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Rischio da posture e movimenti ripetitivi nel comparto florovivaistico

Rischio da posture e movimenti ripetitivi nel comparto florovivaistico
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Movimenti ripetitivi e sovraccarico

14/02/2014

Un intervento si sofferma sui disturbi dell’arto superiore e sui rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico con riferimento ad attività di confezionamento di rose. La valutazione del rischio da movimenti ripetitivi e le misure preventive.

Rischio da posture e movimenti ripetitivi nel comparto florovivaistico

Un intervento si sofferma sui disturbi dell’arto superiore e sui rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico con riferimento ad attività di confezionamento di rose. La valutazione del rischio da movimenti ripetitivi e le misure preventive.

Pistoia, 14 Feb – Continua la campagna informativa di PuntoSicuro sui rischi correlati ai  movimenti ripetitivi, sui  disturbi muscoli scheletrici e sulla necessaria valutazione dei rischi nelle aziende.

Ci soffermiamo in particolare oggi su un intervento presentato e pubblicato sul sito dell’ Azienda USL 3 di Pistoia, un intervento che affronta i problemi del comparto florovivaistico con particolare riferimento ai disturbi dell’arto superiore, raccolti nell’acronimo UL - WMSDs (Upper Limb-Work Related Muscolo Skeletal Disorders).
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Nel sito si ricorda in particolare che alla base dell’interesse per i WMSDs c’è l’elevata incidenza e “la convinzione che efficaci interventi ergonomici possano contribuire a una netta riduzione di tali disturbi e dei rilevanti costi ad essi associati, riconducibili non solo alle spese per l’assistenza sanitaria e previdenziale, ma anche alla mancata produzione, al rimpiazzo sul lavoro e alle richieste di danno biologico, a volte direttamente rivolte alle aziende”.
Inoltre si ricorda che le patologie da sovraccarico biomeccanico “diversamente dalle malattie professionali specifiche per le quali è riscontrabile una relazione causa effetto diretta tra un agente nocivo e malattia, sono state definite dal comitato degli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità come malattie multifattoriali nelle quali più di un fattore può essere causa di questi disturbi muscolo-scheletrici. Tali fattori possono essere lavorativi o avere un carattere individuale, anche se proporzionalmente hanno maggior peso i fattori lavorativi rispetto a quelli individuali. Tutti i fattori di rischio lavorativi e non, interagiscono tra loro a cascata promuovendo o alterando il benessere muscolo-scheletrico”.
 
L’intervento, dal titolo “Rischio da posture e movimenti ripetitivi: relative misure di prevenzione”, a cura di Sara Melani (Medico - Dipartimento Sanità Pubblica Sez. Medicina Del Lavoro - Università degli studi di Firenze), riporta a titolo esemplificativo i fattori di rischio dei disturbi UL – WMSDs:
- “lavorativi biomeccanici: movimenti articolari estremi; forza; ripetitività; postura; tempi recupero;
- lavorativi complementari: guanti inadeguati; strumenti vibranti; compressione localizzata; movimenti a strappo;
- extralavorativi: genere; età; traumi e fratture pregresse; patologie croniche; patologie metaboliche; attività hobbistiche; caratteristiche antropometriche”.
 
Inoltre si ricordano le più importanti e frequenti patologie muscolo-scheletriche dell’arto superiore associate al lavoro: “tendinite della spalla; epicondilite; tendinite mano/polso; sindrome del tunnel carpale; sindrome di De Quervain; dita a scatto”.
 
Si sottolinea poi sul sito l’importanza di accertare il rischio da movimenti ripetitivi, utilizzando “metodi di valutazione che permettano di stimare in maniera quali-quantitativa i fattori causali e diano, tramite un indice complessivo che tenga conto di ognuno di essi, l’entità del rischio nella lavorazione esaminata. Allo stesso tempo è importante per la prevenzione conoscere i fattori critici di maggior peso, sui quali un eventuale intervento possa ridurre in modo sostanziale il rischio”.
 
L’intervento fa riferimento alla valutazione del rischio da movimenti ripetitivi nel confezionamento di rose mediante l’applicazione della check list e dell’indice OCRA.
La valutazione del rischio è stata fatta in un’azienda a conduzione familiare ed è stato analizzato il ciclo lavorativo (confezionamento: scelta, formazione del mazzo, imbustatura; raccolta: taglio del fiore, deposizione del fiore).
In questo caso la giornata lavorativa “prevede 4 ore consecutive al mattino e 4 al pomeriggio di lavorazione del fiore reciso, intervallate da un’unica pausa lavorativa (pausa mensa). Nei periodi di maggior fioritura gli addetti eseguono anche attività di raccolta (1 ora al mattino ed 1 al pomeriggio), in tale giornata sono inserite ulteriori due pause lavorative di 8-10 minuti ciascuna”. E i fattori analizzati sono stati: “ripetitività, postura dei singoli distretti dell’arto superiore, forza, tempi di recupero, durata del compito, fattori complementari”.
 
I risultati della valutazione indicano un rischio “principalmente a carico dell’arto superiore destro che in particolare è risultato elevato nella giornata lavorativa in cui si esegue solo confezionamento e medio nella giornata in cui sono inserite due ore di raccolta delle rose. Per quanto riguarda l’arto superiore sinistro il rischio è risultato accettabile nella giornata di raccolta e confezionamento e molto lieve nella giornata di solo confezionamento. I distretti dell’arto superiore più sollecitati sono risultati il polso destro in cui prevalgono movimenti di flesso-estensione, le dita in cui per la maggior parte del tempo nel confezionemento viene mantenuta un presa in pinch e la spalla con movimenti di abduzione superiori ai 45°. Inoltre vi è l’utilizzo di guanti di misura non adeguata, di forbici da potatura non ergonomia che costringono a deviazioni ulnari del polso e movimenti a strappo nella fase di imbustatura”.
E’ stato poi ricalcolato il rischio con la check list “tenendo conto del fatto che la lavorazione presa in esame si effettua in 7 mesi all’anno, ciò ha portato ad una riduzione del rischio nella giornata di confezionamento passando da un livello elevato ad uno medio per l’arto superiore destro”.
 
Veniamo brevemente alle misure preventive.
 
Le misure proposte prevedono “l’introduzione di pause lavorative (intese anche come attività lavorative che comportano il riposo di gruppi muscolari altrimenti impegnati), l’utilizzo di guanti adeguati in misura e che proteggano dal rischio di lesioni dovute alla spine dello stelo, l’uso di forbici ergonomiche, supporti per la fase di formazione del mazzo e imbustatura e l’uso di elastici di misura inferiore che consentano di ridurre i movimenti del polso durante la loro apposizione”.
Inoltre misure preventive che “permetterebbero di abbattere il rischio da movimenti ripetitivi e ottimizzare i tempi in modo da poter aumentare la produttività sono rappresentati da macchinari che automatizzino alcune fasi della lavorazione ed in particolar modo la scelta del fiore e l’imbustatura”.
 
In definitiva, conclude Sara Melani, “esiste una buona correlazione tra rischio da movimenti ripetitivi evidenziato dalle viste mediche e quello emerso dalla valutazione del rischio”. E le misure di prevenzione proposte “mostrano soluzioni per la riduzione del rischio non necessitanti di un importante impegno economico da parte dell’azienda”.
 
 
 
“ Rischio da posture e movimenti ripetitivi: relative misure di prevenzione”, intervento a cura di Sara Melani - Medico - Dipartimento Sanità Pubblica Sez. Medicina Del Lavoro - Università degli studi di Firenze con riferimento alla “Prevenzione, igiene e sicurezza nel comparto florovivaistico” (formato PDF, 630 kB).
 
 
 
Tiziano Menduto
 
 

Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
 

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