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I rischi infortunistici nelle strutture ospedaliere

I rischi infortunistici nelle strutture ospedaliere
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Rischio stradale, itinere

21/07/2015

Negli ambienti ospedalieri il personale sanitario è soggetto a diversi rischi di infortunio: cadute, urti, tagli o punture, uso non sicuro dei dispositivi medici e delle attrezzature di lavoro, atti violenti, incidenti correlati all’uso di veicoli.

Alba/Bra,  21 lug – PuntoSicuro ha dedicato in questi anni diversi articoli alle malattie professionali dei lavoratori negli ambienti ospedalieri, ad esempio con riferimento ai  rischi chimici o ai rischi dipendenti da una erronea  movimentazione manuale dei carichi e dei pazienti. Tuttavia in questi ambienti anche gli infortuni costituiscono un fenomeno non trascurabile. E gli infortuni possono dipendere, ad esempio, da cadute, urti, tagli o punture, da un uso non sicuro dei dispositivi medici e macchine o da incidenti correlati all’uso di veicoli.
 
Per affrontare il tema degli infortuni degli operatori sanitari nelle strutture ospedaliere, riprendiamo quanto pubblicato dal  Servizio di Prevenzione e Protezione dell’ Azienda Sanitaria Locale Cn2 Alba-Bra sul proprio sito in relazione alla  valutazione dei rischi. Una valutazione che prevede l’identificazione delle sorgenti di rischio presenti nel ciclo lavorativo, l’individuazione e la stima dei conseguenti rischi d'esposizione.

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Partendo dalla grande diffusione, nel settore sanitario e in molti altri ambiti lavorativi, dei rischi da scivolamento e caduta in piano e dei rischi di urti contro mobili, apparecchiature, suppellettili, presentiamo due misure di prevenzione indicate nel materiale pubblicato sul sito dell’Asl Cn2:
- “adottare da parte del personale di corsia scarpe ben calzanti e con suola in gomma;
- evitare gli affollamenti e l’ingombro delle sale di degenza e di assistenza”.
 
Un altro tema affrontato è quello relativo alla possibilità di infortuni causati da atti violenti di pazienti, spesso atti involontari dipendenti dall’insufficiente autocontrollo riconducibile a specifiche patologie.
In questo caso la prevenzione “si attua attraverso la tempestiva identificazione delle patologie dei pazienti che possono assumere involontari comportamenti aggressivi (pazienti psichiatrici, etilisti, ecc.) e attraverso una sempre migliore pianificazione dell’assistenza, in modo da ridurre o ancor meglio eliminare i motivi di attrito tra operatori sanitari e pubblico”.
 
Veniamo ai dispositivi medici.
 
Si ricorda che la normativa ha rivoluzionato il modo di operare delle aziende costruttrici di dispositivi medici, “al fine di offrire al mercato prodotti con un elevato e garantito grado di sicurezza ed affidabilità”. E questo elevato grado di sicurezza è spesso “garantito dalla presenza della marcatura CE di conformità apposta sul prodotto”.
 
L’Asl Cn2 indica che all’acquisto di un dispositivo medico si deve scrupolosamente verificare che “insieme al prodotto siano fornite tutte le informazioni e le istruzioni d’uso necessarie (che devono essere sempre correttamente conservate) in materia di:
- destinazione d’uso del dispositivo;
- limitazione d’impiego del dispositivo;
- condizioni di utilizzo del dispositivo”.
Ed è evidente “come l’intrinseca sicurezza di un dispositivo medico sia condizione essenziale ma non sufficiente a garantire il paziente: a questa condizione deve infatti accompagnarsi un utilizzo appropriato e corretto del dispositivo”.
 
Ci si sofferma poi sulle varie macchine, attrezzature di lavoro utilizzate presenti normalmente anche nei vari reparti di un ospedale.
Ad esempio “nelle mense e nelle cucine (frullatori, coltelli elettrici, affettatrici, ecc.), in lavanderia (rotaie meccanizzate, trasporto abiti, lavatrici, ecc.), negli uffici (archivi meccanizzati, ecc.)”. Senza dimenticare gli utensili per manutenzione (trapani, seghetti, ecc.), le macchine per il trasporto e il sollevamento ( carrelli elevatori, piattaforme di sollevamento, ecc.), i cancelli automatizzati, ecc.
 
Ricordando che a livello normativo il datore di lavoro deve garantire che le macchine siano “a norma”, utilizzate in conformità al manuale d’uso e da parte di personale informato e formato ed eventualmente munito di D.P.I. (laddove necessario), vengono presentati alcuni dei rischi ai quali si può essere esposti.
Rischi che possono derivare:
- “dal contatto con parti mobili della macchina;
- dalla perdita di oggetti che sono spinti fuori della macchina a causa di qualche guasto;
- dal cattivo funzionamento della macchina”.
E gli addetti alle macchine operatrici devono fare un corretto uso ed avere la massima cura dei D.P.I. avuti in dotazione (ad esempio caschi, tappi auricolari, occhiali protettivi, visiere, guanti, scarpe antinfortunistiche…).
Dall’Asl Cn2 vengono poi presentate particolari indicazioni sulla sicurezza nei processi di saldatura (con riferimento ai problemi creati da gas e vapori, fumi e polveri, radiazioni ultraviolette e infrarosse).
 
Ci soffermiamo sull’uso degli automezzi.
 
L’Asl ricorda non solo che i mezzi ospedalieri “possono essere utilizzati solo per esigenze di servizio dal personale autorizzato e munito di patente di guida adeguata”, ma che prima di
iniziare la guida di un mezzo è necessario controllare che:
- “la pressione dei pneumatici sia quella indicata dal costruttore;
- i pneumatici non presentino tagli o screpolature profonde;
- lo spessore del battistrada sia almeno di 1 mm;
- i freni siano efficienti;
- i segnali luminosi siano efficienti e puliti;
- i segnali acustici funzionino;
- i tergicristalli funzionino a dovere e le relative spazzole non siano usurate;
- a bordo vi siano, nel periodo invernale, le catene antineve complete di tutti gli accessori e il giubbotto ad alta visibilità”.
Inoltre durante la guida dell’automezzo il “conduttore deve:
- rispettare le norme sulla circolazione stradale (segnaletica, ecc.);
- mantenere un assetto di guida corretto;
- non compiere movimenti od azioni che distolgano la sua attenzione, pregiudicando la sicurezza;
- effettuare il rifornimento di carburante a motore spento;
- utilizzare sistematicamente le cinture di sicurezza;
- segnalare al responsabile ogni anomalia riscontrata;
- porre particolare attenzione al carico dei veicoli in modo che non sia superata la portata indicata nel documento di circolazione, non sia dimenticata la visibilità del conducente, il carico sia stabile, ecc;
- trasportare in sicurezza i materiali infettivi e i campioni diagnostici;
- è compito di ogni Responsabile di Servizio far effettuare la manutenzione ordinaria ogni 5.000 km o 6 mesi”.
Senza dimenticare che il conduttore non deve:
- “far uso di bevande alcoliche;
- usare i cellulari senza dispositivo vivavoce/auricolare;
- fumare a bordo degli automezzi aziendali”.
 
Concludiamo invece con un breve riferimento alla sicurezza nell’uso dei carrelli elevatori, tema su cui PuntoSicuro si è soffermato in questi mesi attraverso le varie puntate della rubrica sugli incidenti “ Imparare dagli errori”.
 
L’operatore alla guida del carrello elevatore è tenuto:
- a inizio lavoro “a controllare il regolare funzionamento del freno, dei comandi, dell’avvisatore acustico e delle luci”;
- a fine lavoro “a parcheggiare il carrello nel luogo designato, appoggiare le forcole sul pavimento (questo anche quando il carrello è abbandonato momentaneamente), spegnere il motore, asportare la chiave e azionare il freno di stazionamento”.
 
 
Principali rischi in ambiente ospedaliero”, spazio online a cura del Servizio di Prevenzione e Protezione dell’Azienda Sanitaria Locale Cn2 Alba-Bra.
 
 
 
Tiziano Menduto
 
 

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