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Biometria: l’Europa si interroga
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Dal 2006 in Europa dati biometrici saranno introdotti in passaporti, visti e permessi di soggiorno, rendendo così la biometria sempre più presente nella vita quotidiana.
Per valutare l’incidenza delle tecniche biometriche (controllo delle impronte digitali, riconoscimento dell’iride e del volto) sulla vita quotidiana, la Commissione europea ha realizzato un nuovo studio, pubblicato nella giornata di ieri.
L’indagine ha individuato una serie di questioni economiche, giuridiche, tecniche e sociali sollevate dall’utilizzo della biometria. In particolare sul piano giuridico, il rapporto evidenzia che spetterà agli Stati membri fornire le garanzie necessarie in materia di rispetto della vita privata e della protezione dei dati, in modo da controllare l’utilizzo dei dati e di impedire gli usi illeciti.
Sul piano tecnico, gli autori del rapporto deplorano la mancanza di dati empirici indipendenti e ritengono urgente organizzare prove sul campo in larga scala, al fine di assicurare lo spiegamento ottimale dei sistemi biometrici.
Sul piano sociale, il rapporto insiste sulla necessità di porre attenzione a fare accettare le applicazioni biometriche ai cittadini, spiegando chiaramente loro le finalità ed i limiti di queste applicazioni.
Parallelamente il rapporto segnala il rischio di esclusione sociale per una parte della popolazione, sia perché i cittadini potrebbero scegliere di non utilizzare i sistemi biometrici richiesti o perché fattori quali l’età o l’handicap lo impediscono.
Il rapporto raccomanda ai decisori di agire fin d’ora per definire una carta di utilizzo della biometria piuttosto che attendere a di accontentarsi di reagire.
Dal 2006 in Europa dati biometrici saranno introdotti in passaporti, visti e permessi di soggiorno, rendendo così la biometria sempre più presente nella vita quotidiana.
Per valutare l’incidenza delle tecniche biometriche (controllo delle impronte digitali, riconoscimento dell’iride e del volto) sulla vita quotidiana, la Commissione europea ha realizzato un nuovo studio, pubblicato nella giornata di ieri.
L’indagine ha individuato una serie di questioni economiche, giuridiche, tecniche e sociali sollevate dall’utilizzo della biometria. In particolare sul piano giuridico, il rapporto evidenzia che spetterà agli Stati membri fornire le garanzie necessarie in materia di rispetto della vita privata e della protezione dei dati, in modo da controllare l’utilizzo dei dati e di impedire gli usi illeciti.
Sul piano tecnico, gli autori del rapporto deplorano la mancanza di dati empirici indipendenti e ritengono urgente organizzare prove sul campo in larga scala, al fine di assicurare lo spiegamento ottimale dei sistemi biometrici.
Sul piano sociale, il rapporto insiste sulla necessità di porre attenzione a fare accettare le applicazioni biometriche ai cittadini, spiegando chiaramente loro le finalità ed i limiti di queste applicazioni.
Parallelamente il rapporto segnala il rischio di esclusione sociale per una parte della popolazione, sia perché i cittadini potrebbero scegliere di non utilizzare i sistemi biometrici richiesti o perché fattori quali l’età o l’handicap lo impediscono.
Il rapporto raccomanda ai decisori di agire fin d’ora per definire una carta di utilizzo della biometria piuttosto che attendere a di accontentarsi di reagire.
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