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Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Luoghi di lavoro

07/11/2000

La quarta sezione penale della Cassazione si pronuncia in merito al ricorso presentato dal titolare di una ditta appaltatrice, condannato in secondo grado a sei mesi per l'infortunio mortale di un artigiano.

La quarta sezione penale della Cassazione ha confermato la sentenza, pronunciata in Appello, che ha inflitto al titolare di un'impresa appaltatrice una condanna a sei mesi di reclusione per omicidio colposo, per la morte di un artigiano che stava effettuando dei lavori per conto della ditta.

L'infortunio mortale era avvenuto durante i lavori di restauro di una cappella funeraria; un artigiano, mentre si trovava sul tetto della struttura, era precipitato a terra, riportando ferite mortali.

Innanzi al Pretore, il titolare della impresa appaltatrice aveva sostenuto che, trattandosi di un lavoratore autonomo, ogni rischio ''doveva ricadere solamente su tale artigiano, sganciato da rapporto di lavoro di qualsiasi natura sotto il profilo della dipendenza''.
Il Pretore aveva accolto questa tesi, ed aveva assolto il titolare. Tale decisione e' stata pero' ribaltata dalla sentenza della Corte di Appello di Milano, che ha condannato il titolare dell'impresa a sei mesi di reclusione.

A nulla e' valso il ricorso presentato dal titolare, in quanto la Cassazione ha confermato sentenza.
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