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Inail: la defibrillazione precoce nei luoghi di lavoro
Roma, 22 Mag – Più volte la rubrica “Imparare dagli errori” si è soffermata sugli arresti cardiaci, sugli infarti avvenuti nei luoghi di lavoro. E, come per tanti infortuni di lavoro, l’esito dell’ arresto cardiaco dipende anche dalla prontezza e dall’efficacia dei primi soccorsi che possono fare la differenza tra la vita e la morte.
A ricordacelo è un factsheet prodotto dal Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’INAIL, uno strumento di facile consultazione ideato per sensibilizzare su specifiche tematiche emergenti in tema di tutela della salute e benessere dei lavoratori.
In “ La defibrillazione precoce nei luoghi di lavoro” si sottolinea che in Italia “si registrano ogni anno circa 60.000 decessi per morte cardiaca improvvisa, di cui la maggior parte provocate dalla fibrillazione ventricolare, grave aritmia cardiaca che si risolve solo applicando una scarica elettrica al cuore”. E in caso di arresto cardiaco i tempi di intervento devono essere brevi: “in assenza di un’adeguata e tempestiva risposta all’emergenza, il tasso di sopravvivenza è basso” (7,9% secondo l’American Heart Association).
Il riconoscimento rapido dell’emergenza, l’inizio immediato della rianimazione cardiopolmonare e l’uso del Defibrillatore Semiautomatico (DAE) entro 5 minuti dalla perdita di coscienza portano invece a un “rilevante incremento del tasso di sopravvivenza. Ogni minuto che passa dall’inizio dell’arresto cardiaco fa scendere del 10% circa le probabilità di successo della scarica elettrica e dopo dieci minuti i danni subiti a livello cerebrale diventano irreversibili”.
Il DAE ( defibrillatore semiautomatico) è un apparecchio “intelligente” che “riconosce la fibrillazione ventricolare e con uno shock elettrico la interrompe. L’apparecchio è in grado di riconoscere il ritmo defibrillabile senza possibilità di errore”.
Secondo la Legge 120/2001 può essere utilizzato anche da personale non sanitario, purché formato. E la formazione del soccorritore è garantita dal superamento di un corso (BLSDa) della durata di 5 ore, con caratteristiche internazionalmente convenute (Linee Guida ERC 2010).
Proprio perché i soccorsi difficilmente arrivano entro cinque minuti dalla perdita di coscienza, ricordiamo che la Regione Lombardia ha approvato con Deliberazione n. IX/4717 del 23 gennaio 2013 il documento “ Aggiornamento delle Linee Guida regionali sull’utilizzo dei defibrillatori semi-automatici esterni (DAE) e sull’attivazione dei progetti di defibrillazione semi-automatica sul territorio (PAD)”.
Tale aggiornamento, successivo ad un precedente documento sul tema approvato con D.G.R. n. VII/10306 del 16 settembre 2002, raccoglie alcune importanti raccomandazioni sulla collocazione dei DAE:
- è obbligatoria la presenza di un DAE operativo su ogni Mezzo di Soccorso di Base (MSB) e Intermedio (MSI) inserito nel sistema di emergenza sanitaria regionale;
- è obbligatoria la presenza di un DAE operativo sui mezzi di soccorso che prestano assistenza a manifestazioni sportive o eventi organizzati per i quali è prevista dalla normativa vigente o da regolamenti specifici un’ assistenza sanitaria;
- è obbligatoria la presenza di un DAE presso Società Sportive sia professionistiche che dilettantistiche e all’interno di impianti sportivi, secondo quanto previsto dal Decreto Legge Sanità n. 158 (13 settembre 2012) nonché durante lo svolgimento delle attività sportive;
- è obbligatoria la presenza di un DAE sui mezzi deputati altrasporto sanitario e sanitario semplice soltanto per i soggetti che beneficiano dell’assegnazione delle predette apparecchiature, nei termini e con le modalità di cui al Decreto Ministeriale del 18 marzo 2011 (...);
- è fortemente raccomandata la presenza di un DAE nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie, pubbliche e private, accreditate o autorizzate, ove non sia già presente una risposta all’emergenza, strutturata o istituzionalizzata, che preveda l’impiego di un defibrillatore;
- è utile la presenza di un DAE nelle strutture, fisse e/o mobili, nell'ambito di istituzioni coinvolte nella gestione dell'ordine pubblico e dell'emergenza (...);
- è fortemente raccomandata la presenza di un DAE in ambienti ad elevata densità di popolazione (aeroporti, stazioni marittime, stazioni ferroviarie, metropolitane, stadi, ipermercati, centri commerciali, hotel, ecc.);
- è utile la presenza di un DAE in luoghi pubblici non rapidamente raggiungibili dal sistema di emergenza (p. es. treni, aerei, navi, imbarcazioni, ecc) (...);
- è obbligatoria la presenza di un DAE nei luoghi facenti parte di un progetto PAD strutturato e autorizzato (i PAD sono progetti di defibrillazione precoce semi-automatica);
- è utile la presenza di un DAE negli ambulatori delle strutture sanitarie (se non rapidamente ottenibile nella stessa struttura sanitaria) e nelle strutture ambulatoriali (studi medici, ambulatori dentistici, ambulatori delle ASL, ecc.);
- è accettabile la presenza di un DAE in ambito domiciliare, per quanto riguarda il domicilio di pazienti potenzialmente a rischio di morte cardiaca improvvisa, anche se non vi sono dati di letteratura a supporto di questa possibilità.
Tornando al documento dell’INAIL, segnaliamo i fattori lavorativi che contribuiscono ad aggravare le malattie cardiovascolari: ad esempio “il contatto con alcune sostanze (come il monossido di carbonio e il piombo), l’asfissia da inalazione di gas tossici, le condizioni lavorative stressanti, l’esposizione al caldo o al freddo estremi, lo sforzo fisico eccessivo”, ...
Esistono poi dei fattori di rischio professionali come l’elettrocuzione “che portano alla fibrillazione ventricolare e quindi all’arresto cardiaco”.
I luoghi di lavoro che prevedono l’utilizzo del DAE in caso di necessità, aumentano la sicurezza dei lavoratori: “il lavoratore può subire un attacco cardiaco improvviso durante l’orario di lavoro e, nel caso di fibrillazione ventricolare, l’unico intervento utile è la defibrillazione attraverso shock elettrico”.
E, come indicato anche dalla Regione Lombardia, è importanteincrementare la rete di accesso pubblico alla defibrillazione precoce. Ad esempio posizionando il DAE nei luoghi di transito e di permanenza di molte persone: “centri commerciali, grandi supermercati, aeroporti, stazioni, impianti sportivi, uffici aperti al pubblico, scuole”, ...
Concludiamo con alcuni consigliutili per “permettere l’intervento in economia e qualità” negli ambienti lavorativi:
- formare il personale addetto: “il percorso didattico specifico può essere facilmente integrato con i corsi di formazione per addetti al Primo Soccorso, obbligatori per legge, nei quali è previsto un modulo specifico per l’emergenza e la rianimazione cardiopolmonare (D.M. 388/03);
- rendere accessibile il DAE: il DAE può essere posizionato in qualsiasi luogo di lavoro, in maniera tale da garantire l’intervento entro 5 minuti”.
Riguardo ai luoghi di lavoro, il DAE è particolarmente consigliato:
- “nelle aree dove sono presenti apparecchi elettrici;
- nei luoghi di lavoro all’aperto, dove possono cadere fulmini o dove si lavora su linee elettriche;
- in zone isolate dove è più difficile far arrivare i soccorsi come impianti di perforazione, cantieri di costruzione, piattaforme marine ecc.;
- in luoghi di transito o permanenza di molte persone”.
Per garantire un accesso rapido, “è necessario che sia chiara a tutti, sia ai lavoratori che ai visitatori, la presenza di un defibrillatore”. Per questo motivo esiste un segnale universale del DAE che può essere combinato con frecce che indicano la presenza del più vicino apparecchio.
Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’INAIL, “ La defibrillazione precoce nei luoghi di lavoro”, factsheet, edizione 2012 (formato PDF, 865 kB).
Tiziano Menduto
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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