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In piscina in sicurezza
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Con l’arrivo della bella stagione saranno sempre più numerosi i bambini e gli adulti che affolleranno piscine e parchi acquatici; luoghi di sport e divertimento, non privi tuttavia di pericoli.
Per fare conoscere ad un vasto pubblico i requisiti di sicurezza di tali impianti e quali comportamenti siano in grado di prevenire gli infortuni, l’Osservatorio Epidemiologico Nazionale sulla Salute e la Sicurezza negli Ambienti di Vita ha realizzato una pubblicazione, ora disponibile on line.
La pubblicazione illustra i rischiper la salute legati alle attività che si svolgono in piscina, primo tra tutti l’annegamento.
Di ogni tipo di rischio sono indicate le possibili cause.
L’annegamento, ad esempio, può essere causato anche da tuffi imprevisti, che possono mandare il corpo sott’acqua o forzare l’immissione di acqua attraverso il naso e la bocca.
Tra i rischi dovuti agli effetti dell’acqua, segnaliamo che loshock termico dovuto a immersione in acqua, senza acclimatamento preventivo, può causare un arresto cardiaco.
Tra i rischicorrelati a sostanze chimiche disciolte in acqua, si segnala cherespirare piccole quantità di cloro dalla superficie dell’acqua, ripetutamente e per lunghi periodi di tempo, come accade ai nuotatori agonisti, può avere effetti irritanti sull’apparato respiratorio.
Particolare attenzione è dedicata alla prevenzione degli infortuni dei più piccoli, raccomandando in primo luogo la sorveglianza.
“Un bambino [...]può affogarein un lasso di tempo brevissimo e in una quantità d’acqua relativamente piccola. I bambini annegano soprattutto perché li si lasciasenza sorveglianza, quindi devono essere tenuti sott’occhio, quando giocano nell’acqua o a bordo piscina.”
“Negli Stati Uniti - si legge nell’opuscolo - i casi di annegamento dei bambini più piccoli avvengono in piscine, di solito situate nel cortile di casa della vittima.
In circa due terzi di questi casi, i bambini erano sorvegliati da uno o entrambi i genitori al momento dell’evento e l’adulto non si era reso conto che il bambino era nei pressi della piscina o vi era entrato.
Gli studi indicano che il 50-80% di tali annegamenti sono prevenibili circondando la piscina, su tutti i 4 lati, con unarecinzionealta 1,2 metri emunita di cancello con chiusura automatica, che isoli la piscina dalla casa e dal cortile (barriere isolanti), così da evitare che i bambini circolino intorno all’area della piscina. [...]
Alcuni hanno consigliato che i bambini piccoli e i lattanti prendano lezioni di nuoto allo scopo di migliorare la sopravvivenza dopo l’immersione. Tuttavia l’efficacia delle lezioni a questa età non è mai stata dimostrata in modo convincente e la sicurezza di tale misura è stata messa in discussione sulla base di casi di intossicazione da acqua.”
Cosa fare se si verifica un annegamento?
Una sezione della pubblicazione è destinata al pronto soccorso nel caso di annegamento, che richiede un intervento tempestivo.
La pubblicazione sottolinea l’importanza della conoscenza da parte di un vasto pubblico delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare.
“In caso di annegamento, l’esecuzione immediata della rianimazione cardiopolmonare (RCP), nei bambini con soffocamento da immersione – si legge - , è stata associata a un miglioramento della prognosi; si ritiene, pertanto, che insegnando la RCP ai proprietari di piscine, ai genitori e a coloro che si occupano dei bambini si potrebbe ridurre la probabilità di annegamento o di deficit neurologici dopo l’immersione.”
Tuttavia è bene non improvvisare; se non si conoscono le manovre di rianimazione è bene limitarsi a chiamare al più presto il soccorso specializzato (118).
La pubblicazione si conclude con tre documenti destinati, in particolare, ai gestori degli impianti:
-La valutazione dell’esposizione a cloroformio nelle piscine coperte
e il monitoraggio biologico degli esposti–
- Impianti elettrici nelle piscine
-Accordo 16 gennaio 2003. “Accordo tra ministero della salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sugli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio”.
Con l’arrivo della bella stagione saranno sempre più numerosi i bambini e gli adulti che affolleranno piscine e parchi acquatici; luoghi di sport e divertimento, non privi tuttavia di pericoli.
Per fare conoscere ad un vasto pubblico i requisiti di sicurezza di tali impianti e quali comportamenti siano in grado di prevenire gli infortuni, l’Osservatorio Epidemiologico Nazionale sulla Salute e la Sicurezza negli Ambienti di Vita ha realizzato una pubblicazione, ora disponibile on line.
La pubblicazione illustra i rischiper la salute legati alle attività che si svolgono in piscina, primo tra tutti l’annegamento.
Di ogni tipo di rischio sono indicate le possibili cause.
L’annegamento, ad esempio, può essere causato anche da tuffi imprevisti, che possono mandare il corpo sott’acqua o forzare l’immissione di acqua attraverso il naso e la bocca.
Tra i rischi dovuti agli effetti dell’acqua, segnaliamo che loshock termico dovuto a immersione in acqua, senza acclimatamento preventivo, può causare un arresto cardiaco.
Tra i rischicorrelati a sostanze chimiche disciolte in acqua, si segnala cherespirare piccole quantità di cloro dalla superficie dell’acqua, ripetutamente e per lunghi periodi di tempo, come accade ai nuotatori agonisti, può avere effetti irritanti sull’apparato respiratorio.
Particolare attenzione è dedicata alla prevenzione degli infortuni dei più piccoli, raccomandando in primo luogo la sorveglianza.
“Un bambino [...]può affogarein un lasso di tempo brevissimo e in una quantità d’acqua relativamente piccola. I bambini annegano soprattutto perché li si lasciasenza sorveglianza, quindi devono essere tenuti sott’occhio, quando giocano nell’acqua o a bordo piscina.”
“Negli Stati Uniti - si legge nell’opuscolo - i casi di annegamento dei bambini più piccoli avvengono in piscine, di solito situate nel cortile di casa della vittima.
In circa due terzi di questi casi, i bambini erano sorvegliati da uno o entrambi i genitori al momento dell’evento e l’adulto non si era reso conto che il bambino era nei pressi della piscina o vi era entrato.
Gli studi indicano che il 50-80% di tali annegamenti sono prevenibili circondando la piscina, su tutti i 4 lati, con unarecinzionealta 1,2 metri emunita di cancello con chiusura automatica, che isoli la piscina dalla casa e dal cortile (barriere isolanti), così da evitare che i bambini circolino intorno all’area della piscina. [...]
Alcuni hanno consigliato che i bambini piccoli e i lattanti prendano lezioni di nuoto allo scopo di migliorare la sopravvivenza dopo l’immersione. Tuttavia l’efficacia delle lezioni a questa età non è mai stata dimostrata in modo convincente e la sicurezza di tale misura è stata messa in discussione sulla base di casi di intossicazione da acqua.”
Cosa fare se si verifica un annegamento?
Una sezione della pubblicazione è destinata al pronto soccorso nel caso di annegamento, che richiede un intervento tempestivo.
La pubblicazione sottolinea l’importanza della conoscenza da parte di un vasto pubblico delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare.
“In caso di annegamento, l’esecuzione immediata della rianimazione cardiopolmonare (RCP), nei bambini con soffocamento da immersione – si legge - , è stata associata a un miglioramento della prognosi; si ritiene, pertanto, che insegnando la RCP ai proprietari di piscine, ai genitori e a coloro che si occupano dei bambini si potrebbe ridurre la probabilità di annegamento o di deficit neurologici dopo l’immersione.”
Tuttavia è bene non improvvisare; se non si conoscono le manovre di rianimazione è bene limitarsi a chiamare al più presto il soccorso specializzato (118).
La pubblicazione si conclude con tre documenti destinati, in particolare, ai gestori degli impianti:
-La valutazione dell’esposizione a cloroformio nelle piscine coperte
e il monitoraggio biologico degli esposti–
- Impianti elettrici nelle piscine
-Accordo 16 gennaio 2003. “Accordo tra ministero della salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sugli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio”.
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