Stati Uniti: è stata veramente bloccata la vendita di alcune telecamere?
Il 25 novembre 2022 la Federal Communication Commission ha pubblicato un documento, nel quale si proibiva la vendita e l’uso, negli Stati Uniti, di apparecchiature di comunicazione e di video sorveglianza, che potevano presentare un rischio inaccettabile per la sicurezza nazionale.
Veniva così proibita la vendita e l’importazione di una serie di prodotti, tra cui si pongono in particolare evidenza gli apparati video prodotti da due giganti del settore, popolarissimi anche in Italia, Hikvision Digital Technology e Dahua Technology.
Potrebbe essere del tutto naturale che qualche acquirente od installatore italiano sia rimasto alquanto turbato da questa situazione, ritenendo che il blocco della vendita, imposto negli Stati Uniti, potesse comportare anche perplessità circa le possibilità di vendita, anche in Italia, di questi apparati.
In realtà, la situazione è alquanto diversa.
Nel 2021 l’amministrazione Biden ha firmato una legge, chiamata Secure Equipment Act.
Questa legge ha bloccato l’autorizzazione a rilasciare licenze di costruzione di reti e importazioni di apparecchiature, afferenti ad un certo numero di fabbricanti, soprattutto cinesi.
La legge non entrava in dettaglio su quali apparati e servizi non potessero essere importati, delegando alla Federal Communication Commission l’incarico di elaborare una cosiddetta “covered list” (in allegato).
In realtà, la FCC non impedisce la vendita di apparati di queste aziende, ma ne impedisce l’utilizzo in impianti che facciano riferimento alla sicurezza pubblica, alla sicurezza di insediamenti governativi, alla sorveglianza fisica di infrastrutture critiche ed altre finalità, connesse alla sicurezza nazionale.
Se queste aziende possono dimostrare che le loro apparecchiature non vengono utilizzate in contesti governativi, ma ad esempio presso aziende private o addirittura presso utenti privati, l’importazione e la vendita sono consentite.
Come si vede, c’è una bella differenza fra il bloccare integralmente la vendita di questi componenti ed il bloccarne la vendita solo in applicazioni particolari.
Tornando al contesto italiano, anche se non esistono blocchi di questo tipo, almeno per ora, potrebbe essere un atteggiamento prudenziale quello di una pubblica amministrazione, soprattutto se responsabile della gestione di infrastrutture critiche, come porti, aeroporti, autostrade, stazioni ferroviarie e simili, che possa escludere dal bando di gara la fornitura di questi componenti.
Ad avviso di chi scrive, la situazione però in Italia è ben diversa, perché senza una posizione ufficiale del nostro governo su questo argomento, le aziende che, in un bando pubblico, offrono queste apparecchiature e se le vedono rifiutate, potrebbero facilmente ricorrere al tribunale amministrativo regionale, in quanto il rifiuto di questi apparati potrebbe essere illegittimo.
Appare infatti evidente come non possa essere applicata in Italia una situazione, che vige solo nell’ambito degli Stati Uniti; se davvero esistono ragioni così gravi, che hanno indotto la Federal Communication Commission a bloccare la media di questi apparati, in questi specifici contesti progettuali, ci si augura che anche in Italia si voglia quanto prima assumere uno specifico atteggiamento in merito.
Covered list (formato PDF, 72 kB).
Adalberto Biasiotti
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Rispondi Autore: PRAGMASISTEMI.it - likes: 0 | 30/11/2022 (11:05:15) |
Chi è del mestiere sa che i due costruttori cinesi messi all'indice, forniscono i loro prodotti a tantissime altre aziende che si spacciano per produttori, ma facendo le pulci al firmware sia delle telecamere che dei videoregistratori, si scopre che semplicemente li rimarchiano. La criticità ritengo possa essere gestita semplicemente non collegando ad internet gli impianti, sacrificando però tantissime comodità nella gestione e nella manutenzione. |