PNNR: il futuro dell'Italia dipende dal 5G?
Ci sono buone ragioni per ritenere che dallo sviluppo del 5G in modo pieno e completo, dipenda il futuro del paese, la sua capacità di essere competitivo nel mercato globale non soltanto per quello che riguarda l’infrastruttura delle telecomunicazioni (TLC) ma anche e soprattutto per quanto riguarda il sistema diffuso dei servizi della Pubblica Amministrazione (PA) e delle imprese, afferma Anna Ascani – Sottosegretario di Stato al Ministero dello sviluppo economico (MISE) in occasione della quarta edizione del 5G Italy 2021. La tecnologia 5G è stata inserita nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR perché in tale ambito è previsto un importante intervento dello Stato e quindi un supporto pubblico allo sviluppo di tale tecnologia.
L’interesse del Ministero verso questa tecnologia è dovuto alle caratteristiche peculiari del 5G che non è un 4G plus, nonostante alcuni lo immaginino sviluppato in tal senso, ma che è molto di più. Infatti il 5G è in grado garantire altissime velocità, bassissima latenza e la “ultrareliability” (URLLC – Ultra Reliable and Low Latency Communications) cioè l'ultra affidabilità e dunque la certezza che il messaggio/comando arrivi con un altissimo grado di affidabilità. Tutti caratteri abilitanti, questi, capaci di predisporre le condizioni per tutta una serie di tecnologie emergenti e non emergenti come l’intelligenza artificiale che non è una tecnologia nuova, ma che è una tecnologia particolarmente promettente e che fa leva sulle capacità del 5G - continua Anna Ascani.
Cosi come l’edge computing e la block chain che sono tutte tecnologie che attraverso il 5G possono essere attivate ed operare in svariati ambiti, favorendo quell’avanzamento tecnologico che altrimenti non sarebbe possibile ottenere. Il Ministero intende investire in tale tecnologia in maniera che il sistema produttivo italiano (beni e servizi) torni ad essere competitivo laddove lo era e che oggi sconta però un ritardo infrastrutturale. Sono stati pertanto stanziati 2 Mld di Euro per il piano che si chiama “ Piano Italia 5G” e l’iniziativa intende esercitare una spinta pubblica ad un mercato che fino ad ora non ha mai usufruito di questo sostegno economico.
Ampliare l’infrastruttura digitale
La mappatura con la quale il Ministero per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale (MITD) ha chiesto a tutti gli operatori del settore le loro prospettive d’investimento per il 4 e 5G nei territori fino al 2026 ha fatto emergere con evidenza come intere aree del nostro Paese, non solo non hanno copertura 5G, ma che non dispongono nemmeno del 4G e questa situazione impone la necessità di un forte intervento economico statale che faccia da volano per il dispiegamento di questa tecnologia in tempi abbastanza rapidi per accorciare le distanze con gli altri territori che già usufruiscono di tali servizi.
Alla luce dell’emergenza sanitaria, tutt’ora in corso, è emerso quanto pesi l’aspetto della indisponibilità delle infrastrutture digitali. Anche indipendentemente dall’emergenza sanitaria, se l’accesso alla infrastruttura informatica non viene garantito, sia dal punto di vista della banda larga, sia della fibra e sia della tecnologia 5G, non sarà possibile diminuire le distanze e le diseguaglianze nel nostro paese. In Italia, afferma – Ascani, non abbiamo solo un problema di offerta, di connettività, ma anche di domanda che si è reso evidente quando si è proceduto ad infrastrutturare le aree bianche del paese. E’ stato rilevato che anche laddove la connettività arriva, si è fatta fatica ad avviare una domanda che fosse in qualche modo all’altezza di questo tipo di offerta tecnologica.
Per questa ragione il MISE ha inserito nel PNRR il rinnovo dello strumento dei voucher per imprese e privati per le attivazioni delle nuove tecnologie dove disponibili.
Il settore industriale delle imprese sembra aver compreso l’importanza delle infrastrutture di connettività perché abilitanti per le molteplici opportunità di cui altrimenti non potrebbero usufruire.
Il Ministero, in accordo col Governo, sta seguendo con la massima attenzione come si sta sviluppando l’intero processo, perché si tratta di un’infrastruttura strategica e dunque fondamentale anche per le ricadute che può comportare sui livelli occupazionali dell’intero paese.
PNRR e 5G
Una parte importante del PNRR è dedicato alla transizione digitale per una quota pari al 27%. Questo perché il digitale permette maggiore crescita e produttività ma soprattutto uguaglianza ed inclusione sociale, afferma Camilla Sebastiani – Capo Segreteria tecnica del Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale (MITD). Il piano che il Ministero ha proposto è estremamente ambizioso e l’ispirazione viene dall’Europa, che con il Digital compass individua per il 2030 una serie di obiettivi.
Il Ministero propone di anticipare il raggiungimento di tali obiettivi al 2026.
In tal senso è previsto per la Pubblica Amministrazione (P.A.) l’adozione del “cloud”, per una quota pari al 75% entro il 2026. Ulteriori 6,7 Mld saranno impegnati sulle direttrici di sviluppo infrastrutturale e quindi reti ultraveloci ed altrettanti per quello che è la digitalizzazione della P.A. per un totale di 13,5 Mld. Quanto sopra con l’intento di portare complessivamente connessione a banda larga ed ultralarga sul 100% del territorio nazionale entro il 2026.
Il PNRR per quanto riguarda l'ambito del 5G predispone 5 piani: Piano Italia a 1 Giga; Piano Italia 5G; Piano scuola connessa; Piano sanità connessa; ed il Piano Collegamento isole minori. I piani che hanno un maggior impatto in termini di risorse sono il Piano Italia a 1 Giga ed il Piano Italia 5G. Il primo ha una dotazione di di circa 3,8 Mld di risorse ed il secondo poco più di 2 Mld. Nel primo piano l’obiettivo è quello di fornire connettività di almeno 1 Gigab/s in download e 200 Megab/s in upload. Tutte le aree che al 2026 non saranno coperte da reti private, spontaneamente dispiegate dagli operatori, in grado di fornire almeno 300 Megabite stabili in down-load vedranno iniziative con il supporto del Ministero. L’obiettivo del Ministero, quindi, è quello di fornire al 2026 la connettività in neutralità tecnologica a circa 6,2 milioni di utenti nelle zone del paese non coperte da reti private, favorendo la concorrenza e offrendo molteplicità di tecnologie come fibra e radio, intese come un sistema di trasmissione dati che prevede l'uso di una rete mista, formata in parte da una rete cablata in fibra ottica e in parte da una rete che sfrutta le frequenze radio (Fixed Wireless Access – FWA ) 5G.
Per quanto riguarda il Piano Italia 5G il Governo si pone l’obiettivo di mettere a disposizione l’infrastruttura abilitante, poi starà agli operatori, agli sviluppatori ed ai ricercatori portare i servizi su queste infrastrutture. Tutto questo sarà reso possibile incentivando e sviluppando sul territorio nazionale la diffusione delle reti mobili per soddisfare il fabbisogno di reti ad altissima capacità di servizi mobili innovativi. I piani rientrano sotto una verifica della Commissione europea dal punto di vista della disciplina degli aiuti di stato, per cui occorre giustificare con precisione i motivi per cui venga ritenuto ci siano territori a fallimento di mercato in alcune zone che giustifichino l’intervento.
Con il Piano Italia 5G è la prima volta che si interviene con un piano di finanziamento pubblico in un mercato che è quello delle telecomunicazioni mobili con un alto tasso di competitività. In questa direzione la Commissione europea ha invitato i portatori d’interesse a presentare osservazioni sulla proposta di revisione delle norme dell’Unione europea (UE) in materia di aiuti di stato per lo sviluppo di reti a banda larga (broadband).
Fonte: ARPAT
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Rispondi Autore: Valter Cidin - likes: 0 | 01/02/2022 (10:30:38) |
Buongiorno. Chiedo gentilmente quale sia lo stato dell'arte degli studi sugli effetti non termici delle frequenza 5G sul corpo umano. Ringrazio e porgo Distinti Saluti. |