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Un osservatorio per cibi “taroccati”

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Il fenomeno delle falsificazioni dei prodotti alimentari italiani crea danni rilevanti per lo sviluppo dell’economia del nostro Paese, inoltre ha conseguenze anche in termini di sicurezza alimentare.
Dal rapporto “Le falsificazioni alimentari del made in Italy sui mercati nazionali e internazionali”, predisposto dall’Osservatorio socio-economico sulla criminalità istituito presso il Cnel (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro), emerge che in Italia e all’estero è rilevante il fenomeno dei "falsi alimenti made in Italy"; prodotti alimentari e vini che utilizzano indebitamente la fama di cibo e bevande italiani, sfruttandone sembianze e denominazioni che li associno a marchi e località del nostro Paese.

Nell’attività di controllo svolta in Italia tra il 2000 e il 2002, l’Ispettorato centrale repressione frodi ha effettuato 2.400 verifiche sui produttori di formaggi eseguendo sequestri per 129.000 kg e un valore di 1,8 milioni di euro, mentre sui vini di qualità le ispezioni sono state 12.500 e oltre 3 milioni gli ettolitri ritirati, pari a 3,5 milioni di euro.
La Guardia di finanza ha proceduto a sequestrare oltre 55.500 ettolitri di vini che si apprestavano ad essere imbottigliati. I controlli dei Carabinieri dei Nas hanno portato al sequestro di 1,8 kg di formaggio (per 17,6 milioni di euro) e 4.800 ettolitri di vini (per 1,1 milioni di euro).

A fronte di questa situazione il Cnel ha sollecitato una serie di iniziative per valorizzare e tutelare maggiormente i prodotti italiani.
Il Cnel ritiene necessario un coordinamento tra i soggetti attualmente già impegnati nella valorizzazione di questo patrimonio, ai quali devono essere attribuiti compiti più specifici di tutela dei prodotti tipici.
Inoltre suggerisce la costituzione di un osservatorio permanente che rilevi in modo sistematico eventuali casi di produzione o commercializzazione di alimenti e bevande che si appropriano indebitamente di un’identità e origine italiana e che elabori un rapporto periodico sulla tipologia dei prodotti ingannevoli diffusi come made in Italy.
Tra le priorità individuate dal Cnel vi è anche quella di promuovere un’attività diplomatica per definire accordi ad hoc con i Paesi extracomunitari e una più completa informazione sulle peculiarità dei prodotti tipici.
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