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Cosa sappiamo su ChatGPT?

Cosa sappiamo su ChatGPT?
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Sicurezza informatica

10/03/2023

Questo applicativo negli ultimi tempi ha occupato grandi spazi sui mezzi di comunicazione di massa e tecnici. Vediamo di saperne di più.

Dal punto di vista tecnico, questo applicativo viene definito come uno Chat bot, vale a dire un software progettato per simulare una conversazione con un essere umano. L’essere umano pone una domanda e l’applicativo, utilizzando potenti strumenti di intelligenza artificiale, articola una risposta. La corretta decodifica dell’acronimo è la seguente: ChatGPT - Chat Generative Pre-trained Transformer.

 

Notevole rilevanza ha ottenuto, in particolare, il fatto che l’utilizzo di questo applicativo, nel rispondere a quesiti posti durante un esame di ammissione universitario, negli Stati Uniti, ha dato risultati oltremodo favorevoli.

 

Molte aziende hanno cominciato ad utilizzarlo per rispondere a quesiti che vengono posti da soggetti terzi, che chiamano ad esempio un numero verde per ottenere informazioni approfondite su qualche argomento, legato ad esempio ai prodotti o i servizi dell’azienda.

 

Si tratta quindi di un applicativo di intelligenza artificiale, che almeno per oggi, può essere utilizzato gratuitamente. Era sufficiente registrarsi sul sito ufficiale, per cominciare ad utilizzarlo. L’estrema popolarità, acquisita da questo applicativo negli ultimi tempi, oggi rende assai difficile il collegamento al sito ufficiale.


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L’applicativo funziona in varie lingue e quindi risponde nella stessa lingua, nella quale viene posta la domanda. La domanda può essere di qualsivoglia natura e la risposta giunge in un tempo brevissimo. Si può anche dare indicazioni circa la lunghezza della risposta. Appare evidente che l’utilizzo di questo applicativo, in ambito scolastico, permetterebbe ad esempio ad un allievo di avere a disposizione in pochi minuti un tema svolto in maniera sufficientemente articolata.

 

Chi scrive ha preso contatto con alcuni colleghi, che operano in campi specializzati, per conoscere le loro valutazioni sul comportamento di questo applicativo.

 

Ad esempio, è stato chiesto all’applicativo una valutazione di un pranzo in uno dei più prestigiosi ristoranti italiani, ubicato in Modena. La risposta è giunta in un brevissimo tempo, ma è stata di una banalità sconcertante. L’applicativo ha dichiarato che in questo ristorante si mangiava molto bene, con dei prodotti ben cucinati e che il servizio offerto dal personale era soddisfacente. Nessuna valutazione è stata fatta su specifiche portate o su valutazioni specifiche di gusto. Una recensione di questo genere sarebbe stata da buttare subito nel cestino.

 

Parimenti, un altro collega ha chiesto l’applicativo di valutare le esperienze di guida con una nuova autovettura. La valutazione, elaborata dall’applicativo, ha dichiarato che la vettura si comportava bene, frenava con dolcezza, accelerava in maniera vivace e le sospensioni erano soddisfacenti. Per approfondire l’esperimento, è stato chiesta all’applicativo una valutazione delle esperienze di guida di tre diverse autovetture, completamente diverse fra di loro; la valutazione delle tre autovetture era molto simile, utilizzando espressioni e parole pressoché uniformi.

 

Poiché, nell’attività professionale, chi scrive sviluppa con frequenza analisi di rischio, afferenti ad insediamenti del terziario, produttivi o di altra natura, ho provato a porre dei quesiti, chiedendo ad esempio di effettuare l’analisi di rischio di un insediamento produttivo, offrendo qualche indicazione sulla tipologia specifica di insediamento e di rischio.

 

La risposta è stata di una banalità sconcertante. Poiché l’applicativo è interattivo, chi lo utilizza può, dopo aver ricevuto una risposta, mettere in evidenza alcuni aspetti, che richiedono un approfondimento, oppure mettere in evidenza alcune risposte o valutazioni errate. L’applicativo prende buona nota di queste osservazioni e rielabora il documento, che rimane comunque assai poco presentabile. È ben vero che questi applicativi di intelligenza artificiale migliorano in continuazione ed il frequente utilizzo da parte degli utilizzatori, che avanzano osservazioni critiche, può indurre l’applicativo a dare risposte più incisive e pertinenti. Ad oggi, tuttavia, le risposte elaborate, almeno nel settore specifico della sicurezza anticrimine di specifici insediamenti, sono ben lungi dall’essere soddisfacenti.

 

Ciò non toglie che chi scrive abbia assunto la decisione, in futuri capitolati di gara, di inserire la specifica afferente al fatto che i testi elaborati dai partecipanti alla gara non potranno in alcun modo recepire porzioni sviluppate da questo applicativo. Anche se all’inizio ci si dovrà affidare al senso di responsabilità dell’offerente, è probabile che, con il passare del tempo, sarà possibile porre domande specifiche e vedere se il testo elaborato dall’offerente ha fatto riferimento o meno ai suggerimenti dell’applicativo di intelligenza artificiale.

 

Per quanto riguarda l’utilizzo in sede scolastica, non ho alcun dubbio che questo strumento sia estremamente utile, per lo studente che non ha voglia di lavorare, e che deve solo scrivere un paio di pagine di testo, in corretta lingua italiana, senza dire sciocchezze ma senza certamente analizzare in modo incisivo temi specifici. Ecco perché in alcune scuole degli Stati Uniti ne è proibito l’utilizzo.

 

Adalberto Biasiotti





I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.

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Rispondi Autore: Vale - likes: 0
10/03/2023 (10:49:31)
La mia esperienza è stata differente e più articolata:
- per quanto riguarda la chimica, prende delle cantonate mostruose.
- nel caso di problemi di logica matematica, anche molto complessi, li risolve quasi sempre correttamente.
- per la valutazione dei rischi, l'ho messo alla prova chiedendo quali sono i rischi di una attività di termoidraulica e la risposta è stata soddisfacente
- per questioni complesse e arzigogolate se la cava bene perché capisce il senso della domanda. Se la domanda è volutamente poco chiara o assurda chiede chiarimenti.
- Spesso si inventa le cose e qui bisogna stare attenti a non prendere per oro colato quello che dice.
Non sono d'accordo che sia utile per lo studente che non ha voglia di lavorare. Può essere invece uno strumento di confronto e di approfondimento. In fin dei conti alla nostra epoca copiavamo i pezzi di ricerca sull'enciclopedia, ora li copiano da internet, un domani dalla chatbot.

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