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In Italia la citta’ sostenibile ideale…da costruire

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Nella nostra Italia è Belluno la città che, nel complesso, ha raggiunto il miglior risultato relativo alla qualità ambientale nell’ambito della classifica di Ecosistema Urbano 2008, ricerca annuale sui comuni capoluogo di provincia realizzata da Legambiente e dall’Istituto di Ricerche Ambiente Italia, con la collaborazione del Sole 24 Ore.

Pensando invece ad una Italia “ideale”, Legambiente assegna invece il primo premio alla città di “Belnomi”, città nella quale vengono sintetizzate le migliori performance ambientali delle città “reali”.
Una città che non c’è, ma che potrebbe esserci.“Basterebbe mettere insieme le migliori performance che già oggi si registrano qua e là in alcune realtà urbane.  – affermano i curatori della ricerca - Perché tra le politiche per la sostenibilità delle città italiane, qualche ottimo risultato si trova: l’estensione delle zone a traffico limitato di BErgamo (più di 40 metri quadrati per abitante), il verde urbano di Lucca (45 mq a testa), la gestione dei rifiuti di NOvara (che ricicla il 66,9% della spazzatura), l’offerta di trasporto pubblico a Milano, il basso inquinamento atmosferico di Isernia.”
 
Passando dall’ideale al reale, dalla ricerca emerge che vi sono esempi di buone politiche, ma che generalmente le buone pratiche restano fatti isolati: metà dei capoluoghi di provincia italiani presenta infatti livelli d’inquinamento allarmanti, il trasporto pubblico urbano è sottoutilizzato, la raccolta differenziata dei rifiuti solo al nord ha raggiunto standard accettabili.
 
“Che le politiche complessive di sostenibilità siano deboli  - affermano i curatori della ricerca - lo dimostrano i 125mila dati e i 125 parametri ambientali di Ecosistema Urbano, ma lo dimostra subito la stessa Belnomi. E’ vero che Isernia ha poco smog però è nello stesso tempo la città italiana che ricicla di meno. E’ evidente che Milano ha una delle migliori reti di trasporto pubblico, ma è tra le due o tre metropoli che soffoca per polveri sottili e altri inquinanti. Le Ztl di Bergamo sono quelle più estese d’Italia in relazione al numero di abitanti, ma la dotazione di verde è inferiore a quello standard urbanistico di 9 metri quadrati per abitante che solo 40 città su 103 oggi rispettano.”
 
Belluno vince senza primeggiare in nessuno degli indicatori e presentando anche risultati negativi in un paio di indici. Buone le prestazioni registrate relativamente ai rifiuti (es.raccolta differenziata), la città si piazza invece 61° nella nuova graduatoria relativa all’ozono. “Ma le ombre più evidenti tra le prestazioni bellunesi  - affermano i curatori della ricerca - sono le due mancate risposte: quella sulla percentuale di perdite della rete idrica [...] e quella sulla capacità di depurazione. Belluno è infatti l’unico capoluogo a non aver fornito il dato sulla percentuale di reflui depurati.”
 
Nella classifica generale, dopo Belluno troviamo Bergamo e Mantova, rispettivamente seconda e terza. Al quarto posto si classifica Livorno, quinta è Perugia e sesta Siena.
 
Migliora il posizionamento in classifica delle città del meridione. “Movimento riconducibile  - afferma Legambiente - però molto più al generale appiattimento delle performance ambientali che a una reale riduzione dello storico gap che invece continua a separare il sud dal nord del Paese. Sono insomma i capoluoghi del centro e del nord che collezionano prestazioni complessivamente più scadenti.”
Guardando il basso della classifica, il fanalino di coda è Ragusa che è preceduta nell’ordine da Oristano (100°), Frosinone (101°), Benevento (102°). La coda della graduatoria trova dunque quattro città di quattro differenti regioni del Paese e la novità è che non sono più solo regioni meridionali.

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Tra le performance migliori vi sono: le isole pedonali di Venezia (4,68 mq/ab) e il suo tasso di motorizzazione (42 auto circolanti ogni 100 abitanti), le piste ciclabili di Mantova (28,66 metri ogni 100 abitanti), la media annuale di biossido di azoto di Potenza (9,0 mg/mc), la scarsa dispersione della rete idrica di Viterbo (4%). E’ ancora Isernia la città che con 362,1 kg/ab/anno produce meno rifiuti urbani pro capite, mentre Agrigento ha i consumi domestici di acqua potabile pro capite più bassi (100,4 l/ab/gg) ma è vero anche che l’acqua corrente arriva nelle case in modo molto irregolare.
Sono 17 le città che depurano al 100% tra queste Aosta, Bolzano, Cosenza, Torino.
 
Le performance peggiori. Purtroppo ancora oggi è più facile trovare città invivibili, che producuno 884,2 kg di rifiuti per abitante all’anno come Massa, e come Isernia ne differenzia solo l’1,8%. Dove gli abitanti hanno meno di mezzo metro quadro a testa di verde urbano (Messina), nemmeno un centimetro di Ztl (Verbania, Crotone, Latina, Messina, Sassari e Vibo Valentia) né di piste ciclabili (19 capoluoghi tutti di centro sud esclusa Genova), nessuna isola pedonale (Viterbo, Bergamo, Frosinone, Rovigo, Trapani e Verbania) ma ben 193 auto per 100 abitanti come ad Aosta, una media annuale di Pm10  pari a quella di Torino (67,8 mg/mc) e il biossido di azoto di Massa (80 mg/mc). Dove la capacità di depurazione è pari allo 0% (Imperia), la dispersione della rete idrica al 70% (Cosenza) e ogni abitante consuma 263,5 litri di acqua potabile al giorno (Salerno).  
 
Qualità dell’aria, mobilità.  Per il biossido di azoto, in più della metà dei comuni (nel 55%, più che nello scorso anno), risultano superati i valori limite. Analogo il dato (e analogo il peggioramento rispetto allo scorso anno) anche per le polveri sottili, il PM10. In 40 centri urbani le polveri sottili superano i livelli di allarme per la salute.Il tasto più critico è infatti quello della mobilità. La densità di automobili della città italiane non ha pari in Europa. Il numero delle patenti in Italia e il numero dei mezzi a motore sono ormai quasi identici, e il tasso di motorizzazione torna a salire: 62 auto ogni 100 abitanti, contro le 61 dello scorso anno.
 
Trasporto pubblico. In media, da nessuna parte si conta almeno un viaggio quotidiano di andata e ritorno per abitante su bus, tram o metropolitane. Continuano ad aumentare le città di media e piccola dimensione nelle quali si prende l’autobus meno di una volta la settimana: sono 43 quest’anno, erano 41 nella passata edizione.
Energia. Nelle città italiane si concentra il 40% dei consumi energetici. Aumentano leggermente i consumi elettrici domestici: nel complesso salgono al sud e nelle isole, calano al centro e al nord. Aumentano i comuni che installano qualche impianto fotovoltaico (sono diventati 42 nel 2006) o qualche pannello solare (sono diventati 30).
 
Acqua.  I due quinti dei capoluoghi italiani perdono ancora più del 30% dell’acqua potabile immessa in rete, a causa di condutture colabrodo, vecchie e senza manutenzione. Alcune aree metropolitane – Firenze, Napoli, Palermo e Catania – non depurano almeno un terzo delle loro acque di fogna.
 
Rifiuti. Gli italiani buttano nei cassonetti 618 chili a testa di spazzatura ogni anno e solo 120 chili vengono riciclati e recuperati, mentre il grosso finisce ancora in discarica. Cresce la raccolta differenziata dei rifiuti (21,9% rispetto al 21,7% della scorsa edizione) nonostante l’emergenza monnezza caratterizzi 5 delle nostre regioni: in Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia, la discarica rimane l’unica soluzione. Raccogliere i rifiuti in maniera differenziata è pratica diffusa al centro nord, anche se passano da 3 a 5 i comuni del sud e delle isole che riescono a raggiungere almeno il 15% di raccolta differenziata (Macerata, Brindisi, Nuoro, Bari e Cosenza).


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