Corsi RSPP e Regioni
CORSI PER RSPP: LE REGIONI A RUOTA LIBERA
Gli “Attestati” emessi dalle Regioni interpretano l’Accordo nella più assoluta autonomia e confusione. Di Rocco Vitale, presidente Aifos.
“Riesce difficile dire che cosa siano, oggi, le Regioni. Si sono impadronite della sanità, messa alla mercé delle fazioni locali. Hanno accresciuto le partecipazioni, mentre quelle statali venivano smantellate. Concentrano poteri sul territorio, a danno degli enti locali e della competitività del Paese (perché contribuiscono a bloccare le grandi opere). Moltiplicano posti di sottogoverno, vuoti di funzioni. Aumentano a dismisura i processi delle decisioni pubbliche. Condizionano i più minuti provvedimenti nazionali, attraverso la conferenza Stato-Regioni. Dovevano contribuire a risolvere i problemi dello Stato. Sono, al contrario, divenute esse stesse un problema.”
Con questo amaro commento si concludeva l’editoriale del prof. Sabino Cassese sul Corriere della Sera del 19 luglio 2005.
Le cose sono proseguite puntualmente come previsto dal prof. Cassese.
Anche nel settore della sicurezza sul lavoro.
Dopo il tanto atteso Accordo Stato Regioni del 26 gennaio 2006 che, finalmente, dava attuazione al D.Lgs. 195 del 2003 la cui lettura ed applicazione sono state definite “enigmatiche e da rebus” dal procuratore dott. Guariniello sono state redatte ed approvate il 5 ottobre 2006 delle cosiddette Linee Interpretative. Ordunque vi era bisogno di interpretare gli enigmi con il risultato di accrescere la confusione. Del resto poi, alla data di oggi, le Linee Interpretative sono un documento interno in quanto non sono ancora state pubblicate nella G.U. e quindi entreranno in vigore 15 giorni dopo la loro pubblicazione (vedremo poi leggendolo con chiarezza a chi e per chi sono destinate queste linee interpretative).
Naturalmente non essendoci ad oggi nessuna Linea Interpretativa le Regioni più attente e solerti hanno emanato appositi provvedimenti per l’organizzazione dei Corsi per RSPP e Addetti previsti dall’Accordo del 26 gennaio 2006.
Abbiamo voluto vedere un piccolo ma significativo aspetto di come le Regioni intendono titolare gli “Attestati” ai RSPP che concludono i corsi di formazione.
Per quanto riguarda il Modulo “C” ecco come si presenta la situazione.
Ho un amico che abita a Bobbio ed ha conseguito l’Attestato nella Regione Emilia Romagna. Per lavoro è RSPP esterno, di una azienda di Varzi (a 30 Km dalla sua residenza) che trovandosi in Lombardia nutre preoccupazione che la locale ASL non ritenga valido il suo Attestato in quanto non vi compare la parola “formazione” e, poi, dato che è anche RSPP, sempre esterno, in una azienda di Brignano (a 40 Km dalla sua residenza) può darsi che una ASL del Piemonte non ritenga valido il suo Attestato in quanto mancante della parola “profitto”.
Diranno che si tratta di cose banali e non sostanziali: sarà banale quanto vorrete ma non è un esempio di serietà e di professionalità e poi – per noi - parole come “formazione”, ”profitto”, ”apprendimento” non sono aggettivi casuali ma rappresentano l’essenza stessa della formazione.
Pensavamo che almeno il titolo da mettere sull’Attestato ai RSPP fosse uguale per tutti.
Indubbiamente è stato difficile leggere che l’Accordo Stato Regioni che al punto 2.4.3 alla quindicesima riga dice “Attestato di frequenza con verifica dell’apprendimento” (un ringraziamento alla Regione Emilia Romagna che non ha avuto alcun bisogno di interpretare quello che è chiaro per tutti).
Forse è opportuno e auspicabile che la Conferenza Stato Regioni si riunisca nuovamente per emettere una Linea Interpretativa su come deve essere chiamato l’Attestato.
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