Gasdotti e oleodotti richiedono speciale protezione
È stato recentemente pubblicato un documento, sviluppato dagli esperti del General accounting Office - GAO, indirizzato ai reparti interessati della TSA Transportation Security Adminstration e Homeland Security.
Era finito Questi due enti, negli Stati Uniti, hanno sviluppato delle linee di guida, afferenti alla sicurezza di queste infrastrutture, con adesione solo volontaria da parte dei soggetti coinvolti. Ricordo che in Italia ed in Europa, invece, ove esistessero tali linee guida, esse dovrebbero essere obbligatoriamente rispettate, proprio nel contesto di un programma di protezione di infrastrutture critiche, soprattutto europee.
Non v’è comunque dubbio circa il fatto che queste linee guida, aggiornate a marzo 2018, rispecchiano abbastanza fedelmente la evoluzione dei rischi e incorporano un gran numero di misure di sicurezza, in gran parte approvate dal National Institute of standards and technology - NIST. Ciò non toglie che questo documento possa essere comunque migliorato, secondo delle modalità che complessivamente sono valutabili in modo positivo.
Questo documento, chiamato pipeline security guidelines, fa presente che occorre avere a disposizione delle risorse appropriate, nell’ambito del gestore della infrastruttura critica, per essere certi che la situazione possa essere tenuta sotto controllo, senza ritardi, dovuti a insufficienza delle risorse umane.
Nel corso dell’analisi di questo documento è stato messo in evidenza che la metodologia per condurre l’analisi di rischio non è stata aggiornata dal 2014 e quindi oggi non è più in grado di prendere in considerazione le più recenti evoluzioni delle minacce a queste infrastrutture.
Ricordo ancora una volta che l’adozione della norma ISO 31000 rappresenta un prezioso strumento, in tutto il mondo, che permette di impostare, valutare e tenere aggiornata la analisi di rischio, applicabile alle infrastrutture in questione.
Ad esempio, uno strumento assolutamente fondamentale è una data base, costantemente aggiornato, che riporti le varie tipologie di attacco, dirette a queste infrastrutture critiche, in modo da avere a disposizione scenari aggiornati.
Sempre da ricondurre a una possibile insufficienza di risorse è la frequenza con cui vengono effettuati gli aggiornamenti dell’analisi di rischio e anche questo aspetto desta negli ispettori del GAO notevoli perplessità.
Questi problemi non sono evidentemente solo presenti nelle infrastrutture critiche degli Stati Uniti, ma anche in quelle italiane, come purtroppo più volte dimostrato dagli attacchi condotti contro gli oleodotti che alimentano le cisterne dell’aeroporto di Fiumicino.
In questi casi, il danno dovuto alla sottrazione di carburante rappresenta indubbiamente una voce minima, rispetto al danno potenziale, e talvolta effettivo, arrecato all’ambiente circostante, a seguito di perdite di carburante.
Adalberto Biasiotti
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