Attenzione alla sicurezza, ma anche all’igiene!
Chissà quante volte i nostri lettori hanno dovuto attraversare un varco di sicurezza, dove sono presenti apparati radiogeni e rivelatori di metalli ad arco. I rivelatori di metallo ad arco, come ben sappiamo, devono essere testati in modo accurato per essere certi che non arrechino problemi a protesi mediche, che il visitatore potrebbe indossare.
Per contro, fino a poco tempo fa, poca attenzione si era prestata al fatto che le vaschette, sulle quali il visitatore deposita i suoi oggetti personali, prima di attraversare l’apparato radiogeno, possono rappresentare un rischio non indifferente dal punto di vista dell’inquinamento batterico.
Il motivo per cui illustro questa situazione ai lettori discende dal fatto che in recenti capitolati sono stati inseriti varchi di controllo con apparati radiogeni, ma nessun riferimento è stato fatto a problemi di igiene, connessi appunto all’utilizzo delle vaschette degli apparati.
Se pensiamo che ogni giorno migliaia di passeggeri e visitatori attraversano controlli di sicurezza, depositando i propri oggetti personali in vaschette, che successivamente attraversano l’apparato radiogeno, ben si mette in evidenza la necessità di verificare che queste vaschette non possano essere portatrici di microrganismi, che possono diffondersi tra i passeggeri, i visitatori e il personale addetto.
Un recente studio ha messo in evidenza che nei soli Stati Uniti ogni anno vengono registrate più di 450.000 infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici, e ben 11.000 infezioni risultano fatali, soprattutto quando fanno riferimento a infezioni da stafilococco aureo.
È ben vero che in molti aeroporti, ma certamente ben pochi siti congressuali e siti archeologici, viene effettuata periodicamente la pulizia delle vaschette, ma l’esperienza pratica hanno dimostrato come le procedure di pulizia lascino molto a desiderare, e non vengano effettuate con la frequenza appropriata, rispetto al numero di visitatori in transito.
Un test condotto presso l’ aeroporto di Oslo ha messo in evidenza che queste vaschette possono essere infettate non solo dallo stafilococco aureo, ma anche dalla salmonella ed altri agenti ad elevato potere infettivo.
A questo punto vediamo come questo rischio può essere messo sotto controllo.
Innanzitutto occorre sistematicamente inserire nei capitolati per la fornitura di servizi di gestione di varchi di sicurezza, composti di apparati radiogeni e rivelatori di metalli, anche la prescrizione di effettuare periodiche pulizie delle vaschette. Le pulizie devono essere effettuate ad intervalli compatibili con il numero dei visitatori e purtroppo i dati, rilevati all’aeroporto di Oslo, hanno messo in evidenza come le pulizie dovrebbero essere fatte con un’elevata frequenza. In alternativa, dovrebbero essere disponibili numerose vaschette di riserva, già sterilizzate, che periodicamente sostituiscono quelle in uso, mentre quelle in uso vengono sterilizzate.
Ma recentemente è apparsa sul mercato una nuova soluzione, che ritengo possa essere di grande interesse per molti lettori.
Un fornitore specializzato ha messo a disposizione delle vaschette, che sono state realizzate con delle tecniche avanzate, in grado di sviluppare una attività di contrasto ai batteri pericolosi. Inoltre queste vaschette hanno alcuni accorgimenti interessanti, come ad esempio l’applicazione di due strisce di gomma sul fondo, che permettono ad una vaschetta di attraversare l’apparato radiogeno, trascinate dal nastro trasportatore, anche se vuote.
Sono sicuro che a molti lettori è capitato di vedere le vaschette che si impigliano all’ingresso dell’apparato radiogeno, perché scivolano sul nastro trasportatore.
Una particolare tecnica di produzione della vaschetta, realizzata con plastica sotto pressione, riduce la possibilità di irregolarità della superficie, nella quale possono trovare alloggiamento i microbi sopra menzionati.
Sulla superficie della vaschetta vengono applicate delle particolari sostanze antimicrobiche, che permettono di ridurre, nell’ambito di ventiquattr’ore di contatto con queste sostanze, sino al 99,99% i batteri infettivi.
Certe volte non basta fare attenzione alla sicurezza, ma bisogna fare attenzione anche all’igiene ed ecco perché ritengo che questa notizia possa essere di grande interesse per tutti coloro, cui viene affidata, nell’ambito di contratti di servizio, la responsabilità di realizzare varchi di controllo non solo ad alta sicurezza, ma anche ad alta igiene.
Adalberto Biasiotti
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Rispondi Autore: Paolo Marzollo - likes: 0 | 07/02/2018 (13:24:29) |
Il lavaggio delle mani rimane sempreil pilastro dell'igiene. Qualsiasi azione eseguita con le mani nude può essere causa di trasmissione attiva di infezioni. L'uso che si fa in determinati ambienti lavorativi di disinfettanti per il lavaggio delle mani è sicuramente positivo, ma potrebbe provocare lesioni trofiche o altro. Meglio i guanti? |