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Rischi biologici: assistenza famigliare, tatuaggi e aeroporti
Roma, 7 Feb – Concludiamo con questo articolo la presentazione delle schede contenute nella pubblicazione Inail dal titolo “ Il rischio biologico nei luoghi di lavoro - Schede tecnico-informative”, schede che ci hanno permesso di conoscere i rischi biologici di molte attività. Sia attività dove tradizionalmente è riconosciuta la presenza di agenti biologici (ad esempio negli allevamenti bovini e ovini, negli impianti di trattamento rifiuti e nelle attività veterinarie), sia attività e ambienti di lavoro dove il rischio è spesso sottostimato (ad esempio uffici e scuole, cantine vinicole e frantoi, …).
Una pubblicazione che ci mostra come il rischio biologico sia un rischio trasversale, presente anche in attività spesso non considerate a rischio.
A questo proposito ricordiamo che per conoscere meglio il rischio biologico è possibile consultare anche la nuova sezione “ Rischio biologico” contenuta nel canale tematico "Conoscere il rischio" del portale dell'Inail.
Gli ambienti di lavoro di cui ci occupiamo in queste schede sono molto diversi: dal domicilio delle persone anziane o malate assistite, ai centri per tatuaggi e piercing, agli aeroporti.
Rischio biologico nelle attività di assistenza familiare
La scheda sottolinea che l’ attività di assistenza domiciliare ad anziani o persone malate può comportare il rischio di esposizione ad agenti biologici.
In particolare il pericolo è rappresentato “soprattutto dalle persone assistite, potenziale sorgente di malattie infettive, e dai rifiuti, biancheria, strumenti contaminati da fluidi organici (pannoloni, padelle e pappagalli, apparecchi per l’aerosol, ecc.)”.
Questi i punti critici dell’attività dal punto di vista degli agenti biologici:
- “movimentazione dei malati o anziani assistiti;
- procedure di igiene dell’assistito (lavaggio, cambio pannoloni, ecc.);
- sanificazione e disinfezione degli ambienti;
- manipolazione di rifiuti (contatto accidentale con oggetti taglienti attraverso tagli, punture o abrasioni;
- pulizia servizi igienici (contatto accidentale con fluidi biologici)”.
La scheda propone anche alcune misure di prevenzione e protezione:
- “sensibilizzazione, informazione e formazione dei lavoratori sui rischi da agenti biologici e sulle specifiche procedure di lavoro, con particolare riguardo al lavaggio antisettico delle mani e delle braccia;
- corrette procedure per la manipolazione dei rifiuti;
- accortezza e massima attenzione nei confronti di oggetti taglienti ed appuntiti (aghi, forbici);
- sanificazione degli ambienti per rendere l’ambiente più pulito e sano, riducendo il numero di microbi su superfici e oggetti. un primo accurato lavaggio con acqua e detergente (seguito da risciacquo) è il sistema più semplice e valido;
- disinfezione per eliminare o distruggere i microrganismi patogeni (necessaria in caso di patologie infettive). è importante che venga eseguita dopo la sanificazione perché la presenza dello sporco sulle superfici protegge i microrganismi dal contatto diretto con il disinfettante, rendendolo inutile;
- utilizzo di DPI (guanti monouso, guanti resistenti per le pulizie per le attività ordinarie; se necessario, mascherine e indumenti protettivi);
- vaccinazione contro l’epatite B”.
Rischio biologico nei centri per tatuaggi e piercing
Il settore del tatuaggio e piercing è un settore in costante evoluzione e sempre più numerosi sono i centri in cui si svolgono queste delicate pratiche. Pratiche che, se non effettuate secondo idonee procedure di igiene e sicurezza, “possono comportare il rischio di seri danni alla salute, sia dei clienti che degli operatori del settore”.
In questi ambienti di lavoro le fonti di pericolo biologico sono essenzialmente il sangue potenzialmente infetto dei clienti, le superfici o biancheria contaminate e i rifiuti potenzialmente infetti (taglienti, materiale monouso).
I punti critici dell’attività:
- “applicazione di anelli, orecchini o altri oggetti sulla cute;
- inserimento di pigmenti negli strati intercutanei con aghi o scarificazione;
- manipolazione dei rifiuti”.
Gli effetti sulla salute possono essere “legati soprattutto ad agenti biologici trasmissibili attraverso il sangue (virus dell’epatite B e C, virus HIV)”. Tuttavia un altro problema “è rappresentato da agenti patogeni trasmissibili attraverso il contatto cutaneo diretto (soprattutto in caso di pelle abrasa) o indiretto (con asciugamani non disinfettati o lettini privi di telo monouso)”.
Queste le misure di prevenzione e protezione suggerite:
- “informazione e formazione sui rischi connessi con gli agenti infettivi potenzialmente presenti;
- specifiche procedure di lavoro;
- utilizzo di aghi monouso;
- manipolazione accorta di oggetti taglienti e appuntiti;
- sterilizzazione degli strumenti (uso dell’autoclave);
- igiene delle mani (con particolare riguardo al lavaggio antisettico delle mani e delle braccia);
- smaltimento dei rifiuti (aghi, tamponi, garze, cotone idrofilo, carta monouso) come rifiuti speciali;
- separazione materiale pulito e sporco;
- utilizzo di guanti monouso (cambiarli da un cliente all’altro) e indumenti protettivi;
- pulizia e disinfezione dei locali;
- vaccinazione contro l’epatite B;
- procedure di emergenza in caso di incidente a rischio biologico (contatto con sangue del cliente): profilassi postesposizione”.
Rischio biologico negli aeroporti
L’aeroporto è un ambiente di lavoro particolare. Infatti in questi ultimi decenni l’aumento del flusso di merci e persone da e verso ogni parte del mondo, ha portato alla “circolazione di agenti biologici ‘emergenti’ per determinate aree geografiche”.
Ad esempio la trasmissione di agenti biologici può avvenire “da parte dei viaggiatori in arrivo, tra i quali possono esservi anche persone affette da patologie infettive in incubazione o con una malattia infettiva in atto, ma anche dalle merci o dai bagagli trasportati”. E varie situazioni di emergenze sanitarie nazionali ed internazionali “hanno coinvolto in modo significativo i viaggi aerei e gli aeroporti (basti ricordare i casi della SARS, dell’influenza aviaria o dell’influenza A H1N1)”.
Senza dimenticare che negli ultimi anni si è evidenziata una “maggiore attenzione verso probabili atti di bioterrorismo per i quali possibili target potrebbero essere proprio gli aeroporti”.
Queste le attività a maggior rischio di esposizione ad agenti biologici negli aeroporti:
- “check-in;
- controllo passeggeri;
- pulizie di bordo e a terra
- carico, scarico, stoccaggio e controllo merci;
- conferimento liquami di risulta nelle centrali di depurazione”.
Concludiamo l’articolo riportando le idonee misure di prevenzione e protezione:
- “informazione e formazione del personale sui rischi da agenti biologici legati all’attività ordinaria o ad emergenze di rilevanza sanitaria;
- pulizia e sanificazione ordinaria degli ambienti di terra, aeromobili e mezzi di trasporto;
- misure straordinarie per la distruzione dei vettori di malattie (artropodi), disinfezione e disinfestazione;
- corretto smaltimento dei rifiuti liquidi e solidi degli aeromobili con particolari misure per le provenienze sospette;
- sorveglianza sanitaria del personale;
- procedure di controllo e accertamento sanitario su merci importate (indumenti, piume, stracci, ecc.);
- procedure speciali in caso di emergenze sanitarie locali o globali (informazione tempestiva del personale di bordo e di terra in presenza di casi sospetti o di particolari focolai epidemici; predisposizione di piani di emergenza in adesione a direttive nazionali e internazionali; procedure di isolamento e trasporto delle persone a sospetto di infezione; controllo sanitario dei passeggeri provenienti da paesi nei quali siano presenti focolai epidemici; utilizzo di guanti monouso, mascherine chirurgiche per effettuare controlli dei passeggeri; tutte integrali e facciali filtranti per il rischio biologico in caso di specifiche emergenze sanitarie);
- adozione delle apposite circolari e ordinanze elaborate dalle Autorità competenti e da parte degli Uffici di Sanità Marittima ed Aerea di Frontiera (USMAF) (es. misure precauzionali per passeggeri in partenza o in arrivo; profilassi per passeggeri in arrivo “sospetti”, distribuzione a bordo di questionari, ecc.);
- individuazione di specifiche aree per la gestione di aerei sottoposti a particolari misure di sorveglianza sanitaria;
- diffusione di materiale informativo destinato agli operatori aeroportuali, passeggeri, equipaggi;
- disinfezione dell’aeromobile in caso di sospetta patologia infettiva;
- applicazione di misure di profilassi internazionale”.
Inail, “ Il rischio biologico nei luoghi di lavoro - Schede tecnico-informative”, curato da Liliana Frusteri (CONTARP Inail) – Edizione 2011 (formato PDF, 15.37 MB).
Tiziano Menduto
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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