Finalmente possibile attivare sistemi di cifratura hardware a basso costo
Ormai nessuno dubita del fatto che i protocolli di cifratura a chiave pubblica siano i più efficienti ed efficaci disponibili. Tuttavia essi sono alquanto complicati nell’uso, perché sono normalmente sviluppati da software, assorbendo una grande quantità di risorse e rendendo difficile la loro applicazione in apparecchiature periferiche, come ad esempio sensori IoT.
Ecco perché è particolarmente attraente un nuovo sviluppo, che mette a disposizione degli apparati cifranti, in hardware, che assorbono una minima quantità di energia e operano con una velocità decisamente superiore a quella delle applicazioni software.
I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno sviluppato infatti un chip che può calcolare cifrature a chiave pubblica assorbendo soltanto la 400ª parte della energia elettrica che normalmente è necessaria per sviluppare la stessa applicazione cifrante in software. La velocità di elaborazione è 500 volte più veloce del più rapido software disponibile e quindi questo chip può trovare applicazione su larga scala, laddove i tempi tecnici di ritardo, introdotti dal software di cifratura, non sono compatibili con le esigenze operative.
Tipicamente un modulo cifrante può essere in grado di gestire numeri da 16 o perfino 32 bit. Per grandi masse di calcolo, il risultato di moltiplicazioni utilizzando numeri a 16 o 32 bit viene integrato utilizzando dei circuiti logici additivi.
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Il nuovo modulo messo a punto dai ricercatori può gestire addirittura numeri da 256 bit, senza bisogno di circuiti aggiuntivi, che assorbono energia ed allungano i tempi di calcolo.
Viene così risolto un dilemma, davanti al quale si trova qualunque specialista di criptografia, che deve trovare un equilibrio tra la sicurezza dell’algoritmo crittografico e la rapidità di calcolo. Tutto ciò deve avvenire con un minimo assorbimento energetico e, almeno fino a oggi, un soddisfacente compromesso tra queste tre esigenze non era disponibile.
Ci auguriamo che questo nuovo chip di cifratura per algoritmi a chiave pubblica sia presto disponibile sul mercato, perché sarà così possibile proteggere in modo efficiente ed efficace i nostri preziosi dati personali, cui il regolamento generale europeo, entrato pienamente in vigore il 25 maggio 2018, presta grande attenzione.
Adalberto Biasiotti
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