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Ricerca europea sulla farmacoresistenza
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Il massiccio ricorso agli antibiotici, soprattutto negli ospedali, accelera mutazioni batteriche che inducono farmacoresistenza. Un fenomeno analogo si osserva nei virus a seguito dell’utilizzo intensivo di farmaci antivirali. La crescente farmacoresistenza dei virus rende sempre più difficile il trattamento di malattie quali l’epatite B e C.
I farmaci utilizzati per il trattamento di queste patologie rischiano di divenire inefficaci e si rischiano nuove pandemie dalle conseguenze imprevedibili.
L’epatite virale è responsabile di epatopatie croniche, tra cui la cirrosi e il cancro del fegato. Nonostante l’esistenza di un vaccino sicuro ed efficace per l’epatite B, nel mondo oltre 350 milioni di persone hanno ormai contratto un’infezione cronica da tale virus. Non esistono invece vaccini per l’epatite C, di cui è portatore oltre l’1% degli europei. L’uso clinico massiccio dei pochi farmaci disponibili ha reso resistenti alcuni virus, per cui tali medicinali non sono più efficaci. Le prime epidemie di nuovi ceppi influenzali infettano il 5-15% della popolazione mondiale, provocando fino a 500.000 decessi.
L’Unione europea ha pertanto stanziato 9 milioni di euro a favore del progetto VIRGIL (“Vigilance against Viral Resistance”), inizialmente incentrato sulla lotta contro la farmacoresistenza nell’epatite virale e nell’influenza e successivamente esteso ad altri virus.
I progetto è articolato in diverse aree di ricerca al fine di monitorare il fenomeno della farmacoresistenza e ad anticiparne gli sviluppi.
“Il progetto VIRGIL va ad integrare i 30 milioni di euro investiti dall'UE negli ultimi due anni a favore della ricerca sulla resistenza ai farmaci antimicrobici, - ha dichiarato il commissario europeo per la ricerca Philippe Busquin - per dare una soluzione a questo problema sempre più preoccupante."
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Il massiccio ricorso agli antibiotici, soprattutto negli ospedali, accelera mutazioni batteriche che inducono farmacoresistenza. Un fenomeno analogo si osserva nei virus a seguito dell’utilizzo intensivo di farmaci antivirali. La crescente farmacoresistenza dei virus rende sempre più difficile il trattamento di malattie quali l’epatite B e C.
I farmaci utilizzati per il trattamento di queste patologie rischiano di divenire inefficaci e si rischiano nuove pandemie dalle conseguenze imprevedibili.
L’epatite virale è responsabile di epatopatie croniche, tra cui la cirrosi e il cancro del fegato. Nonostante l’esistenza di un vaccino sicuro ed efficace per l’epatite B, nel mondo oltre 350 milioni di persone hanno ormai contratto un’infezione cronica da tale virus. Non esistono invece vaccini per l’epatite C, di cui è portatore oltre l’1% degli europei. L’uso clinico massiccio dei pochi farmaci disponibili ha reso resistenti alcuni virus, per cui tali medicinali non sono più efficaci. Le prime epidemie di nuovi ceppi influenzali infettano il 5-15% della popolazione mondiale, provocando fino a 500.000 decessi.
L’Unione europea ha pertanto stanziato 9 milioni di euro a favore del progetto VIRGIL (“Vigilance against Viral Resistance”), inizialmente incentrato sulla lotta contro la farmacoresistenza nell’epatite virale e nell’influenza e successivamente esteso ad altri virus.
I progetto è articolato in diverse aree di ricerca al fine di monitorare il fenomeno della farmacoresistenza e ad anticiparne gli sviluppi.
“Il progetto VIRGIL va ad integrare i 30 milioni di euro investiti dall'UE negli ultimi due anni a favore della ricerca sulla resistenza ai farmaci antimicrobici, - ha dichiarato il commissario europeo per la ricerca Philippe Busquin - per dare una soluzione a questo problema sempre più preoccupante."
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