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Infortuni domestici in crescita
Gli infortuni domestici sono in continua crescita, e non solo tra le casalinghe; dal 1988 al 2000 il numero di persone infortunate in casa è passato da 2.103.000 a 3.480.000 (di cui 2.504.000 donne).
I dati sono emersi durante un recente convegno organizzato dal Cnel in collaborazione con l’Ispesl, non solo un’occasione per presentare le cause più frequenti degli infortuni domestici, ma anche per mettere in luce la necessità di interventi finalizzati alla riduzione del fenomeno.
A causare l’infortunio domestico è, più spesso, la struttura architettonica dell’abitazione, responsabile nel 37,4% dei casi: in particolare, le scale nel 14,4%, i pavimenti nel 13,2%, i mobili nel 9,8%.
Tra le altre cause, i coltelli sono colpevoli del 10,9% degli incidenti, i piccoli elettrodomestici del 5,1%, i forni o fornelli del 5%, gli attrezzi da lavoro del 5,3%.
Se si considerano le conseguenze traumatiche provocate dall’infortunio domestico, la più frequente è la ferita (37,7%), seguita dall’ustione (20,6%) e da altri tipi di lesione (21,3%), come lussazioni, contusioni, escoriazioni ed ematomi.
Il maggior numero di incidenti si riscontra in abitazioni di medie dimensioni e interessa più spesso gli anziani e in particolare i soggetti già affetti da altre patologie; ma la categoria di persone più esposta è rappresentata dalle donne, non solo casalinghe.
Le donne sono la quasi totalità di soggetti infortunati per colpa di pentole (91%) e forni, fornelli o piccoli elettrodomestici (89%), mentre l’uso di attrezzature da lavoro o elettriche colpisce più frequentemente gli uomini (rispettivamente 79% e 52%).
La maggioranza degli incidenti (80%) richiede un solo intervento assistenziale, prestato nel 63% dei casi da familiari, mentre il 20% degli infortunati si è rivolto al pronto soccorso e il 14% al medico.
Gli infortuni domestici sono un fenomeno di grande rilevanza socio-economica.
“La conoscenza e la sensibilità intorno a questo importante fenomeno - ha affermato il presidente della Commissione politiche del lavoro e politiche sociali del Cnel, Melino Pillitteri - sono ancora limitate. […]
Per prevenirlo occorre puntare su formazione e informazione: manca infatti quel rapporto diretto tra lavoratore e azienda che caratterizza invece la prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro.
Il Cnel […] ritiene urgente sviluppare iniziative concerete anche attraverso la predisposizione di un eventuale documento di osservazioni e proposte da sottoporre alle istituzioni interessate alla materia”.
Tra le proposte già avanzate dall’Ispesl, la previsione di sgravi fiscali per chi intenda migliorare le condizioni di sicurezza all’interno della propria abitazione (rilevatori gas, phon fisso a parete…), che contribuirebbero a ridurre in misura rilevante gli infortuni mortali.
I dati sono emersi durante un recente convegno organizzato dal Cnel in collaborazione con l’Ispesl, non solo un’occasione per presentare le cause più frequenti degli infortuni domestici, ma anche per mettere in luce la necessità di interventi finalizzati alla riduzione del fenomeno.
A causare l’infortunio domestico è, più spesso, la struttura architettonica dell’abitazione, responsabile nel 37,4% dei casi: in particolare, le scale nel 14,4%, i pavimenti nel 13,2%, i mobili nel 9,8%.
Tra le altre cause, i coltelli sono colpevoli del 10,9% degli incidenti, i piccoli elettrodomestici del 5,1%, i forni o fornelli del 5%, gli attrezzi da lavoro del 5,3%.
Se si considerano le conseguenze traumatiche provocate dall’infortunio domestico, la più frequente è la ferita (37,7%), seguita dall’ustione (20,6%) e da altri tipi di lesione (21,3%), come lussazioni, contusioni, escoriazioni ed ematomi.
Il maggior numero di incidenti si riscontra in abitazioni di medie dimensioni e interessa più spesso gli anziani e in particolare i soggetti già affetti da altre patologie; ma la categoria di persone più esposta è rappresentata dalle donne, non solo casalinghe.
Le donne sono la quasi totalità di soggetti infortunati per colpa di pentole (91%) e forni, fornelli o piccoli elettrodomestici (89%), mentre l’uso di attrezzature da lavoro o elettriche colpisce più frequentemente gli uomini (rispettivamente 79% e 52%).
La maggioranza degli incidenti (80%) richiede un solo intervento assistenziale, prestato nel 63% dei casi da familiari, mentre il 20% degli infortunati si è rivolto al pronto soccorso e il 14% al medico.
Gli infortuni domestici sono un fenomeno di grande rilevanza socio-economica.
“La conoscenza e la sensibilità intorno a questo importante fenomeno - ha affermato il presidente della Commissione politiche del lavoro e politiche sociali del Cnel, Melino Pillitteri - sono ancora limitate. […]
Per prevenirlo occorre puntare su formazione e informazione: manca infatti quel rapporto diretto tra lavoratore e azienda che caratterizza invece la prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro.
Il Cnel […] ritiene urgente sviluppare iniziative concerete anche attraverso la predisposizione di un eventuale documento di osservazioni e proposte da sottoporre alle istituzioni interessate alla materia”.
Tra le proposte già avanzate dall’Ispesl, la previsione di sgravi fiscali per chi intenda migliorare le condizioni di sicurezza all’interno della propria abitazione (rilevatori gas, phon fisso a parete…), che contribuirebbero a ridurre in misura rilevante gli infortuni mortali.
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