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La protezione delle opere d’arte esposte al pubblico

La protezione delle opere d’arte esposte al pubblico
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

19/10/2022

Il godimento delle opere d’arte, esposte al pubblico in musei ed istituzioni culturali, deve essere messo a confronto con l’esigenza di proteggere le opere stesse. Il recente attacco al famoso quadro di Van Gogh, I Girasoli, ne è un esempio.

I responsabili delle istituzioni museali devono costantemente confrontarsi con le esigenze del pubblico, che vuole poter godere serenamente l’osservazione di un’opera d’arte, e la altrettanto essenziale esigenza di proteggere l’opera d’arte da possibili danneggiamenti, perlopiù di origine vandalica.

 

I giornali hanno dato ampio risalto al recente attacco che è stato portato da due fanciulle, di estrazione ambientalistica, che hanno voluto imbrattare questo quadro, perché contrarie all’utilizzo di olio di girasoli!


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In particolare, queste due estremiste hanno lanciato sul quadro il contenuto di scatole, contenenti zuppa di pomodoro, e successivamente hanno sparso sulle proprie mani della colla, del tipo a presa istantanea, appoggiando le mani sulla parete e attendendo l’arrivo del personale addetto alla sicurezza.

 

Fortunatamente, nessun danno specifico ha subito l’opera d’arte, che, dopo una rapida operazione di pulizia, è stata nuovamente esposta al pubblico.

 

La ragione per cui questo attacco non ha portato alcun danno specifico all’opera d’arte è legata alla presenza di una lastra protettiva trasparente, finalizzata proprio a prevenire attacchi per imbrattamento.

 

L’applicazione di una lastra trasparente protettiva rappresenta indubbiamente una soluzione efficiente ed efficace, ma presenta anche delle controindicazioni, che i responsabili della sicurezza museali devono ben tenere presenti.

 

Il diverso indice di riflessione della lastra di vetro, rispetto alla superficie vera e propria del quadro, fa sì che le sorgenti che illuminano il quadro debbano essere posizionate con estrema accuratezza, in modo da evitare che possano crearsi riflessi, che impediscano un corretto godimento del quadro, da parte dei visitatori.

 

Questo è motivo per cui la protezione con lastra trasparente, seppur attraente, è difficilmente applicabile su scala generalizzata, proprio perché spesso ciò comporterebbe una riprogettazione completa della natura, della disposizione e dell’intensità dei corpi illuminanti.

 

Un’altra soluzione, che viene spesso adottata, è leggermente più invasiva, ma di più semplice attuazione.

 

Si installa una lastra di vetro stratificato antisfondamento, opportunamente distanziata dalla superficie del quadro (basta qualche millimetro) e la lastra viene fissata con apposite strutture meccaniche sulla parete, sulla quale è stato fissato il quadro.

 

Questa soluzione è indubbiamente più invasiva, in quanto è ben visibile il file perché fortunatamente sono davanti al computer a tutti i visitatori, ma è di più semplice installazione e, in caso di necessità, di più semplice rimozione.

 

Ancora una volta, questo attacco vandalico mette in evidenza come la protezione del patrimonio culturale sia spesso una arte essa stessa!

 

Adalberto Biasiotti




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