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L’ABC degli incendi: l’utilizzo corretto di estintori e DPI

L’ABC degli incendi: l’utilizzo corretto di estintori e DPI
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Prevenzione incendi

13/02/2013

Indicazioni sull’uso dei più diffusi mezzi di protezione attiva antincendio e sull’uso delle attrezzature di protezione individuale. Le regole generali per l'utilizzo degli estintori, l’uso di più estintori, le maschere antigas e gli autorespiratori.

Ascoli Piceno, 13 Feb – L’efficacia degli estintori, i mezzi di primo intervento più utilizzati per spegnere i principi di incendio, dipende oltre che dal giusto abbinamento estintore/classe di fuoco anche da loro corretto utilizzo.
 
Per fornire alcune regole generali sull’utilizzo degli estintori e di alcuni dispositivi di protezione individuale riprendiamo il contenuto di alcuni documenti - relativi ad un corso per i  lavoratori incaricati dell’attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, evacuazione dei luoghi di lavoro e gestione delle emergenze (art. 37, comma 9 del D.Lgs. 81/2008) - pubblicati sul sito del  Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno.
 
In particolare la “terza parte del corso antincendio”, a cura dell’Ing. Mauro Malizia (Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno), affronta argomenti pratici con riferimento alle procedure da adottare in caso di incendio, alle esercitazioni pratiche e alle attrezzature di protezione individuale.
 
Rimandando i lettori alle immagini esplicative contenute nel documento, riportiamo brevemente alcune regole generali per l'utilizzo degli estintori:
- “qualunque sia l’estintore e contro qualunque fuoco l’intervento sia diretto è necessario attenersi alle istruzioni d’uso, verificando che l’estinguente sia adatto al tipo di fuoco”;
- “azionare l’estintore alla giusta distanza dalla fiamma per colpire il focolare con la massima efficacia del getto, compatibilmente con l’intensità del calore della fiamma”. Il documento ricorda che la distanza “può variare a seconda della lunghezza del getto, tra 3 e 10 metri. All’aperto è necessario operare a una distanza ridotta, in presenza di vento”;
- “operare a giusta distanza di sicurezza, esaminando quali potrebbero essere gli sviluppi dell’incendio ed il percorso di propagazione più probabile delle fiamme;
- dirigere il getto della  sostanza estinguente alla base delle fiamme;
- agire in progressione iniziando a dirigere il getto sulle fiamme più vicine per poi prosegui-re verso quelle più distanti;
- non attraversare con il getto le fiamme, nell’intento di aggredire il focolaio più esteso, ma agire progressivamente, cercando di spegnere le fiamme più vicine per aprirsi la strada per un’azione in profondità;
- durante l’erogazione muovere leggermente a ventaglio l’estintore. Può essere utile con alcune sostanze estinguenti a polvere per poter avanzare in profondità e aggredire da vicino il fuoco;
- non sprecare inutilmente sostanza estinguente, soprattutto con piccoli estintori;
- adottare, se consentito dal  tipo di estintore, un’erogazione intermittente; 
- in incendi di liquidi, operare in modo che il getto non causi proiezione del liquido che brucia al di fuori del recipiente; ciò potrebbe causare la propagazione dell’incendio;
- operare sempre sopra vento rispetto al focolare. Nel caso di incendio all’aperto in presenza di vento, operare sopra vento rispetto al fuoco, in modo che il getto di estinguente venga spinto verso la fiamma anziché essere deviato o disperso” (sopra vento: in direzione del vento; sottovento: in direzione contraria del vento);
- “spegnendo la fiamma di gas con estintore è necessario erogare il getto in modo che la sostanza estinguente segua la stessa direzione della fiamma. Non tagliare trasversalmente e non colpire di fronte la fiamma”. 
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Il documento si sofferma anche sull’eventuale intervento contemporaneo con due o più estintori.
 
L’azione coordinata di più estintori risulta in vari casi molto efficace. In particolare “si può avanzare in un’unica direzione mantenendo gli estintori affiancati a debita distanza”, ma si può anche “agire da diverse angolazioni. In tal caso si deve operare da posizioni che formino un angolo massimo di 90° in modo tale da non proiettare parti calde, fiamme o frammenti del materiale che brucia contro gli altri operatori”.
Inoltre bisogna fare attenzione “a non dirigere il getto contro le persone, anche se avvolte dalle fiamme in quanto l’azione delle sostanze estinguenti sul corpo umano specialmente su parti ustionate, potrebbe provocare conseguenze peggiori delle ustioni; in questo caso ricorrere all’acqua oppure avvolgere la persona con coperte o indumenti”.
 
Altreregole generali relative agli incendi: 
- “indossare i mezzi di protezione individuale prescritti (DPI); 
- non impiegare ascensori o altri mezzi meccanici per recarsi o scappare dal luogo dell’incendio;
- procedere verso il focolaio di incendio assumendo una posizione il più bassa possibile per sfuggire all’azione nociva dei fumi;
- prima di abbandonare il luogo dell’incendio verificare che il focolaio sia effettivamente spento e sia esclusa la possibilità di una riaccensione. Accertarsi che focolai nascosti o braci non siano capaci di reinnestarlo ed assicurarsi che non siano presenti gas o vapori tossici o asfissianti;
- abbandonare il luogo dell’incendio, in particolare se al chiuso, non appena possibile;
- controllare che le strutture portanti non siano lesionate. Per incendi di grosse proporzioni queste verifiche devono essere fatte da personale qualificato”.
 
Il documento riporta anche precise indicazioni relative ad alcune attrezzature di protezione individuale, le maschere antigas e gli autorespiratori.
 
In particolari le maschere antigas sono “utili per la protezione degli organi della respirazione in ambienti contaminati da gas o vapori nocivi. Provvedono, a mezzo di filtri di tipo adatto al tossico o gruppo di tossici dai quali occorre difendersi, a depurare l'aria inspirata trattenendo gli agenti nocivi o trasformandoli in sostanze non dannose all'organismo umano”.
La maschera è costituita di 2 parti collegabili fra loro:
- “maschera propriamente detta, che copre tutto il viso;
- filtro, contenente le sostanze atte alla depurazione dell'aria”.
Queste le limitazioni nell’impiego della maschera antigas:
- “l’aria purificata attraverso il filtro deve essere respirabile, ossia contenere non meno del 17% di ossigeno;
- la concentrazione dell'agente inquinante non deve essere superiore al 2% in quanto i filtri non sono idonei a neutralizzare tale quantità;
- ogni filtro è specifico per un solo agente (ad es. ossido di carbonio) o per una classe di agenti (ad es. vapori organici)”.
Si sottolinea insomma che la maschera antigas “non è un dispositivo di protezione universale che possa essere usato indiscriminatamente per la difesa da qualsiasi agente inquinante. La protezione a filtro è possibile solo quando si conosca esattamente la natura dell'inquinante e si disponga del filtro idoneo”. 
 
Dopo aver dato informazioni sui filtri antigas e riportato una tabella con le lettere e le colorazioni proposte dalla Norma DIN 3181, il documento ricorda che l'efficienza protettiva di un filtro cessa dopo un certo tempo d'uso, che “dipende da vari fattori, tra cui:
- la concentrazione del tossico nell'aria;
- la capacità del filtro;
- il regime respiratorio dell'utente;
- le condizioni ambientali (umidità, pressione, temperatura ecc.)”.
E comunque “risulta difficile stabilire esattamente la durata di un filtro”.
 
Concludiamo questa breve e non esaustiva presentazione con alcune informazioni relative agli autorespiratori, “apparecchi di respirazione costituiti da un’unita funzionale autonoma, portata dall'operatore che può quindi muoversi con completa liberta di movimenti”.
L’autorespiratore “è un mezzo protettivo più sicuro: isola completamente l'operatore dall'esterno. E è necessario impiegarlo nelle seguenti situazioni:
- tasso d'inquinamento atmosferico elevato;
- non si conosce la natura dell'inquinante;
- in tutti i casi in cui è dubbia l'efficacia dei dispositivi filtranti”.
 
 
Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno, “ Terza parte del corso antincendio - slide”, a cura dell’ Ing. Mauro Malizia - Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno, documento tratto da un corso per addetti antincendio e pubblicato sul sito del Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile (formato PDF, 2.37 MB).
 
 
RTM
 
 

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