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Piu’ facile stabilire le origini dolose di un incendio
In caso di incendio, sia esso di un edificio o boschivo, la determinazione delle cause che lo hanno provocato non è sempre semplice.
Inoltre se le indagini sono compiute a distanza di mesi dall’incendio, seguendo la tecnica tradizionale basata sull'identificazione del piombo o dei componenti leggeri contenuti negli acceleranti della combustione, stabilirne le cause diviene impresa ardua.
Un nuovo metodo di analisi, sperimentato dai ricercatori del Servizio di Prevenzione e Protezione del CNR di Padova, potrebbe ora dare risposte più precise, facilitando l’individuazione degli incendi dolosi.
I ricercatori hanno infatti elaborato una nuova tecnica - basata sull'identificazione dei composti minori dei prodotti infiammabili.
Questa nuova tecnica, chiamata TCT-GC-MS, consente di risalire ai composti minori presenti nei liquidi infiammabili, permettendo di capire se nell’incendio vi sono sostanze che facilitano la combustione, quali benzina, gasolio o altro.
“La tecnologia che abbiamo elaborato – spiegano Rocco Rella e Alberto Sturaro, ricercatori del CNR di Padova – presenta numerosi vantaggi rispetto a quella consueta: i composti minori sono infatti numerosi e permettono quindi un'analisi più mirata delle reali cause dell’incendio; inoltre queste sostanze, a differenza del piombo, restano adsorbite ai residui carboniosi per parecchio tempo, rendendo possibile l’individuazione delle cause anche a distanza di mesi”.
L'analisi in laboratorio non richiede inoltre una grande quantità di campione residuo dell’incendio e neppure l’uso di solventi.
La metodica è consultabile qui, oppure qui.
Inoltre se le indagini sono compiute a distanza di mesi dall’incendio, seguendo la tecnica tradizionale basata sull'identificazione del piombo o dei componenti leggeri contenuti negli acceleranti della combustione, stabilirne le cause diviene impresa ardua.
Un nuovo metodo di analisi, sperimentato dai ricercatori del Servizio di Prevenzione e Protezione del CNR di Padova, potrebbe ora dare risposte più precise, facilitando l’individuazione degli incendi dolosi.
I ricercatori hanno infatti elaborato una nuova tecnica - basata sull'identificazione dei composti minori dei prodotti infiammabili.
Questa nuova tecnica, chiamata TCT-GC-MS, consente di risalire ai composti minori presenti nei liquidi infiammabili, permettendo di capire se nell’incendio vi sono sostanze che facilitano la combustione, quali benzina, gasolio o altro.
“La tecnologia che abbiamo elaborato – spiegano Rocco Rella e Alberto Sturaro, ricercatori del CNR di Padova – presenta numerosi vantaggi rispetto a quella consueta: i composti minori sono infatti numerosi e permettono quindi un'analisi più mirata delle reali cause dell’incendio; inoltre queste sostanze, a differenza del piombo, restano adsorbite ai residui carboniosi per parecchio tempo, rendendo possibile l’individuazione delle cause anche a distanza di mesi”.
L'analisi in laboratorio non richiede inoltre una grande quantità di campione residuo dell’incendio e neppure l’uso di solventi.
La metodica è consultabile qui, oppure qui.
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