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Bombe...in Internet
Una indagine avviata dopo l'11 settembre a Catania ha portato al sequestro di 10 siti web italiani che fornivano indicazioni per reperire il materiale necessario alla fabbricazione di ordigni esplosivi e davano ''consigli'' per la loro collocazione al fine di ottenere effetti devastanti.
Sedici sono le persone denunciate, sei delle quali minorenni.
Nel corso dell'Operazione, denominata ''Anarkism'' dal nome di uno di questi siti, sono state svolte perquisizioni in numerose citta' Italiane, in particolare a Milano, Cagliari, Firenze, Caserta, Perugina, Salerno, Massa Carrara, Taranto e Pavia. Cospicuo il materiale informatico sequestrato.
Le indagini, svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, hanno richiesto la collaborazione di provider, fornitori di servizi Internet e degli operatori di telefonia nazionale.
Fondamentale per le indagini e' stata l'analisi dei file di log, cioe' i file registrati automaticamente dai server dei provider ogni volta che un utente visita un sito o si collega a Internet.
Gli investigatori infatti, analizzando centinaia di migliaia di file di log, hanno scovato importanti indizi, quale ad esempio l'individuazione del punto telefonico dal quale venivano effettuati gli aggiornamenti dei siti ''incriminati''.
Le perquisizioni hanno portato anche al sequestro di materiale pornografico e pedofilo sul quale e' stata aperta un'altra inchiesta dalla procura di Catania.
Sedici sono le persone denunciate, sei delle quali minorenni.
Nel corso dell'Operazione, denominata ''Anarkism'' dal nome di uno di questi siti, sono state svolte perquisizioni in numerose citta' Italiane, in particolare a Milano, Cagliari, Firenze, Caserta, Perugina, Salerno, Massa Carrara, Taranto e Pavia. Cospicuo il materiale informatico sequestrato.
Le indagini, svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, hanno richiesto la collaborazione di provider, fornitori di servizi Internet e degli operatori di telefonia nazionale.
Fondamentale per le indagini e' stata l'analisi dei file di log, cioe' i file registrati automaticamente dai server dei provider ogni volta che un utente visita un sito o si collega a Internet.
Gli investigatori infatti, analizzando centinaia di migliaia di file di log, hanno scovato importanti indizi, quale ad esempio l'individuazione del punto telefonico dal quale venivano effettuati gli aggiornamenti dei siti ''incriminati''.
Le perquisizioni hanno portato anche al sequestro di materiale pornografico e pedofilo sul quale e' stata aperta un'altra inchiesta dalla procura di Catania.
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