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Carrelli trasportatori: analisi dei rischi e misure di prevenzione

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: SGSL, MOG, dlgs 231/01

19/10/2010

Usare in sicurezza i carrelli elevatori: le misure di prevenzione conseguenti ad un’idonea analisi dei rischi. Gli interventi possibili in relazione all’ambiente di lavoro, ai mezzi di trasporto, all’organizzazione lavorativa e alla formazione.

 
Per favorire la prevenzione degli incidenti nell’uso di carrelli elevatori, nei giorni scorsi PuntoSicuro ha iniziato l’approfondimento di un documento che – benché pubblicato prima dell’entrata in vigore del Decreto legislativo 81/2008 - contiene utili suggerimenti per l’uso in sicurezza dei carrelli e per un’idonea valutazione dei rischi.
 
Stiamo parlando del documento “Linee Guida per la gestione del rischio da carrelli trasportatori”, pubblicato dall’ Azienda Sanitaria n. 5 Ovest Vicentino e prodotto dal locale Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza Ambiente Lavoro.
 
Nell’articolo precedente abbiamo affrontato i vari passi proposti per la valutazione dei rischi relativi all’uso del carrelli trasportatori: dall’analisi dei luoghi, a quella dei mezzi, degli accessori, dei carichi e dell’organizzazione lavorativa.
 
Completate queste rilevazioni/valutazioni è ora il momento di affrontare la “definizione di tutti gli interventi che sono necessari per conseguire l'obiettivo di predisporre un adeguato Sistema di Gestione del Rischio connesso all'uso dei carrelli trasportatori”.
Le analisi  che avremo già eseguito sui vari aspetti del rischio ci permetteranno di “definire la priorità degli interventi sulla base dell'entità del rischio: i rischi maggiori richiedono gli interventi più urgenti”.
 

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Le misure di prevenzione da mettere in atto dovranno riguardare quattro ambiti generali:
- “la struttura degli ambienti di lavoro;
- i mezzi di trasporto ed i relativi accessori;
- l'organizzazione del lavoro: modalità operative e tipologie dei carichi;
- la formazione e l'addestramento di tutti gli esposti: i conducenti e gli altri lavoratori a terra sia interni che esterni all'azienda”.
 
In tutti gli ambiti “bisognerà decidere cosa fare e quando farlo in modo da eliminare o ridurre l'entità del rischio, affrontando con priorità le misure strutturali, ma comunque attivando tempestivamente anche gli interventi relativi all'Organizzazione del lavoro ed alla Formazione e Addestramento”.
 
La struttura degli ambienti di lavoro.
Dopo la fase di analisi dei luoghi dovremmo avere, per esempio, “una pianta dell'azienda con la descrizione abbastanza precisa di tutti i percorsi dei carrelli, delle zone adibite a carico/scarico, delle zone in cui i carrelli possono incontrare dei pedoni, della velocità dei mezzi nei diversi tratti, delle caratteristiche della pavimentazione, della presenza di pedoni, ecc.”.
Quindi non dovrebbe risultare difficile “decidere quali sono gli interventi che si ritiene debbano essere fatti sulle strutture per prevenire i pericoli”.
A titolo di esempio, vediamo alcuni possibili interventi di prevenzione:
- “migliorare l'illuminazione di determinati punti;
- rifacimento di tratti di pavimentazione;
- delimitazione delle corsie preferenziali da destinare al transito prioritario dei carrelli;
- delimitazione delle corsie preferenziali da destinare al transito prioritario per pedoni;
- affissione di idonea segnaletica”.
 
I mezzi di trasporto ed i relativi accessori
Quanto indicato sull’analisi dei mezzi e degli accessori offre chiare indicazioni sulle misure di prevenzione da mettere in atto. In particolare “l'implementazione di controlli periodici (giornalieri e semestrali) affidati rispettivamente ai Conducenti e a Tecnici Esperti interni o esterni all'azienda dovrebbe assicurare un adeguato controllo permanente dell'efficienza dei mezzi e degli accessori”.
Tuttavia come per tutti i Sistemi Organizzati è necessario  “incaricare qualcuno (Capo Reparto, Capo Squadra) della responsabilità di controllare e magari registrare che tutto avvenga come previsto, ma soprattutto che i conducenti eseguano le verifiche giornaliere segnalando le eventuali anomalie, in quanto è presumibile che la ditta esterna si ricorderà di tornare per eseguire i controlli periodici”.
Senza dimenticare che “non sembra essere determinante per la sicurezza la quantità di segnali luminosi ed acustici di sicurezza di cui viene dotato il carrello”. Non c’è espediente che “può sostituire l’utilità e l’efficacia in termini preventivi di un operatore ben addestrato e di un pedone ben istruito e consapevole del traffico veicolare da carrelli presente nell’azienda in cui si trova”.
 
L'organizzazione del lavoro: modalità operative e tipologie dei carichi
Una efficace Organizzazione del Lavoro presuppone che siano formalizzate le procedure a cui il datore di lavoro ritiene debbano attenersi tutti i lavoratori e che siano trasferite ai lavoratori con mezzi opportuni: “Ordini di Servizio, Istruzioni Operative affisse, incontri di Formazione, Addestramento tecnico-pratico”, senza dimenticare gli incarichi per il controllo del rispetto delle procedure.
Le procedure dovranno essere destinate a:
- “conducenti e altri lavoratori direttamente coinvolti nei trasporti interni: riguarderanno i comportamenti da tenere durante la guida e l'assistenza. Inoltre si indicheranno “le caratteristiche minime per la sicurezza”, i limiti massimi di velocità consentita nelle diverse aree”. È importante “vietare a tutti i Conducenti di transitare a distanza inferiore ad un metro da pedoni senza essersi prima assicurati che questi abbiano visto il carrello in movimento”;
- “tutti gli altri lavoratori esposti ai rischi del transito dei carrelli, ma non direttamente coinvolti: dovranno contenere indicazioni chiare e semplici sui comportamenti da tenere in tutte le zone e le circostanze in cui sono esposti al rischi”.
Queste disposizioni dovranno essere supportate da corrispondente segnaletica affissa nei punti più significativi.
 
Per evitare il più possibile le possibilità di contatto tra pedoni e carrelli, è possibile:
-  “analizzare i flussi produttivi nell’azienda: se nell’attività lavorativa sono previste attività che comportano un contatto ravvicinato dei carrelli con altri lavoratori o con macchinari, rivalutare le modalità di lavoro e prevedere altre modalità lavorative che evitino il più possibile la possibilità di un contatto tra carrello e personale a terra;
- separare il più possibile i percorsi pedonali dalle zone di transito dei carrelli, delimitando specifiche aree pedonali dove è vietato l’accesso ai carrelli ed istruire i pedoni a non uscire per alcun motivo dai percorsi stabiliti”;
-  “si dovranno limitare al massimo le manovre in retromarcia”;
-  “informare e formare TUTTI i lavoratori dell’azienda (manovratori di carrelli e potenziali pedoni) in merito alle regole di sicurezza a cui attenersi durante la circolazione all’interno dell’azienda”.
 
La formazione e l'addestramento di tutti gli esposti
Dovranno essere coinvolti “tutti i Lavoratori che possono influenzare i rischi connessi all'uso dei carrelli”: “perciò anche i Dirigenti ed i Preposti (Capi Fabbrica, Capi Reparto ecc.)”. Infatti “le loro decisioni e comportamenti possono determinare la presenza o l'assenza di rischi” (ad esempio dal loro comportamento può dipendere la fretta con cui determinate operazioni vengono eseguite).
Il Datore di Lavoro “deve assicurarsi che nell'Azienda sia operativo un Programma di Formazione ed Addestramento per Conducenti di carrelli e deve assicurasi che sia consentita la conduzione dei carrelli solamente ai lavoratori che hanno completato questo programma”.
Nel documento, che vi invitiamo a visionare, è presente una scheda di approfondimento che contiene:
- obiettivi della formazione;
- struttura generale di un corso di formazione;
- esempio di contenuti di un programma di formazione per conduttori di carrelli;
- aggiornamento della formazione. 
 
Nel prossimo articolo relativo a questo documento approfondiremo le procedure per un uso corretto e sicuro dei carrelli trasportatori.
 
  
 
Azienda Sanitaria n. 5 Ovest Vicentino, “ Linee Guida per la gestione del rischio da carrelli trasportatori”, Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza Ambiente Lavoro, a cura di Adolfo Fiorio (Medico del Lavoro, Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'ULSS 5 Ovest Vicentino) e  Silvia Fiorio (Medico del Lavoro, Consulente di Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) (formato PDF, 144 kB).
 


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Rispondi Autore: Gianluca Gorlani - likes: 0
25/10/2010 (14:14:13)
Letto, interessante. Probabilmente useremo tali check-list come "controlli operativi" o, almeno, durante gli audit della sicurezza.

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