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Microsoft, Sun, Ibm, Oracle: privacy o non privacy?

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Privacy

22/11/2001

Dai big dell'informatica mondiale visioni diverse sulla tutela della privacy e della sicurezza degli utenti internet.

Microsoft ha inventato "Passport", un sistema che consente all'utente internet di registrarsi in modo completo una volta per tutte per velocizzare la navigazione.
Tutti i siti che supportano il sistema sono in grado infatti di riconoscere l'utente che, quindi, non deve perdere tempo in compilazioni di lunghi form.

Problema: il mega database con tutti i dati degli utenti, alla fine, fa capo al Grande Bill!... anche se il sito recita che il sistema dispone di una " informativa sulla privacy molto severa " .
Il Sig. Craig. Mundie, copotecnologo Microsoft, al "Trusted computing forum" a Silicon Valley ha detto che la fiducia degli utenti non verrà mai tradita e ritiene importante che le aziende che raccolgono e gestiscono i dati personali dei cittadini non ne abusino.

Sun Microsystems ha costituito quindi " Liberty Alliance Proyect", alleanza anti-Passport alla quale pare abbiano aderito i maggiori player dell'informatica mondiale.
L'obiettivo e' di creare un sistema decentralizzato e basato su standard aperti per l'autenticazione dell'utente on-line. Secondo la stampa americana il progetto è pero' ancora in fase embrionale.

Ibm apre il tavolo di discussione anche alla politica, invitando il Dipartimento del commercio USA al tavolo di discussione denominato IBM Privacy Council.

E' stato inoltre creato l'IBM Privacy Institute che condurrà ricerche in otto laboratori per proporre la propria soluzione.

Oracle, attraverso Larry Allison ha invece offerto al Governo Americano un software per creare la carta d'identità elettronica "al fine di aumentare la sicurezza nazionale". Problema: chi garantirà che i dati dei cittadini non verranno poi utilizzati a fini di marketing?

La maggior parte delle associazioni a tutela del web si dicono contrarie ai sistemi di identificazione degli utenti on-line e, tra queste, l'inglese Privacy international definisce senza giri di parole un ritorno al passato il modo in cui i big stanno affrontando il problema.

Una considerazione generale: non sarebbe meglio invitare i big a fermarsi un annetto a pensare e a fare sedimentare le tecnologie piuttosto che proseguire in questa corsa sfrenata in cui uomo e macchine stentano a stare al passo? La libertà delle piccole e medie imprese che vogliono fare business sul web deve essere massima ma condividendo regole ed etica di comportamento; e questo vale anche per la libertà dei navigatori.
Le battaglie per la libertà non si combattono più solo tra gli Stati.

Articolo di Luigi Matteo Meroni.










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