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Inquinamento acustico: rischi per la salute
Quando si parla di inquinamento, il primo pensiero che sovviene è generalmente quello dello smog, dell’inquinamento ambientale, delle città congestionate dal traffico.
Più di rado vengono alla mente altri tipi di inquinamento quali, ad esempio, quello acustico o quello luminoso.
Anche l’inquinamento acustico costituisce un pericolo per la salute umana. Un livello di rumore eccessivo può essere causa di disagio fisico e psicologico e "può incidere profondamente sullo stato di salute dell’individuo, costituendo una componente negativa che inquina l’ambiente di vita."
All’argomento è stato dedicato il dossier “Il rumore: possibili effetti nocivi sulla salute umana”, realizzato dal Servizio Prevenzione e Sicurezza sul lavoro dell’Istituto Superiore di Sanità. “Solo negli ultimi anni - afferma il dossier - si è sviluppata la consapevolezza del pericolo che l’inquinamento acustico rappresenta per la salute umana. Il rumore infatti tende sempre più ad aumentare con l’aumento dell’attività umana e coinvolgerà anche le generazioni future con costi economico-sociali, culturali ed estetici."
L’articolo prende in considerazione sia il rumore sui luoghi di lavoro, sia negli ambienti di vita, illustrando le principali norme di tutela, le possibili origini dei disturbi uditivi e gli effetti extrauditivi del rumore.
Infatti condizioni di stress acustico possono avere effetti sull’apparato cardiocircolatorio, su quello digerente e quello neuropsichiatrico.
Il dossier si sofferma sulle condizioni di rumorosità di uffici e laboratori, mettendo in luce il ruolo negativo del rumore sulla concentrazione. Il rumore, quindi, influisce sulla produttività dei lavoratori.
“Il livello di rumore emesso dalle attrezzature e dai macchinari presenti in ufficio deve essere preso in considerazione al momento della sistemazione del posto di lavoro al fine di non perturbare l'attenzione e la comunicazione verbale; la presenza di stampanti, fotocopiatrici, apparecchiature di telecomunicazione ed eventuali altre macchine ausiliarie, in effetti, determina un notevole aumento della rumorosità in un ufficio.
Il sommarsi delle fonti interne di rumore con possibili fonti esterne (traffico stradale, ferroviari, aereo, ecc.) può infatti determinare situazioni di disagio o addirittura patologiche, fino a portare a un vero e proprio stress auditivo.
Oltre al rischio auditivo, situazioni di eccessivo rumore generano un'azione negativa anche sulle capacità di concentrazione e quindi sul modo corretto di percepire e di rapportarsi con eventuali situazione di pericolo.”
Il livello ideale di rumorosità in un ufficio, per la prevenzione dei danni extrauditivi da rumore, non dovrebbe essere superiore a 60-65 dBA, con un rumore di fondo non superiore ai 55 dBA.
“Negli ambienti dove si effettuano conversazioni telefoniche (si pensi, ad esempio, ai Call Center oggi così diffusi) il valore limite per esposizione di 8 ore al giorno può essere di 65 dBA, negli uffici in generale di 60 dBA e negli ambienti dove viene richiesto un grande impegno mentale non dovrebbe superare i 50 dBA.”
Il dossier sottolinea che i livelli di rumorosità registrati negli uffici non sono di norma causa di danni uditivi, “ma possono contribuire all'insorgenza di quei disturbi classificati come “effetti extrauditivi da rumore” e che possono interessare l'apparato cardiovascolare, l'apparato gastroenterico, quello endocrino oltre che il sistema nervoso centrale (disturbo dell'attività mentale, con conseguente scadimento delle prestazioni: senso di disagio, noia o angoscia).”
Il dossier prende in considerazione poi le attività lavorative che richiedono particolare attenzione sia in termini di accuratezza e sensibilità delle procedure sia in termini di attenzione mentale richiesta, come ad esempio i laboratori.
“Raramente sono stati effettuati controlli in ambienti di questo tipo, a causa della mancanza di presupposti legislativi. La segnalazione da parte dei lavoratori stessi di difficoltà di concentrazione e di scadimento dell’attenzione nei confronti della propria attività, ha richiesto in alcuni casi la misura delle emissioni di rumore.”
Le misure hanno rilevato elevati livelli di rumore dovuto per lo più alla presenza di impianti di condizionamento e di apparecchiature scientifiche ad alta rumorosità, “inoltre le caratteristiche di queste fonti di rumore, proprio per le lavorazioni presenti assumono nell’attività una caratteristica di continuità durante l’arco dell’intero orario lavorativo.”
Per raggiungere il benessere acustico possono essere adottati accorgimenti come, ad esempio, la compartimentazione di fonti di rumore, l'interposizione di locali-filtro tra stanze rumorose e stanze che necessitano di maggiore tranquillità e l'impiego di pannelli fonoassorbenti e fonoisolanti come divisori o come controsoffitti.
Il dossier è consultabile qui.
Il tema dei rischi occasionati dall’eccesso di rumore nei luoghi di lavoro è sentito anche a livello europeo; nel 2005 infatti sarà realizzata una campagna di informazione sull’argomento. (si veda articolo successivo).
Più di rado vengono alla mente altri tipi di inquinamento quali, ad esempio, quello acustico o quello luminoso.
Anche l’inquinamento acustico costituisce un pericolo per la salute umana. Un livello di rumore eccessivo può essere causa di disagio fisico e psicologico e "può incidere profondamente sullo stato di salute dell’individuo, costituendo una componente negativa che inquina l’ambiente di vita."
All’argomento è stato dedicato il dossier “Il rumore: possibili effetti nocivi sulla salute umana”, realizzato dal Servizio Prevenzione e Sicurezza sul lavoro dell’Istituto Superiore di Sanità. “Solo negli ultimi anni - afferma il dossier - si è sviluppata la consapevolezza del pericolo che l’inquinamento acustico rappresenta per la salute umana. Il rumore infatti tende sempre più ad aumentare con l’aumento dell’attività umana e coinvolgerà anche le generazioni future con costi economico-sociali, culturali ed estetici."
L’articolo prende in considerazione sia il rumore sui luoghi di lavoro, sia negli ambienti di vita, illustrando le principali norme di tutela, le possibili origini dei disturbi uditivi e gli effetti extrauditivi del rumore.
Infatti condizioni di stress acustico possono avere effetti sull’apparato cardiocircolatorio, su quello digerente e quello neuropsichiatrico.
Il dossier si sofferma sulle condizioni di rumorosità di uffici e laboratori, mettendo in luce il ruolo negativo del rumore sulla concentrazione. Il rumore, quindi, influisce sulla produttività dei lavoratori.
“Il livello di rumore emesso dalle attrezzature e dai macchinari presenti in ufficio deve essere preso in considerazione al momento della sistemazione del posto di lavoro al fine di non perturbare l'attenzione e la comunicazione verbale; la presenza di stampanti, fotocopiatrici, apparecchiature di telecomunicazione ed eventuali altre macchine ausiliarie, in effetti, determina un notevole aumento della rumorosità in un ufficio.
Il sommarsi delle fonti interne di rumore con possibili fonti esterne (traffico stradale, ferroviari, aereo, ecc.) può infatti determinare situazioni di disagio o addirittura patologiche, fino a portare a un vero e proprio stress auditivo.
Oltre al rischio auditivo, situazioni di eccessivo rumore generano un'azione negativa anche sulle capacità di concentrazione e quindi sul modo corretto di percepire e di rapportarsi con eventuali situazione di pericolo.”
Il livello ideale di rumorosità in un ufficio, per la prevenzione dei danni extrauditivi da rumore, non dovrebbe essere superiore a 60-65 dBA, con un rumore di fondo non superiore ai 55 dBA.
“Negli ambienti dove si effettuano conversazioni telefoniche (si pensi, ad esempio, ai Call Center oggi così diffusi) il valore limite per esposizione di 8 ore al giorno può essere di 65 dBA, negli uffici in generale di 60 dBA e negli ambienti dove viene richiesto un grande impegno mentale non dovrebbe superare i 50 dBA.”
Il dossier sottolinea che i livelli di rumorosità registrati negli uffici non sono di norma causa di danni uditivi, “ma possono contribuire all'insorgenza di quei disturbi classificati come “effetti extrauditivi da rumore” e che possono interessare l'apparato cardiovascolare, l'apparato gastroenterico, quello endocrino oltre che il sistema nervoso centrale (disturbo dell'attività mentale, con conseguente scadimento delle prestazioni: senso di disagio, noia o angoscia).”
Il dossier prende in considerazione poi le attività lavorative che richiedono particolare attenzione sia in termini di accuratezza e sensibilità delle procedure sia in termini di attenzione mentale richiesta, come ad esempio i laboratori.
“Raramente sono stati effettuati controlli in ambienti di questo tipo, a causa della mancanza di presupposti legislativi. La segnalazione da parte dei lavoratori stessi di difficoltà di concentrazione e di scadimento dell’attenzione nei confronti della propria attività, ha richiesto in alcuni casi la misura delle emissioni di rumore.”
Le misure hanno rilevato elevati livelli di rumore dovuto per lo più alla presenza di impianti di condizionamento e di apparecchiature scientifiche ad alta rumorosità, “inoltre le caratteristiche di queste fonti di rumore, proprio per le lavorazioni presenti assumono nell’attività una caratteristica di continuità durante l’arco dell’intero orario lavorativo.”
Per raggiungere il benessere acustico possono essere adottati accorgimenti come, ad esempio, la compartimentazione di fonti di rumore, l'interposizione di locali-filtro tra stanze rumorose e stanze che necessitano di maggiore tranquillità e l'impiego di pannelli fonoassorbenti e fonoisolanti come divisori o come controsoffitti.
Il dossier è consultabile qui.
Il tema dei rischi occasionati dall’eccesso di rumore nei luoghi di lavoro è sentito anche a livello europeo; nel 2005 infatti sarà realizzata una campagna di informazione sull’argomento. (si veda articolo successivo).
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