpellati ha rilevato utilizzi non autorizzati dei propri sistemi, mentre circa il 90% ha riscontrato virus e furti di computer portatili.
La maggior parte delle agenzie governative statunitensi ha subito diversi attacchi, ma ha preferito non rivolgersi alla polizia informatica; mentre degli incidenti denunciati circa il 42% è imputabile a tentativi di intrusione e di appropriazione di informazioni da parte di dipendenti interni.
Il 78% degli interpellati ha, inoltre, riscontrato un uso distorto dell'accesso a Internet da parte dei dipendenti.
Il 40% degli attacchi rilevati proviene dall'esterno ed è riconducibile a cracker che cercano di ottenere dati aziendali sfruttando la vulnerabilità dei sistemi e la comunicazione via Internet.
Anche gli ex dipendenti licenziati e le società concorrenti sono risultate responsabili di attacchi rispettivamente nel 75% e nel 38% dei casi denunciati.
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