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Se andando al lavoro ci si dimentica il bambino in auto

Se andando al lavoro ci si dimentica il bambino in auto

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Categoria: Radiazioni ottiche

13/07/2023

Nel periodo primaverile-estivo si sono verificati episodi in cui i lavoratori hanno lasciato i figli in auto esponendoli agli effetti del caldo che rapidamente possono provocare un colpo di calore. A cura di Michele Del Gaudio, ricercatore Inail.

Nelle scorse settimane abbiamo appreso l’ennesimo caso di un bambino dimenticato in auto al caldo e che purtroppo ha perso la vita. Questo ultimo episodio si è verificato in Spagna ma anche in Italia dalla fine degli anni ‘90 si sono verificati una decina di casi che hanno portato al decesso del bambino. Molti altri casi fortunatamente hanno avuto un esito positivo perché i bambini sono stati salvati in tempo. Tipicamente i genitori lavoratori hanno lasciato i bambini in auto perché nel tragitto casa/lavoro hanno dimenticato di passare dall’asilo o dal campo estivo per lasciare il proprio figlio. Il fenomeno è favorito dalle complicazioni nella gestione familiare che prevede che non sia sempre lo stesso genitore ad accompagnare il figlio e che quindi ci si possa confondere pensando di non avere con sé il proprio figlio. Molti casi riguardano anche situazioni in cui i bambini vengono intenzionalmente lasciati dai genitori in auto prima di entrare al supermercato o in altri luoghi.

 

In uno studio del 2020 di N. Anselmi et al. del dipartimento di neuroscienze umane dell’Università La Sapienza di Roma, questi eventi vengono descritti con il termine “forgotten Baby Syndrome” ed associate a esiti di deficit transitori nella performance di working memory WM (memoria di lavoro). La WM è definita come la capacità di gestire e manipolare temporaneamente le informazioni provenienti dall’ambiente o recuperarle dalla memoria a lungo termine. Soprattutto se il bambino dorme ed è posizionato sul sedile posteriore vengono meno, durante il tragitto segnali sensoriali utili a richiamare il focus dell’attenzione sulla presenza del bambino in auto.


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Ma cosa succede al bambino in auto?

Evidenze sperimentali condotte su auto parcheggiate al sole hanno evidenziato che in poco tempo la temperatura interna dell’auto può raggiungere valori anche superiori ai 50 °C. Utilizzando l’indice di stress termico PHS Predicted Heath Stress per un lavoratore adulto si raggiunge il limite massimo di esposizione per surriscaldamento degli organi interni dopo poco più di un’ora di esposizione.

L’evento più grave “il colpo di calore” si manifesta con vertigini, disorientamento, agitazione, confusione, lentezza, convulsioni, pelle calda e secca, arrossata ma non sudata, perdita di coscienza, battito cardiaco accelerato, allucinazioni. Quando subentrano danni cellulari gli organi interni cominciano a spegnersi portando il soggetto al decesso.

Per i bambini, che hanno una massa corporea inferiore ai 10 Kg ed un sistema di termo-regolazione non efficace il surriscaldamento avviene in tempi da 3 a 5 volte più rapidi di quelli di un adulto.

 

 

Negli Stati Uniti su 700 casi esaminati nel periodo (1998-2017 con una media di circa 36 casi anno) è emerso che il 54% corrispondono alla situazione di bambini dimenticati mentre nel restante 45% dei casi si tratta di situazioni in cui i genitori hanno lasciato i bambini in attesa in auto.

 

In uno studio di ricercatori dell’Università Cattolica di Roma e del Campus Biomedico, pubblicato nel 2013, sono stati analizzati 12 casi verificatisi nel periodo 2011-2012 di cui solo 2 hanno portato al decesso del bambino, ed è emerso che nel 75% dei casi l’abbandono era stato intenzionale da parte di uno od entrambi i genitori.

 

In Italia, dal 6 marzo 2020 è obbligatorio usare i dispositivi anti-abbandono quando si trasportano bambini di età inferiore ai 4 anni. Questi dispositivi debbono essere in grado di segnalare al momento della chiusura del veicolo la presenza del bambino sul seggiolino con segnali acustici e visivi anche attraverso app installate sullo smartphone. Chi non si adegua alla normativa rischia una sanzione amministrativa da 83 a 333 euro oltre alla decurtazione di 5 punti patente.

 

A meno di specifiche patologie psichiatriche è difficile pensare che i comportamenti dei genitori siano volontari ma piuttosto che si tratta di una mancata percezione dei rischi o, come detto prima, di situazioni in cui i ritmi di vita distraggono i genitori.

 

Nonostante l’obbligo normativo, la cronaca riporta ancora casi di bambini dimenticati in auto e quindi è necessario mantenere alta l’attenzione su questo fenomeno. La normativa antiabbandono italiana ha reso obbligatori i dispositivi che rilevano la presenza del bambino in auto ma probabilmente possono essere utili ulteriori azioni ridondanti.

 

L’obiettivo deve essere riportare l’attenzione sulla presenza del bambino in auto.

 

La situazione più rischiosa è quella in cui il seggiolino è montato sul sedile posteriore, è quindi opportuno che il conducente sia obbligato ad accedere alla zona posteriore dell’auto prima di recarsi al lavoro. Si può ad esempio decidere di lasciare dietro il cellulare le borse o i documenti dell’ufficio, oppure usare uno dei giocatoli del bambino come promemoria posizionandolo sul cruscotto quando non c’è il bambino. Anche un sistema di segnalazione dell’assenza del bambino da parte dell’asilo o del campo estivo può essere efficace. Anche se molte case produttrici di auto o di accessori hanno elevato l’attenzione nei loro manuali d’istruzione è importante i genitori siano consapevoli del rischio.

Alcuni eventi si sono verificati già in primavera a dimostrazione che anche temperature considerate non elevate possono produrre condizioni sfavorevoli grazie all’effetto serra che si crea nell’auto. 

Anche per motivi generali di sicurezza è sempre da sconsigliare lasciare soli in auto i bambini anche quando sono assicurati dai sistemi di ritenzione.

 

I rischi legati al caldo sono da considerare anche durante i viaggi sia per i conducenti che per i piccoli trasportati ed è quindi sempre preferibile, soprattutto con auto prive di impianti di climatizzazione, viaggiare nelle ore più fresche della giornata, effettuando soste frequenti in zone ombreggiate ed assumendo liquidi o alimenti leggeri ed idratanti come frutta e verdura.

 

In conclusione, è utile anche ricordare che gli animali domestici sono anche essi sensibili perché non sudano ed il raffreddamento del corpo è affidato ad un aumento della frequenza respiratoria ed alla assunzione di acqua. Anche in questo caso sono previste sanzioni penali ma oltre all’effetto della possibile sanzione è importante che ci sia consapevolezza del rischio da parte dei possessori di animali.

 

In molti casi, incidenti gravi sono stati scongiurati dalle segnalazioni da parte di cittadini e, pertanto, tutti possiamo essere parte attiva allertando le forze dell’ordine e seguendo le loro istruzioni quando avvistiamo bambini lasciati soli in auto.

 

 

Michele del Gaudio

Primo ricercatore INAIL UOT CVR Avellino

 


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