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Cefalea, turni e videoterminali

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Medico competente

16/02/2004

Uno studio ha preso in esame possibili correlazioni tra cefalee e attività lavorative.

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Nell’ultimo numero del 2003 del “Giornale italiano di medicina del lavoro ed ergonomia” è stato pubblicato un interessante studio che ha preso in esame i rapporti tra cefalea ed ambiente lavorativo, realizzato da ricercatori dell'Università di Pavia e dell'Università “La Sapienza” di Roma.


“La cefalea, essendo uno dei più comuni sintomi riscontrabili nella pratica medica, costituisce un peso rilevante sia per la società che per l’individuo che ne è affetto. Essa rappresenta comune causa di assenza dal lavoro e di ridotta resa produttiva, pertanto è evidente che indagarne la possibile correlazione con le condizioni lavorative rappresenta un motivo di crescente interesse per la ricerca scientifica.”
Inoltre studiare la prevalenza e la tipologia delle cefalee in determinati gruppi lavorativi è importante in quanto la cefalea è spesso il sintomo fondamentale e di esordio di molte sindromi da intossicazione cronica.
I fattori tossici lavorativi in grado di provocare cefalea sono: piombo, monossido di carbonio, nitrocomposti, derivati aromatici degli idrocarburi, esaclorociclopentadiene, diluenti e solventi, rumori, attrezzi vibranti.
Tuttavia vi sono difficoltà metodologiche nel realizzare uno studio epidemiologico sul rapporto cefalee-ambienti di lavoro. Lo studio presentato ha preso in esame un gruppo di dipendenti ospedalieri sottoposti a visita periodica di controllo, giudicando l’ambiente ospedaliero condizione di per sé predisponente all’insorgenza della cefalea per la forte influenza che esercita lo stress in tale ambito lavorativo.
Dalla ricerca è emerso che “le condizioni lavorative specifiche quali turnazione ed utilizzo di VDT possano giocare un ruolo non marginale nell’insorgenza della cefalea, anche se è possibile che molteplici fattori rischio professionale (chimico, fisico, biologico, ecc.) in genere aspecifici, possano concorrere alla sua insorgenza.”
I ricercatori hanno sottolineato la necessità di uno studio coordinato, focalizzato sull’ambiente di lavoro, per stabilire quale ruolo effettivo abbia l’ambito lavorativo sull’insorgenza della cefalea e quali conseguenze essa apporti all’efficienza lavorativa. Tale studio dovrebbe riguardare ogni aspetto, incluse le ore di lavoro perse, l’influenza dei fattori ambientali sui pazienti affetti da cefalea ed i problemi di ansia e di stress legati al lavoro.
“Le ricerche effettuate fino a questo punto non hanno evidenziato un fattore di rischio specifico, che esponga una determinata categoria di lavoratori ad un rischio maggiore di sviluppare cefalea.”


 


 

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