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Pirateria informatica: l'Italia ai vertici della classifica europea
L'ultimo studio presentato dalla BSA (Business Software Alliance) mostra quanto l'uso illecito di prodotti informatici sia diffuso nelle aziende dell'Europa occidentale.
La ricerca, condotta su un campione di circa duemila piccole e medie imprese, ha dimostrato un certo disinteresse da parte degli amministratori di sistema e responsabili aziendali IT nei confronti della pirateria informatica e della gestione dei software utilizzati all'interno dell'azienda.
"Ai sensi della normativa vigente la responsabilità ricade sul titolare dell'azienda o sul legale rappresentante" ha sottolineato il vicepresidente di BSA Europa che ritiene l'acquisizione di una maggior consapevolezza in tal senso fondamentale, per limitare i danni connessi alla pirateria informatica.
In Italia, invece, le aziende sono a conoscenza della legge vigente e delle pesanti sanzioni previste per le imprese che utilizzano software senza licenza, ma, come ha specificato P. Ardemagni presidente di BSA Italia, vi è una maggiore propensione ad aggirare la legge.
Dallo studio condotto è infatti emerso che il 63% delle imprese interpellate considera la pirateria un reato, ma lo ritiene meno grave della frode fiscale o della mancata osservanza della normativa in materia di sicurezza sul lavoro.
E' significativo sottolineare che la legge italiana sul diritto d'autore prevede per le aziende, che utilizzano software senza licenza, sanzioni variabili tra il doppio del prezzo di listino dei programmi utilizzati in modo irregolare, fino ai tre anni di carcere dei casi più gravi.
La ricerca, condotta su un campione di circa duemila piccole e medie imprese, ha dimostrato un certo disinteresse da parte degli amministratori di sistema e responsabili aziendali IT nei confronti della pirateria informatica e della gestione dei software utilizzati all'interno dell'azienda.
"Ai sensi della normativa vigente la responsabilità ricade sul titolare dell'azienda o sul legale rappresentante" ha sottolineato il vicepresidente di BSA Europa che ritiene l'acquisizione di una maggior consapevolezza in tal senso fondamentale, per limitare i danni connessi alla pirateria informatica.
In Italia, invece, le aziende sono a conoscenza della legge vigente e delle pesanti sanzioni previste per le imprese che utilizzano software senza licenza, ma, come ha specificato P. Ardemagni presidente di BSA Italia, vi è una maggiore propensione ad aggirare la legge.
Dallo studio condotto è infatti emerso che il 63% delle imprese interpellate considera la pirateria un reato, ma lo ritiene meno grave della frode fiscale o della mancata osservanza della normativa in materia di sicurezza sul lavoro.
E' significativo sottolineare che la legge italiana sul diritto d'autore prevede per le aziende, che utilizzano software senza licenza, sanzioni variabili tra il doppio del prezzo di listino dei programmi utilizzati in modo irregolare, fino ai tre anni di carcere dei casi più gravi.
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