La pericolosità e i possibili effetti tossici dei prodotti fitosanitari
Roma, 29 Apr – Risultano sempre maggiori “le preoccupazioni circa i possibili effetti negativi sulla popolazione, i lavoratori e l’ambiente, dell’impiego dei pesticidi o prodotti fitosanitari (PF)”. Per questo motivo l'Unione Europea con la direttiva 2009/128/CE, recepita in Italia con il d.lgs. n. 150/2012, ha delegato ai vari stati membri della UE il compito di predisporre un "piano di azione nazionale" (PAN) per “definire le finalità, le misure ed i tempi necessari alla riduzione del rischio e degli impatti” derivanti dall'uso dei prodotti fitosanitari.
In Italia il PAN, adottato con il Decreto Ministeriale 22 gennaio 2014, persegue varie azioni (protezione degli utilizzatori dei PF e della popolazione, tutela dei consumatori, salvaguardia dell’ambiente, …) che risultano “fortemente sinergiche con le disposizioni previste dal d.lgs. n. 81/2008 e s.m.i. in riferimento ai rischi derivanti dall’esposizione dei lavoratori ai PF”.
A sottolinearlo e a fornire utili informazioni sui rischi professionali correlati all’ esposizione ai fitosanitari è una pubblicazione dell’Inail, dal titolo “ Uso in sicurezza dei prodotti fitosanitari. Schede tecnico-informative”, realizzata dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (DIT) e la Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp).
Oggi ci soffermiamo su:- La pericolosità dei prodotti fitosanitari
- Gli effetti tossici dei prodotti fitosanitari
- Tossicità acuta e cronica
La pericolosità dei prodotti fitosanitari
Riguardo alla pericolosità, si indica che i prodotti fitosanitari “non sono tutti uguali e presentano livelli di pericolo molto diversi. Inoltre, lo stesso principio attivo può essere commercializzato in diversi formulati cui corrispondono differenti etichettatura e classificazione di pericolosità”.
Questa differente pericolosità è dovuta a:
- “variabilità nella concentrazione del principio attivo;
- tipologia, pericolosità e concentrazione dei coadiuvanti e coformulanti presenti nel prodotto;
- tipologia di formulazione (polvere bagnabile, fluido microincapsulato ecc)”.
E quindi è importante “leggere le codifiche ed i pittogrammi presenti in etichetta e nella scheda dati di sicurezza e attenersi alle indicazioni d’uso fornite”.
A questo proposito si segnala che ogni fornitore deve:
- “etichettare le proprie sostanze o miscele in conformità alle disposizioni del regolamento CLP prima di immetterle sul mercato. L’etichetta deve informare tutti coloro che manipolano sostanze chimiche riguardo ai relativi pericoli;
- consegnare una scheda dati di sicurezza (MSDS) ai propri clienti nella catena di approvvigionamento quando si tratta di sostanze e miscele pericolose”.
Si indica, a questo proposito, che il Ministero della Salute “ha affidato al Centro nazionale sostanze Chimiche dell’Istituto superiore di sanità il compito di predisporre una raccolta di modelli di MSDS di sostanze con lo scopo di fornire delle linee guida ed esempi per uniformare le schede, garantirne la qualità e costituire un punto di riferimento per l’attività di vigilanza”. E fabbricanti e importatori, cui spetta l’obbligo di predisporre e fornire MSDS di sostanze e miscele, “sono tenuti ad adattare alle proprie esigenze i modelli proposti assumendo la piena responsabilità di quanto elaborato”.
Gli effetti tossici dei prodotti fitosanitari
Il documento Inail segnala che gli effetti tossici dei prodotti fitosanitari sulla salute “variano in relazione a diversi fattori quali le caratteristiche chimiche del principio attivo presente nel prodotto fitosanitario, la sua formulazione e concentrazione, la modalità e la durata dell’esposizione, le caratteristiche biologiche del soggetto esposto (predisposizione ad allergie, età, sesso). La pericolosità intrinseca degli agenti chimici è connessa alla relativa classificazione”.
In particolare si distinguono agenti:
- Tossici acuti e tossici in caso di aspirazione: “in caso di ingestione, assorbimento cutaneo, inalazione o penetrazione nelle vie respiratorie producono effetti nocivi acuti o cronici a carico di diversi organi;
- Corrosivi: in caso di contatto, possono causare lesioni irreversibili e gravi alla pelle e agli occhi;
- Irritanti: in caso di contatto diretto, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose, si può avere una reazione infiammatoria;
- Sensibilizzanti: in caso di inalazione o assorbimento cutaneo, si può avere una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla sostanza o al preparato produce le reazioni tipiche delle allergie;
- Cancerogeni, mutageni, tossici per la riproduzione (CMR): in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza, oppure produrre mutazioni nei geni del soggetto. Le mutazioni possono portare all’insorgenza di tumori oppure indurre difetti genetici nei figli. I composti tossici per la riproduzione possono provocare o rendere più frequenti effetti nocivi non ereditari nella prole o danni a carico della funzione o delle capacità riproduttive maschili o femminili. secondo il regolamento CLP, i composti CMR sono divisi in tre categorie, 1A, 1B e 2, in funzione della disponibilità e della qualità delle informazioni reperibili su base sperimentale. Anche la International Agency for Research on Cancer (IARC) su analoga base definisce 5 gruppi di cancerogenicità: 1, 2A, 2B, 3 e 4, di cui gli ultimi due per i non classificabili ed i non cancerogeni”.
Tossicità acuta e cronica
Si segnala poi che una sostanza chimica, “in base alle caratteristiche tossicologiche, alla durata e alla modalità di esposizione, può espletare due tipi di effetti”.
La tossicità acuta si riferisce, in particolare, “agli effetti causati dall’esposizione, in tempi relativamente brevi, ad una sostanza tossica in una singola dose o a dosi ripetute, ad elevate concentrazioni.
I sintomi che si manifestano possono essere:
- immediati: “nausea, vomito, dolori addominali, diarrea, disturbi visivi e dell’equilibrio, mal di testa, irritabilità, sonnolenza o insonnia, spossatezza, vertigini, tremori, confusione mentale, irritazione della pelle e degli occhi, tosse;
- ritardati: diminuzione della vista, della memoria e della concentrazione, dolori muscolari e perdita di forza, calo di peso, depressione, perdite di coscienza, morte in caso di dosi molto elevate”.
Invece la tossicità cronica si riferisce agli “effetti causati da una graduale e continua esposizione, ripetuta nel tempo, a basse dosi della sostanza tossica, con accumulo della stessa nell’organismo. Gli effetti si manifestano dopo mesi o anni dall’esposizione e possono essere di diversa natura”.
Ne riprendiamo alcuni tratti da una tabella del documento:
- sensibilizzazione
- “reazioni infiammatorie
- immunosoppressione
- forme allergiche per apparato respiratorio, cute e occhi
- cancerogenicità
- induzione di tumori ma anche...possibilità di aumentarne la frequenza
- patologie specifiche
- danni al sistema nervoso. Modificazioni della struttura di organi e tessuti
- mutagenicità
- alterazione dei geni con possibile trasmissione alla prole
- riproduzione
- diminuzione della fertilità o della funzione sessuale. Alterazioni nel feto”.
Il documento segnala, infine, che “le vie di penetrazione dei PF nell’organismo e gli eventuali effetti tossici prodotti variano in funzione della fase di lavoro svolta e delle modalità operative adottate”.
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento che riporta il dettaglio delle possibili modalità di esposizione (per inalazione, per contatto cutaneo e per ingestione) e dei fattori che intervengono a trasformare in rischio il pericolo associato alla manipolazione dei prodotti fitosanitari.
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione, “ Uso in sicurezza dei prodotti fitosanitari. Schede tecnico-informative”, a cura di Eva Masciarelli (DIT), Barbara Ficociello (DIT), Elisabetta Bemporad (DIT) e Emma Incocciati (Contarp), con la collaborazione di Carlo Antellini (ALAB) e Raffaele Di Felice, collana Salute e Sicurezza, edizione 2018 (formato PDF, 5.43 MB).
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