Schedature contrastate

Dal 5 marzo le compagnie aeree europee devono comunicare alle autorità statunitensi i dati personali dei passeggeri in volo verso il territorio americano, al massimo entro i quindici minuti successivi al decollo. (Si veda PuntoSicuro n.732).
Nel mese di febbraio 2003, funzionari della Commissione UE in un incontro con rappresentanti dell'amministrazione delle dogane americane, avevano convenuto un accordo, denominato "Joint Statement", che prevedeva l'avvio della trasmissione dei dati, a partire da tale data.

L’amministrazione delle dogane americane ha così accesso ad ogni tipologia di informazione personale sui passeggeri, inclusi dati sensibili.
Dati che possono essere trasmessi anche alle agenzie federali per la sicurezza, quali la Cia e l'Fbi, dietro specifica richiesta e relativa autorizzazione.

Una misura contenuta nelle norme approvate da Washington dopo l'11 settembre 2001, ma che non piacce al Parlamento europeo.
Nelle scorse settimane l’Europarlamento ha infatti chiesto alla Commissione di attivarsi per ottenere dalle autorità statunitensi la "sospensione" delle nuove misure.

Le norme americane sono, ad avviso dell'Europarlamento, in contrasto con la direttiva europea, che vieta tra l'altro la comunicazione di informazioni personali raccolte in Europa verso Paesi che non assicurano un'adeguata protezione dei dati.
Su tale posizione sono d’accordo anche i Garanti europei per la privacy che avevano scritto al Presidente della Commissione UE, al presidente dell'Europarlamento, al presidente di turno della UE, al presidente del Comitato sulle Libertà e Diritti dei cittadini, Giustizia e Affari interni, una lunga lettera in cui segnalavano la problematicità della materia e la necessità di un approfondimento e chiedevano di far slittare l'applicazione delle norme americane sul controllo dei passeggeri.