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Archivio investigativo europeo e privacy
Il Sistema informativo Schengen “di seconda generazione” (SIS II), che dovrebbe fare la sua comparsa nel 2006, potrà contenere i dati biometrici solo in caso di “assoluta e comprovata necessità.
Lo afferma il Rapporto, frutto di 2 anni di lavoro, realizzato dall’Autorità Comune di Controllo Schengen (ACC) che sovrintende a Bruxelles ai controlli sull’unità centrale del Sistema informativo Schengen (SIS).
Il nuovo sistema – ha dichiarato il presidente dell’ACC, Giovanni Buttarelli – “conterrà miliardi di informazioni e sarà un potente strumento utile a fini investigativi: a questo legittimo potenziamento degli strumenti di indagine devono corrispondere nuove, elevate garanzie per i cittadini e uno studio organico sulla struttura del Sistema”.
L’ACC Schengen ha il compito di vigilare sull’applicazione della Convenzione di Schengen indicando, se necessario, gli aggiustamenti e le prassi corrette da adottare per garantire la tutela dei dati personali di tutti coloro che risultino “segnalati” nel SIS.
Una sintesi del rapporto è stata illustrata nella newsletter del Garante Italiano per la privacy.
L’ACC, pur riconoscendo la portata storica del passaggio al nuovo sistema investigativo, ha sottolineato più volte che le modifiche proposte comporteranno una modifica sostanziale della natura del SIS.
Dando ad enti come Europol o Eurojust la possibilità di accedere ai dati in esso contenuti, si utilizzerà il Sistema informativo Schengen a scopi investigativi snaturandone però le finalità rispetto alla Convenzione del 1990 (che ne ha previsto un’utilizzazione più “statica”, principalmente per vietare l’ingresso nell’area Schengen a soggetti segnalati come indesiderabili dalle competenti autorità nazionali).
Ad alcuni dei pareri adottati dall’ACC nei due anni trascorsi è stata particolare rilevanza.
In primo luogo i pareri relativi alle proposte di modifica del SIS, nei quali l’ACC ha sottolineato la necessità di chiarire le modalità di accesso di altri soggetti (Europol, Eurojust) ai dati del SIS, ed ha ribadito l’inopportunità di inserire dati biometrici nel sistema (ad esempio, rilievi dattiloscopici) se tali dati non sono realmente indispensabili ai fini della specifica segnalazione. Nel parere relativo ai tempi di conservazione delle segnalazioni inserite nel SIS, l’ACC ha ritenuto che il termine di tre anni per il riesame delle singole segnalazioni si applichi a tutti i dati personali contenuti nel SIS indipendentemente dalle specifiche finalità (rintraccio di una persona, oppure divieto di ingresso nei confronti di tale persona).
Con il parere concernente il previsto inserimento nel SIS delle informazioni contenute nel cosiddetto “mandato di arresto europeo”, che dovrà sostituire entro breve l’attuale sistema di estradizione all’interno dell’UE, l’ACC ha sollecitato chiarimenti da parte del Comitato del Consiglio UE competente in materia, ed ha sottolineato che l’utilizzo del SIS quale veicolo di trasmissione delle informazioni contenute nel mandato di arresto europeo comporterebbe, ancora una volta, una modifica sostanziale della natura del SIS e dei suoi meccanismi di funzionamento.
L'Autorità ha inoltre intrapreso iniziative di sensibilizzazione dei cittadini rispetto al sistema Schengen, allo scopo di facilitare l’esercizio dei diritti riconosciuti dalla Convenzione stessa.
Nel corso degli ultimi 2 anni l’ACC ha predisposto una “Guida per l’esercizio del diritto di accesso”, ha realizzato una newsletter ed ha presentato una campagna informativa, che prevede un dépliant e un manifesto distribuito presso punti di ingresso nazionali (aeroporti, porti, ecc.) per informare sui diritti riconosciuti a tutti i cittadini rispetto al SIS.
Lo afferma il Rapporto, frutto di 2 anni di lavoro, realizzato dall’Autorità Comune di Controllo Schengen (ACC) che sovrintende a Bruxelles ai controlli sull’unità centrale del Sistema informativo Schengen (SIS).
Il nuovo sistema – ha dichiarato il presidente dell’ACC, Giovanni Buttarelli – “conterrà miliardi di informazioni e sarà un potente strumento utile a fini investigativi: a questo legittimo potenziamento degli strumenti di indagine devono corrispondere nuove, elevate garanzie per i cittadini e uno studio organico sulla struttura del Sistema”.
L’ACC Schengen ha il compito di vigilare sull’applicazione della Convenzione di Schengen indicando, se necessario, gli aggiustamenti e le prassi corrette da adottare per garantire la tutela dei dati personali di tutti coloro che risultino “segnalati” nel SIS.
Una sintesi del rapporto è stata illustrata nella newsletter del Garante Italiano per la privacy.
L’ACC, pur riconoscendo la portata storica del passaggio al nuovo sistema investigativo, ha sottolineato più volte che le modifiche proposte comporteranno una modifica sostanziale della natura del SIS.
Dando ad enti come Europol o Eurojust la possibilità di accedere ai dati in esso contenuti, si utilizzerà il Sistema informativo Schengen a scopi investigativi snaturandone però le finalità rispetto alla Convenzione del 1990 (che ne ha previsto un’utilizzazione più “statica”, principalmente per vietare l’ingresso nell’area Schengen a soggetti segnalati come indesiderabili dalle competenti autorità nazionali).
Ad alcuni dei pareri adottati dall’ACC nei due anni trascorsi è stata particolare rilevanza.
In primo luogo i pareri relativi alle proposte di modifica del SIS, nei quali l’ACC ha sottolineato la necessità di chiarire le modalità di accesso di altri soggetti (Europol, Eurojust) ai dati del SIS, ed ha ribadito l’inopportunità di inserire dati biometrici nel sistema (ad esempio, rilievi dattiloscopici) se tali dati non sono realmente indispensabili ai fini della specifica segnalazione. Nel parere relativo ai tempi di conservazione delle segnalazioni inserite nel SIS, l’ACC ha ritenuto che il termine di tre anni per il riesame delle singole segnalazioni si applichi a tutti i dati personali contenuti nel SIS indipendentemente dalle specifiche finalità (rintraccio di una persona, oppure divieto di ingresso nei confronti di tale persona).
Con il parere concernente il previsto inserimento nel SIS delle informazioni contenute nel cosiddetto “mandato di arresto europeo”, che dovrà sostituire entro breve l’attuale sistema di estradizione all’interno dell’UE, l’ACC ha sollecitato chiarimenti da parte del Comitato del Consiglio UE competente in materia, ed ha sottolineato che l’utilizzo del SIS quale veicolo di trasmissione delle informazioni contenute nel mandato di arresto europeo comporterebbe, ancora una volta, una modifica sostanziale della natura del SIS e dei suoi meccanismi di funzionamento.
L'Autorità ha inoltre intrapreso iniziative di sensibilizzazione dei cittadini rispetto al sistema Schengen, allo scopo di facilitare l’esercizio dei diritti riconosciuti dalla Convenzione stessa.
Nel corso degli ultimi 2 anni l’ACC ha predisposto una “Guida per l’esercizio del diritto di accesso”, ha realizzato una newsletter ed ha presentato una campagna informativa, che prevede un dépliant e un manifesto distribuito presso punti di ingresso nazionali (aeroporti, porti, ecc.) per informare sui diritti riconosciuti a tutti i cittadini rispetto al SIS.
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