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Conferenza Stato-Regioni: forse arriva l’approvazione
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La storia interminabile dell’approvazione dei requisiti minimi e degli enti attuatori dei corsi per Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione e gli Addetti forse arriva a buon fine. E’ stata messa a calendario, bisognerà vedere, poi, se verrà rispettato o annullato come da due mesi a questa parte, una riunione per l’approvazione definitiva della proposta.
Del resto la proposta, nel suo contesto e nella sua organizzazione generale, con i moduli A,B e C è stata approvata e condivisa dai maggiori soggetti che operano nel settore della sicurezza sul lavoro.
Lo scontro attuale, a quanto risulta, non è né sui contenuti né sulle modalità organizzative ma sugli enti e gli organismi che possono effettuare i corsi.
Sui contenuti si era levata una sola voce critica, isolata, che giudicava “troppo” il corso di 120 ore. Ma la sua organizzazione in moduli con il riconoscimento dei crediti formativi e lavorativi hanno, in gran parte superata, questa obiezione.
Anche per quanto riguarda i soggetti organizzatori del corso vi sono alcuni punti fermi. Prima di tutto i soggetti individuati dal D.Lgs. 195/03 e poi, come hanno sempre sostenuto le Regioni, gli enti e le società di formazione accreditate presso le Regioni stesse.
Pertanto, allo stato delle cose, solo gli enti nazionali individuati dalla legge e gli enti e società accreditate regionalmente possono svolgere corsi e rilasciare gli attestati per RSPP e Addetti al servizio.
Da mesi la questione verte solo su questi aspetti che incidono, a nostro avviso, più sul bussines che sulla qualità dei corsi.
Resta il fatto, triste da constatare, che dopo un anno e mezzo dall’approvazione del D.Lgs. n. 195 del 23 giugno 2003 Stato e Regioni non sono stati capaci di emanare le norme sugli indirizzi ed i requisiti minimi dei corsi.
Per tutto questo tempo si è recato danno, non solo alla sicurezza a livello generale, ma anche e soprattutto a tutti quei professionisti e lavoratori che hanno frequentato e svolto corsi per RSPP. Corsi che in base a vecchi modelli erano di circa 40 ore e che non rientrano nelle indicazioni elaborate ed approvate dal gruppo tecnico della Conferenza Stato Regioni . Tutti dovranno effettuare moduli aggiuntivi in ritardo e velocemente cercando di recuperare il tempo perduto dalla superficialità e dalla non serietà degli organismi deputati ad elaborare norme che riguardano la salute e la sicurezza dei lavoratori. Anzi tale insensibilità e aggravata dal fatto che non si tratta dell’applicazione di mere norme ma della formazione delle persone che dovranno operare come i responsabili della sicurezza.
Se poi, quest’ultima riunione, verrà rinviata ancora una volta non resta che lavorare ed andare avanti con serietà e consapevolezza di prendere ed attuare tutte le buone prassi e le iniziative che sono già in atto e che si possono ulteriormente migliorare ed applicare.
La storia interminabile dell’approvazione dei requisiti minimi e degli enti attuatori dei corsi per Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione e gli Addetti forse arriva a buon fine. E’ stata messa a calendario, bisognerà vedere, poi, se verrà rispettato o annullato come da due mesi a questa parte, una riunione per l’approvazione definitiva della proposta.
Del resto la proposta, nel suo contesto e nella sua organizzazione generale, con i moduli A,B e C è stata approvata e condivisa dai maggiori soggetti che operano nel settore della sicurezza sul lavoro.
Lo scontro attuale, a quanto risulta, non è né sui contenuti né sulle modalità organizzative ma sugli enti e gli organismi che possono effettuare i corsi.
Sui contenuti si era levata una sola voce critica, isolata, che giudicava “troppo” il corso di 120 ore. Ma la sua organizzazione in moduli con il riconoscimento dei crediti formativi e lavorativi hanno, in gran parte superata, questa obiezione.
Anche per quanto riguarda i soggetti organizzatori del corso vi sono alcuni punti fermi. Prima di tutto i soggetti individuati dal D.Lgs. 195/03 e poi, come hanno sempre sostenuto le Regioni, gli enti e le società di formazione accreditate presso le Regioni stesse.
Pertanto, allo stato delle cose, solo gli enti nazionali individuati dalla legge e gli enti e società accreditate regionalmente possono svolgere corsi e rilasciare gli attestati per RSPP e Addetti al servizio.
Da mesi la questione verte solo su questi aspetti che incidono, a nostro avviso, più sul bussines che sulla qualità dei corsi.
Resta il fatto, triste da constatare, che dopo un anno e mezzo dall’approvazione del D.Lgs. n. 195 del 23 giugno 2003 Stato e Regioni non sono stati capaci di emanare le norme sugli indirizzi ed i requisiti minimi dei corsi.
Per tutto questo tempo si è recato danno, non solo alla sicurezza a livello generale, ma anche e soprattutto a tutti quei professionisti e lavoratori che hanno frequentato e svolto corsi per RSPP. Corsi che in base a vecchi modelli erano di circa 40 ore e che non rientrano nelle indicazioni elaborate ed approvate dal gruppo tecnico della Conferenza Stato Regioni . Tutti dovranno effettuare moduli aggiuntivi in ritardo e velocemente cercando di recuperare il tempo perduto dalla superficialità e dalla non serietà degli organismi deputati ad elaborare norme che riguardano la salute e la sicurezza dei lavoratori. Anzi tale insensibilità e aggravata dal fatto che non si tratta dell’applicazione di mere norme ma della formazione delle persone che dovranno operare come i responsabili della sicurezza.
Se poi, quest’ultima riunione, verrà rinviata ancora una volta non resta che lavorare ed andare avanti con serietà e consapevolezza di prendere ed attuare tutte le buone prassi e le iniziative che sono già in atto e che si possono ulteriormente migliorare ed applicare.
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