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Sicurezza e salute sul lavoro: le competenze dello Stato e delle Regioni
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Le competenze di Stato e Regioni in materia di sicurezza sul lavoro sono state al centro della 5° Convention dei RSPP e ASPP delle aziende associate ad Assolombarda, nel corso della quale è intervenuto anche il ministro del Lavoro Roberto Maroni.
Il dibattito ha affrontato il tema della nuova suddivisione dei poteri legislativi fra Stato e Regioni, derivanti dalla modifica del Titolo V° della Costituzione, con particolare attenzione alle competenze in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
“Produrre in modo sicuro non è solo un obbligo imposto dall’alto, ma rappresenta il normale svolgimento dell’attività imprenditoriale”, ha dichiarato il Presidente di Assolombarda Michele Perini, “per questo noi imprenditori da sempre rivendichiamo in materia di sicurezza sul lavoro una maggiore chiarezza delle norme e un freno all’eccesso di produzione legislativa, perché, quanto più le norme sono numerose e stratificate, tanto più è difficile sapere se si sta applicando la disposizione esatta.
A questo proposito si inserisce la questione delle “Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione” che nella sua attuale formulazione sembra attribuire alle Regioni il presidio della tematica di salute e sicurezza sul lavoro. Ma, proprio perché connessa alla determinazione di prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”, ha aggiunto Perini, “la potestà legislativa su questa tematica non può che essere di competenza esclusiva dello Stato. Gli obblighi di salute e sicurezza sul lavoro, in quanto inseriti nell’ambito del sistema della responsabilità penale, rientrano a pieno titolo nell’ordinamento civile e penale applicabile su tutto il territorio nazionale.
Se non fosse così, potremmo ritrovarci con disparità in relazione a leggi che devono riguardare la tutela dei lavoratori ovunque. In questa logica, dunque, alle Regioni non può che competere una potestà concorrente per le azioni di “prevenzione e promozione” strettamente intese: di assistenza e consulenza, di informazione e di orientamento. C’è necessità di far chiarezza in questo senso e al più presto”, ha concluso Perini, “perché i segnali che stanno arrivando sono preoccupanti per l’incertezza che si crea”.
La Convention, che ha riunito oltre 300 tra RSPP e ASPP, ha voluto promuovere il confronto delle esperienze maturate nelle attività lavorative, partendo dalla presentazione di casi concreti e individuando le aree di miglioramento.
L’incontro ha voluto inoltre essere occasione per valutare l’impatto delle innovazioni legislative sull’evoluzione del Servizio di Prevenzione e Protezione per aiutare le imprese ad adeguarsi al cambiamento. In particolare sono stati approfonditi i temi dei nuovi requisiti imposti dalla legge, delle loro ripercussioni in termini di attività e responsabilità, delle modalità di interazione del Servizio di Prevenzione e Protezione con le altre funzioni aziendali.
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Le competenze di Stato e Regioni in materia di sicurezza sul lavoro sono state al centro della 5° Convention dei RSPP e ASPP delle aziende associate ad Assolombarda, nel corso della quale è intervenuto anche il ministro del Lavoro Roberto Maroni.
Il dibattito ha affrontato il tema della nuova suddivisione dei poteri legislativi fra Stato e Regioni, derivanti dalla modifica del Titolo V° della Costituzione, con particolare attenzione alle competenze in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
“Produrre in modo sicuro non è solo un obbligo imposto dall’alto, ma rappresenta il normale svolgimento dell’attività imprenditoriale”, ha dichiarato il Presidente di Assolombarda Michele Perini, “per questo noi imprenditori da sempre rivendichiamo in materia di sicurezza sul lavoro una maggiore chiarezza delle norme e un freno all’eccesso di produzione legislativa, perché, quanto più le norme sono numerose e stratificate, tanto più è difficile sapere se si sta applicando la disposizione esatta.
A questo proposito si inserisce la questione delle “Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione” che nella sua attuale formulazione sembra attribuire alle Regioni il presidio della tematica di salute e sicurezza sul lavoro. Ma, proprio perché connessa alla determinazione di prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”, ha aggiunto Perini, “la potestà legislativa su questa tematica non può che essere di competenza esclusiva dello Stato. Gli obblighi di salute e sicurezza sul lavoro, in quanto inseriti nell’ambito del sistema della responsabilità penale, rientrano a pieno titolo nell’ordinamento civile e penale applicabile su tutto il territorio nazionale.
Se non fosse così, potremmo ritrovarci con disparità in relazione a leggi che devono riguardare la tutela dei lavoratori ovunque. In questa logica, dunque, alle Regioni non può che competere una potestà concorrente per le azioni di “prevenzione e promozione” strettamente intese: di assistenza e consulenza, di informazione e di orientamento. C’è necessità di far chiarezza in questo senso e al più presto”, ha concluso Perini, “perché i segnali che stanno arrivando sono preoccupanti per l’incertezza che si crea”.
La Convention, che ha riunito oltre 300 tra RSPP e ASPP, ha voluto promuovere il confronto delle esperienze maturate nelle attività lavorative, partendo dalla presentazione di casi concreti e individuando le aree di miglioramento.
L’incontro ha voluto inoltre essere occasione per valutare l’impatto delle innovazioni legislative sull’evoluzione del Servizio di Prevenzione e Protezione per aiutare le imprese ad adeguarsi al cambiamento. In particolare sono stati approfonditi i temi dei nuovi requisiti imposti dalla legge, delle loro ripercussioni in termini di attività e responsabilità, delle modalità di interazione del Servizio di Prevenzione e Protezione con le altre funzioni aziendali.
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