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La biosicurezza nei laboratori

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Il rischio da agenti biologici rappresenta un problema nel settore sanitario. Si consideri, ad esempio, che ogni anno nove chirurghi dei diecimila presenti in Italia e cento infermieri professionali dei trecentomila totali contraggono l’epatite C lavorando. Il 78% dei contagi è dovuto a punture accidentali e a tagli con materiali infetti.

Un recente studio, pubblicato sul Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, ha focalizzato l’attenzione sull’esposizione ad agenti biologici per gli addetti ai laboratori clinici, diagnostici e di ricerca e sulle soluzioni proposte ed attuate al fine di contenere e controllare il rischio.

Riguardo alle cause delle infezioni occupazionali contratte in laboratorio, è evidenziato che gran parte degli incidenti verificatisi in laboratorio sono determinati dalla poca attenzione prestata dai lavoratori o dalla mancata applicazione di corrette procedure di sicurezza. Nei laboratori di analisi e di ricerca le principali vie di contaminazione includono l’inalazione, il contatto cutaneo in presenza di tagli, ferite, abrasioni ed il contatto oculare per schizzi accidentali; l’inoculazione parenterale a seguito di punture o tagli con oggetti acuminati e/o taglienti; meno usuale è l’ingestione involontaria di agenti patogeni.

Lo studio prende poi in considerazione alcuni degli aspetti che concorrono alla biosicurezza quali i riferimenti normativi, le linee guida, le buone prassi, i livelli di sicurezza in relazione alla classificazione dell’agente biologico ed al tipo di operazione effettuata, alcuni dispositivi di protezione collettiva ed individuale e la profilassi vaccinale.

In particolare nella Tabella VI sono illustrati esempi di tecniche di laboratorio sicure, cioè metodi da adottare per evitare gli incidenti più frequenti. Nella tabella VII sono invece indicate le buone prassi riguardo l’utilizzo di strumentazione in laboratorio.

Nel paragrafo relativo alla biosicurezza, sono descritti i livelli di sicurezza biologica; una tabella  (tabella VIII) riassume le principali caratteristiche progettuali, di attrezzature e procedurali legate a ciascun livello. La tabella IX dettaglia invece alcune indicazioni sull’utilizzo della cappa secondo le buone prassi di laboratorio.

Il testo dell’articolo è consultabile qui.
 
 
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