La pandemia da COVID-19 e le conseguenze nel settore sociosanitario
Bilbao, 24 Ott – Abbiamo già segnalato in molti nostri articoli come in Europa il settore dell’assistenza sociosanitaria sia uno dei più importanti in termini di occupazione e vari progetti di ricerca dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA) hanno mostrato quante siano le sfide e i rischi, spesso rischi psicosociali, con cui si trovano ad avere a che fare i lavoratori. Ad esempio, per l’esposizione a violenze e molestie, per l’alto carico di lavoro, per la gestione di persone in fine vita, per il lavoro a turni e tanti altri fattori.
Ed è evidente come, per quanto riguarda la salute mentale e i rischi psicosociali, la pandemia da COVID-19 ha avuto sul personale sanitario e di assistenza sociale in prima linea un impatto molto forte.
Una ricerca ha rivelato che il 37% degli operatori sanitari e sociali ha sperimentato l’ansia, il 33% ha affrontato la depressione e il 38% ha sofferto di burnout.
A raccontarlo è un nuovo documento (Literature Review) commissionato e pubblicato dall’Agenzia europea EU-OSHA: “Mental health challenges in the EU health and social care sector during COVID-19: strategies for prevention and management” (Sfide per la salute mentale nel settore dell’assistenza sanitaria e sociale dell’UE durante la pandemia da COVID-19: strategie di prevenzione e gestione), a cura di Marta Roqué i Figuls e Pablo Alonso-Coello (Asociación Colaboración Cochrane Iberoamericana - ACCIB), Consol Serra Pujadas, Flor Rivera e José María Ramada (Centre for Research in Occupational Health CiSAL, Hospital del Mar Research Institute/University Pompeu Fabra), Eva Madrid (Universidad de Valparaíso, Chile - ACCIB), María-Inti Metzendorf (Institute of General Practice, Medical Faculty of the Heinrich Heine University, Düsseldorf, Germany).
Nel presentare il documento l’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:
- Salute mentale e COVID-19: il settore sociosanitario e il documento
- Salute mentale e COVID-19: i risultati degli studi e i profili professionali
- L’indice del documento EU-OSHA
Salute mentale e COVID-19: il settore sociosanitario e il documento
Il documento segnala che se la pandemia da COVID-19 ha comportato fattori di stress psicosociale e problemi di salute mentale per i lavoratori in molti contesti, il settore delle attività di assistenza sanitaria e sociale (HeSCare) è stato sicuramente uno dei più colpiti.
Si indica che i precedenti tentativi di valutare il carico di problemi di salute mentale di questo settore, derivanti dal lavoro in emergenza COVID-19, hanno incluso studi condotti in contesti spesso al di fuori dell'Europa. C’è dunque la necessità di indicazioni e valutazioni specifiche per la UE, anche con riferimento all'identificazione di interventi applicabili per quanto riguarda la prevenzione e la gestione dei rischi psicosociali e della salute mentale nel settore HeSCare.
Il nuovo documento valuta, dunque, la prevalenza, in questo settore dell’UE, delle condizioni di salute mentale legate al lavoro derivanti dalla pandemia COVID-19. Sono presentate anche le buone pratiche disponibili, gli interventi e le raccomandazioni per affrontare i fattori di rischio psicosociale legati al lavoro e la salute mentale.
L'obiettivo è fornire una guida completa e utile che permetterà di aumentare la resilienza e migliorerà la preparazione del settore per future emergenze sanitarie.
E’ stata dunque condotta una revisione (literature review) con l’idea di quantificare il carico di salute mentale nel settore HeSCare nell'UE dall'inizio della pandemia nel 2020 fino a metà 2023. I risultati, connessi alla salute mentale, hanno riguardato ansia, depressione, stress acuto, disturbo da stress post-traumatico (PTSD), insonnia e disturbi del sonno, disagio, burnout e pensieri suicidi.
Il rapporto presenta poi una selezione di buone pratiche o interventi sul posto di lavoro, con ampia copertura geografica e riguardo a vari ambiti, che possono essere messi in pratica dagli stakeholder in tutto il settore
Salute mentale e COVID-19: i risultati degli studi e i profili professionali
I risultati connessi a 113 studi provenienti da 22 paesi dell'UE hanno portato alle seguenti stime delle prevalenze aggregate:
- Ansia: la prevalenza complessiva dell'ansia (considerando qualsiasi livello, dalle forme lievi a quelle gravi) era del 37%. Questa stima è stata derivata dai dati di 41 studi che includevano 35.868 partecipanti. Considerando solo l'ansia di intensità moderata e grave, la prevalenza stimata era del 21%;
- Depressione: la prevalenza complessiva della depressione era del 33%, basata su 41 studi che includevano 44.001 partecipanti. Considerando solo la depressione di intensità moderata-grave, la prevalenza complessiva stimata era del 20%;
- Stress acuto: la prevalenza complessiva dello stress acuto, quando classificato come qualsiasi forma di stress, era del 44%, basata sui dati di 22 studi che includevano 19.575 partecipanti. Considerando lo stress acuto di intensità moderata-grave, la prevalenza complessiva era del 36%;
- Disturbo da stress post-traumatico: la prevalenza del PTSD in tutta Europa era del 24%, basata su 30 studi che includevano 46.867 partecipanti;
- Disagio psicologico: la prevalenza del disagio era del 46%, basata su 14 studi che includevano 16.486 partecipanti;
- Insonnia: la prevalenza dell'insonnia e dei disturbi del sonno di intensità moderata-grave era del 36%, basata su 11 studi che includevano 13.086 partecipanti;
- Burnout: la prevalenza del burnout era del 38%, basata su 16 studi che includevano 16.128 partecipanti;
- Pensieri suicidi: la prevalenza di pensieri suicidi è stata dell'11%, sulla base di 6 studi che hanno incluso 17.495 partecipanti.
Si indica poi che l'analisi di specifici profili professionali nel settore HeSCare suggerisce tassi di prevalenza più elevati di problemi di salute mentale negli infermieri, negli specializzandi, negli assistenti e nei tecnici sanitari di emergenza.
Un'ulteriore valutazione degli impatti su specifiche sottopopolazioni di lavoratori mostra comunque risultati eterogenei. I lavoratori in prima linea, definiti in senso lato come coloro che sono potenzialmente a più stretto contatto con il virus, mostrano costantemente tassi di prevalenza più elevati di carico psicologico in tutte le condizioni di salute mentale, in particolare insonnia, ansia e burnout. Inoltre le lavoratrici tendono a mostrare un maggior grado di carico psicologico rispetto agli uomini in tutte le condizioni di salute mentale considerate, in particolare per quanto riguarda l'angoscia, l'insonnia o i disturbi del sonno e lo stress acuto.
I professionisti che lavorano in ambito ospedaliero sembrano poi avere una maggiore prevalenza di problemi di salute mentale rispetto ai professionisti delle case di cura e una prevalenza simile a quella dei professionisti della medicina generale. Tuttavia, il numero di studi identificati sulle case di cura e sugli ambulatori generali è molto limitato.
I risultati in base all'età sono contrastanti, ma i professionisti più giovani potrebbero avere una maggiore prevalenza di problemi di salute mentale moderati e gravi.
Ricordiamo che il documento Eu-Osha si sofferma anche sulla identificazione e classificazione di diverse modalità di intervento e buone pratiche nel settore sociosanitario.
L’indice del documento EU-OSHA
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento “Mental health challenges in the EU health and social care sector during COVID-19: strategies for prevention and management” e ne riportiamo l’indice.
Executive Summary
1 Introduction
1.1 Background
1.2 Objectives
2 Methodological approach
2.1 Systematic review of mental health outcomes
2.1.1 Specific objectives and framework
2.1.2 Research question and eligibility criteria
2.1.3 Search strategy
2.1.4 Study selection and evidence appraisal
2.1.5 Synthesis of the evidence
2.2 Identification of good practices and recommendations
2.2.1 Specific objectives and framework
2.2.2 Research question and eligibility criteria
2.2.3 Sources of information
3 Results
3.1 Systematic review
3.1.1 Literature search and screening process
3.1.2 Description of included studies
3.1.3 Quality appraisal of included studies
3.1.4 Overall prevalence of mental health conditions
3.1.5 Prevalence of mental health conditions by EU-country
3.1.6 Prevalence by selected subgroups of HeSCare workers
3.2 Good practices and recommendations
3.2.1 Identified sources of information
3.2.2 Results from the searches
3.2.3 Identified good practices and interventions
3.2.4 Selected examples of good practices
3.2.5 Recommendations
3.2.6 List of recommendations by scope
4 Discussion.
4.1 Prevalence of adverse mental health outcomes in the EU
4.2 Identification of good practices / interventions and recommendations
5 Policy pointers for future action
6 Appendices
Appendix A — Glossary of terms
Appendix B — Literature search strings for MEDLINE and EMBASE
Appendix C — Critical appraisal checklist from Joanna Brigs Institute
Appendix D — Scales used to assess mental health outcomes
Appendix E — Disaggregated data by burnout dimension
Appendix F — Prevalence results by EU-country for all mental health conditions in the HeSCare sector
Appendix G — Professional categories in the HeSCare sector reported by the included studies, grouped into 11 general professional categories
Appendix H — Assessment of the certainty of evidence using GRADE
Appendix I — Results of the first round of the Delphi consultation
Appendix J — Additional sources of information identified in the Delphi consultation
References
Acknowledgements
List of Tables
List of Figures
RTM
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