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Una tabella con i fattori di rischio e le indicazioni per la prevenzione

Una tabella con i fattori di rischio e le indicazioni per la prevenzione
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Linee guida e buone prassi

11/11/2013

Dopo la raccolta e l’analisi degli infortuni bisogna impegnarsi a fornire tutte le informazioni utili alla prevenzione. Una tabella con i fattori di rischio rilevati e le azioni di prevenzione attuate o da proporre. A cura di Celestino Piz.

 
In relazione ai temi che saranno affrontati nel convegno “Gli infortuni sul lavoro e il Sistema Infor.MO: analisi delle cause e interventi di prevenzione", che si terrà a Roma il prossimo 20 novembre, Celestino Piz ha realizzato per PuntoSicuro, che sarà presente al convegno, un articolo. Il Referente di Infor.MO per il Coordinamento Tecnico Interregionale Prevenzione, nonché Direttore di Dipartimento di Prevenzione SPSAL-ULSS6, presenta i vantaggi per le aziende di Infor.MO., strumento di consultazione via web dei dati riguardanti gli infortuni mortali e gravi rilevati attraverso il Sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni mortali sul lavoro.
 
Premessa
Il progetto “Sbagliando Si Impara” (SSI), iniziato nel 2002, si basa sull’assunto che le indagini per infortunio svolte dai Servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro delle Asl rappresentano una fonte di informazioni preziosa per la ricostruzione delle cause e l’individuazione delle soluzioni.
Gli accordi nazionali tra Coordinamento delle Regioni – INAIL e ISPESL hanno permesso di realizzare il progetto e di dotarsi di un metodo unitario e condiviso di descrizione, analisi e classificazione degli eventi. La creazione di una rete nazionale tra tutti i Servizi ha consentito la diffusione del metodo e la raccolta dei dati a livello nazionale. Il progetto è stato successivamente fatto proprio dal CCM come monitoraggio degli infortuni gravi e mortali, e perfezionato nei piani triennali di attività in diverse regioni.
Il primo risultato è il consolidamento dei rapporti tra i diversi ENTI, ma l’obiettivo finale del nostro lavoro comune è la ricerca delle cause degli infortuni e dei possibili interventi preventivi associata alla diffusione dei risultati.
 
Questi i materiali a cui fare riferimento per il modello Infor.MO:
- manuale del modello "Sbagliando s'impara"- documento di approfondimento;
- linea guida alla compilazione della scheda per l’analisi degli infortuni sul lavoro - documento che spiega alcuni aspetti specifici della casistica.
 


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Dopo il raccolto la semina
Il sistema della prevenzione nei luoghi di lavoro deve ora impegnarsi afornire tutte le informazioni utili alla prevenzione, studiando e favorendo le migliori modalità per restituire e diffondere i risultati (fattori di rischio emersi - soluzioni tecniche e organizzative). Questo “ritorno” di informazioni dovrebbe realizzarsi verso:
- il Coordinamento delle Regioni e i responsabili dei Servizi di prevenzione perché le utilizzino nella pianificazione del lavoro;
- tutti gli operatori dei Servizi delle ASL che possono utilizzare il metodo anche per rendere omogenea la conduzione delle indagini sugli infortuni;
- l’INAIL per le diverse fasi d’intervento e d’iniziativa;
- le parti sociali, le imprese e la rete della prevenzione in generale per tutti gli interventi di prevenzione.
Infatti “i determinanti degli infortuni” possono essere individuati ancora nella fase “di rischio potenziale” e devono diventare un patrimonio da usare nell’attività quotidiana, di vigilanza ma anche di informazione ed assistenza, dunque sono terreno di confronto di tutti quelli che operano per la prevenzione nei luoghi di lavoro.
 
Su alcuni dei determinanti individuati sono iniziate da tempo campagne nazionali, regionali e locali per comparti produttivi, di cui si potrebbe incrementare il numero. Ad esempio, ai due progetti nazionali già in atto per i comparti edilizia ed agricoltura, ne potrebbero essere aggiunti altri come i trasporti e la logistica (in particolare per gli investimenti da mezzi e la caduta di gravi), il giardinaggio e la silvicoltura (soprattutto per l’ investimento da piante), la fornitura di calcestruzzo (specialmente per il contatto betoniera - fili elettrici), l’edilizia e l’agricoltura (per il rischio colpo di calore).
 
Si potrebbero, inoltre, realizzare interventi condivisi, diffusi ed omogenei su fattori di rischio specifici (macchine, attrezzature, strutture, tipi di lavorazioni, dinamiche suggestive ecc.)
 
La conoscenza dei determinanti (prossimi o remoti) può diventare un “repertorio comune” di facile utilizzo per la rete della prevenzione.
Ad essi ne vogliamo aggiungere due che sono emersi dalla elaborazione dei dati del sistema Infor.Mo:
- “essere estranei al lavoro”. Negli infortuni vengono coinvolti frequentemente semplici “spettatori” o visitatori d’aziende o cantieri. Da tale osservazione nasce l’idea che il primo cartello da far osservare sarebbe il trascurato, seppur onnipresente, “Vietato l’accesso ai non addetti ai lavori”;
- eseguire lavori che hanno una “variabilità di compiti” o sono “accessori” alla produzione vera e propria (ad es. la guida di mezzi all’interno delle aziende, la manutenzione, e altri assimilabili).
 
Nella tabella che segue riportiamo i dati di maggior rilievo emersi sino ad ora e sui quali le Regioni hanno prodotto apposite procedure e l’INAIL disegni ed animazioni in grado di fornire una percezione immediata dei problemi
 
Tabella sintetica dei principali fattori di rischio su cui organizzare la prevenzione
 
FATTORE DI RISCHIO RILEVATO
AZIONI ATTUATE O DA PROPORRE
Lavori in altezza e in particolare su tetti (cadute dall’alto)
 
Al progetto nazionale edilizia se ne sono aggiunti alcuni regionali (specifici peri i tetti). Valutare la possibilità di estenderli a livello nazionale.
 
Lavori su coperture di materiale non portante es. eternit (mancanza di adeguate opere provvisionali e di sistemi anticaduta). Elemento da non sottovalutare è il ricorso ai sub appalti e ad artigiani senza dipendenti.
 
Iniziative nei confronti di tutti gli interessati (lavoratori, aziende, coordinatori, parti sociali, popolazione in generale ecc)
Confronto tecnico (gruppo edilizia nazionale).
N.B. il problema riguarda direttamente anche le nuove figure introdotte con il 494 (committenti e coordinatori) e le ditte “autorizzate”.
Montaggio/smontaggio di ponteggi (cadute dall’alto)
Valorizzare i Piani di Montaggio Uso e Smontaggio (PIMUS) e i lavoratori che si specializzano in questa attività. Utilizzare questa norma perché le indicazioni di sicurezza diventino patrimonio di tutti i lavoratori che usano ponteggi.
 
 
Ambienti di lavoro e viabilità (scontri tra muletti, investimenti di persone ecc.)
Confronto e fornitura di indicazioni scritte (es. materiale divulgativo per la viabilità in azienda e la movimentazione delle merci)
 
 
Uso dei muletti con carichi “sospesi” alle forche, oppure con coils - rotoli “inforcati” ecc. Sono accaduti infortuni (gravi e/o mortali) per:
a)    carichi sospesi che oscillano (la persona che segue il carico vuole ridurre l’oscillazione ma viene colpita dal carico o dalle ruote, oppure il carrello si “impunta” o si ribalta per spostamento del baricentro)
b)    carichi “inforcati” (es. coils) che si sfilano dalle forche
Campagne informative per chiarire che se il carico è sospeso alle forche il carrello diventa “apparecchio di sollevamento” (con gli obblighi che ne derivano). L’utilizzo scorretto va quindi impedito
 
 
 
Uso di scale portatili
 
Varie pubblicazioni (ISPESL… COBIS).
Il D.Lgs 81/08 è chiaro. Gli artt. 111 e 113 indicano che l’utilizzo delle scale alla luce è possibile solo se non si possono utilizzare attrezzature più sicure.
Questionario che orienta l’analista per l’indagine infortunio, le aziende ma anche tutti gli utilizzatori di scale.
 
Link al documento “ Pillole di sicurezza: speciale scale”.
 
Carrelli elevatori usati per sollevare persone (in ceste addirittura vedute con “marchio CE” o autocostruite).
Anche i carrelli elevatori (come tutte le macchine e le attrezzature possono essere utilizzati solo per le lavorazioni e le attività per cui sono state progettate e costruite (non diventano “idonei” nemmeno apportando “correzioni”).
Il D. Lgs. 81/08 nell'allegato VI al punto 3.1.4 lascia aperta una possibilità interpretativa sulle modalità d'uso quando scrive ".....a titolo eccezionale possono essere utilizzate per il sollevamento di persone attrezzature non previste a tal fine...". 
La Commissione Consultiva Permanente ( nota del Min. Salute del 10.2.2011 prot. n° 15/SEGR/0003326) in merito al concetto di eccezionalità, di fatto ha limitato e quasi escluso la possibilità di sollevare persone e impedisce che un utilizzatore si munisca di cesta, perché così dimostrerebbe che sta predisponendone un uso deliberato e previsto. Per inciso, il noleggio di un mezzo omologato per il sollevamento di persone costa qualche decina di €/h.
 
 
Le ceste non sono una macchina e non devono essere marcate (parere ISPESL).
Solai o soppalchi adibiti a depositi privi di parapetto o con aperture non protette per il passaggio dei materiali (caduta di persone o materiali)
Chiarire queste due necessità preventive e diffondere
le figure che illustrano i dispositivi basculanti che
garantiscono in modo assoluto contro le cadute
dall’alto segregando i punti di carico.
 
 
Utilizzo prevedibile ma non corretto di attrezzature (es. satinatura – lucidatura manuale, con carta abrasiva, utilizzando il tornio parallelo)
Anche in questo caso macchine e attrezzature possono essere utilizzati solo per le lavorazioni e le attività per cui sono state progettate e costruite (il libretto di istruzioni e d’uso prevede eventuali altre possibilità).
Utilizzo di macchine operatici (es. macchine movimento terra in cui va valutata l’interferenza tra addetti, a terra, e macchine)
Confronto e fornitura di indicazioni scritte sulle corrette procedure (non trascurare la salita e la discesa dalle macchine).
 
 
Pulizia, manutenzione con la macchina in moto, di attrezzature con cilindri contrapposti accoppiati
Informare sui dispositivi “a sicurezza migliorata”
Lavori in vicinanza di linee elettriche
Confronto tra Servizi ed indicazioni scritte.
Taglio delle piante (giardinaggio e silvicoltura)
 
 
 
 
 
 
Nota bene: I link a cui si rimanda sono solo una parte di quelli esistenti, in particolare quelli conosciuti dall’autore. Potranno essere arricchiti nello sviluppo di  questo progetto.
 
 
 
Celestino Piz
Direttore di Dipartimento di Prevenzione SPSAL-ULSS6
Referente Infor.MO per il Coordinamento Tecnico Interregionale Prevenzione
 
 
 

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