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Guariniello: alla Eternit un immane disastro, i vertici meritano vent’anni

Guariniello: alla Eternit un immane disastro, i vertici meritano vent’anni
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischi da amianto

15/03/2013

Concludendo la requisitoria dell’accusa al processo di appello di Torino per le morti negli stabilimenti italiani della multinazionale dell’amianto, il pm ha ribadito la richiesta di condanna per Schmidheiny e de Cartier già formulata in primo grado.

 
Torino, 15 Mar – Condannare i dirigenti della Eternit Stephan Schmidheiny e Louis de Cartier a 20 anni di reclusione. Questa la richiesta formulata oggi dal procuratore Raffaele Guariniello, che ha concluso la requisitoria dell’accusa nel processo di appello in corso al tribunale di Torino per le morti negli stabilimenti italiani della multinazionale dell’amianto. Schmidheiny e de Cartier, imputati per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche, in primo grado erano stati condannati a 16 anni di carcere.
 
“Una condanna anche per i siti di Bagnoli e Rubiera”. La richiesta di pena di Guariniello, che ha parlato per quasi tre ore, è la stessa già formulata durante il processo di primo grado e secondo il pm dovrebbe riguardare anche gli stabilimenti di Napoli-Bagnoli e Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, per i quali i giudici di primo grado hanno ritenuto che i reati fossero prescritti. ‘‘Riteniamo che anche a Bagnoli e Rubiera il disastro esista e sia ancora attuale e chiediamo la condanna anche in rapporto a questi siti’’, ha detto il magistrato, sottolineando che i due imputati “si sono rappresentati il verificarsi del disastro quale conseguenza certa della loro condotta. Hanno accettato e continuano ad accettare questo immane disastro”.
 

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“I veri responsabili mai chiamati a rispondere delle loro colpe”. Motivando la sua richiesta di condanna, Guariniello ha spiegato alla corte presieduta dal giudice Alberto Oggé che non si è trattato di una scelta compiuta con leggerezza: ‘‘Ho pensato molto alle pene da chiedere, ho provato a rifletterci anche ieri e mi sono venuti in mente tutti gli eventi drammatici che si sono verificati nel nostro Paese e i morti per amianto che ancora ci sono. Ho pensato ai sette morti della Thyssenkrupp, a quelli di Sarno e di San Giuliano di Puglia ma credo che una tragedia come quella che stiamo rivivendo in questo processo non si sia mai vista’’. Secondo il pm, infatti, quello provocato dalla Eternit “è un disastro che si sta consumando a danno di tutti i cittadini. Ci siamo dovuti rendere conto che si tratta di una tragedia che riguarda tutti noi, che continua a seminare morti”. Una tragedia che “si è consumata in Italia, e non solo, sotto un’unica regia e senza che mai fino a oggi alcun tribunale abbia chiamato a risponderne i veri responsabili”.
 
“Gli imputati hanno dimostrato un’elevata capacità a delinquere”. Nel corso della sua requisitoria, Guariniello ha ricordato anche che “non siamo in presenza di eventi sporadici, ma di carenze strutturali dovute a scelte di carattere aziendale compiute a livello mondiale” e riferendosi a Schmidheiny e de Cartier, che avevano “pieni poteri decisionali e di spesa”, ha parlato di un’elevata “capacità a delinquere”, dimostrata “non dal proprietario di un’officina, ma dai titolari di eccezionali risorse economiche mossi da una precisa volontà di nascondere e negare la cancerogenicità dell’ amianto e di proseguire le attività a tutti i costi mettendo a rischio la salute di cittadini e lavoratori”. Il pm ha criticato anche l’atteggiamento tenuto dai due imputati: “Louis de Cartier – ha detto – si è lamentato della giustizia italiana, di un processo giusto che è un vanto per il nostro Paese. Schmidheiny, invece, nasconde dietro attività filantropiche, sia attività lobbistiche che di spionaggio, per evitare di rispondere della sua condotta davanti ai giudici”.
 
 
Fonte: Inail.



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