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Un mare di…illegalita’

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Pesca e navigazione

28/07/2006

In aumento gli illeciti legati all’inquinamento e alla depurazione. Il rapporto “Mare Monstrum”.

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Diminuiscono in valore assoluto i reati a danno di mare e coste, ma nel contempo raddoppiano  quelli connessi all’inquinamento del mare.
Luci ed ombre del sistema costiero italiano sono state illustrate nel dossier annuale di Legambiente “Mare Monstrum 2006” sulle illegalità ambientali compiute in mare e lungo le coste.
 
Secondo il rapporto, realizzato con la collaborazione delle Forze dell’ordine e delle Capitanerie di Porto, nel corso del 2005 sono state accertate 16.036 infrazioni, con un decremento di oltre il 16% (nel 2004 erano 19.111).
La diminuzione complessiva degli illeciti è dovuta in particolare alla diminuzione della pesca di frodo e delle violazioni al codice della navigazione. Preoccupante è invece l’aumento degli illeciti legati alla depurazione e agli scarichi fognari che passano da 1.406 nel 2004 a 2.235 nel 2005.
L’abusivismo edilizio sul demanio, invece, rimane sostanzialmente invariato (3.359 infrazioni nel 2005 rispetto alle 3.379 nel 2004).

“Numeri da record e da brivido per quanto riguarda gli illeciti nel settore dell’inquinamento e della depurazione – afferma Legambiente - , raddoppiati rispetto all’anno scorso che lanciano un segnale inequivocabile: il nostro mare continua ad essere il deposito finale della maggior parte degli inquinanti utilizzati e prodotti in terraferma.”

La classifica regionale per valori assoluti vede la Sicilia mantenere anche quest’anno il primo posto, con 3.260 reati accertati (con una flessione del 13,83% rispetto ai 3.783 del 2004). La seguono la Campania con 2.574 infrazioni (-7,48% rispetto alle 2.782 delle scorso anno), e la Puglia, passata dalle 3.462 infrazioni del 2004 alle 2.375 del 2005.
Considerando invece le infrazioni accertate per chilometro di costa, la Campania conquista il primo posto della classifica  con 5,48 infrazioni per chilometro, seguita dal Veneto (4,67 infrazioni per chilometro) e dal Molise (4,12 reati per chilometro).
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