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Sintonia tra safety e security: l’illuminazione dell’ambiente di lavoro

Sintonia tra safety e security: l’illuminazione dell’ambiente di lavoro
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

09/06/2016

Una corretta illuminazione dell’ambiente di lavoro accresce in maniera significativa la capacità di attenzione e reazione dei soggetti che vi operano. Di Adalberto Biasiotti.

 
Il fatto che l' illuminazione ambientale rappresenti un aspetto significativo, nel determinare confortevoli condizioni di lavoro, non è certamente una novità per nessuno.
Tuttavia solo di recente uno studio, sviluppato nella Corea del sud, in ambito universitario, ha potuto dare una prova provata del fatto che una corretta illuminazione dell’ambiente di lavoro accresce in maniera significativa la capacità di attenzione e reazione dei soggetti che, che in tale ambiente operano.
Gli studiosi hanno allestito delle sale di prova, dove i gruppi di operatori si alternavano, operando per tempi più o meno lunghi in condizioni diverse di illuminazione ambiente.
Il parametro che veniva variato in modo più significativo non era tanto la intensità di illuminazione, quanto la temperatura di colore.
Gli scienziati hanno potuto dimostrare in modo scientificamente inoppugnabile, sulla base di test di reazione, di associazione e di cognizione, che gli operatori che lavoravano in ambienti in cui la temperatura di colore era più elevata, fino a raggiungere i 6500 gradi Kelvin, erogavano prestazioni lavorative nettamente superiore a quelle degli operatori che lavoravano in un ambiente in cui la temperatura di colore era sotto i 3500 gradi Kelvin.
 
 
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Quest’ultima temperatura è relativamente calda, mentre la temperatura prima indicata è assai più fredda.
 
I risultati sperimentali non hanno fatto altro che dare conferma di una formulazione scientifica, chiamata legge di Yerkes- Dodson. Questa legge è stata sviluppata più di un secolo fa da due psicologi ed essa postula che vi è una relazione curvilinea tra lo stress e la prestazione di una lavoratore. In altre parole, gli operatori tendono a comportarsi in maniera più efficiente ed efficace in condizioni di moderato stress, che vengono proprio indotte da una illuminazione ambiente con temperatura di colore basata sui 6500 gradi.
Quando la temperatura di colore scende a 3500 gradi, il degrado della prestazione degli operatori è evidente.
 
Le conseguenze che si possono trarre da queste rilevazioni oggettive sono estremamente interessanti, ad esempio per i professionisti della security che debbono progettare una sala operativa, in cui operano numerosi operatori, chiamati a reagire con efficienza ed efficacia a possibili allarmi in arrivo dall’esterno.
 
Un’altra interessante conseguenza nasce dal fatto che gli studiosi stanno adesso verificando se è possibile adattare la temperatura di colore degli schemi dei monitori oppure anche dei libri elettronici, in modo tale da raggiungere temperature di colore, che possano ottimizzare gli effetti di quanto appare sullo schermo, nei confronti della capacità di attenzione e reazione.
 
Gli studiosi sono certi che questi esiti sperimentali potranno essere di estremo interesse per progettare, nell’immediato futuro, ambienti operativi in cui le prestazioni degli operatori possano essere ottimizzate. Ciò vale per il caso già illustrato, ad esempio quello di una sala ricezione allarme, ma anche per altri contesti operativi, come ad esempio open space nei quali operano dipendenti, fortemente impegnati sul piano mentale.
 
 
Adalberto Biasiotti





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