Le immagini dell’insicurezza: caduta dall’alto di materiali
Brescia, 13 Set - Anche oggi ci occupiamo di cantieri temporanei, ovvero quei luoghi di lavoro che hanno avuto una particolare attenzione a livello normativo in quanto luoghi di lavoro tra i più esposti a rischi di infortunio per i lavoratori. Ed ecco allora che il normatore ha previsto una serie di valutazioni aggiuntive e specifiche proprio per i cantieri, il riferimento chiaramente va al Titolo IV del D.Lgs. 81/2008 nel quale si identificano figure di riferimento aggiuntive rispetto ad altri ambiti e dettagli operativi più stringenti e definiti, tra i quali richiamiamo - a solo titolo di esempio - gli aspetti legati alle demolizioni, dove all’articolo 153 troviamo scritto:
Art. 153. Convogliamento del materiale di demolizione
1. Il materiale di demolizione non deve essere gettato dall'alto, ma deve essere trasportato oppure convogliato in appositi canali, il cui estremo inferiore non deve risultare ad altezza maggiore di due metri dal livello del piano di raccolta.
2. I canali suddetti devono essere costruiti in modo che ogni tronco imbocchi nel tronco successivo; gli eventuali raccordi devono essere adeguatamente rinforzati.
3. L'imboccatura superiore del canale deve essere realizzata in modo che non possano cadervi accidentalmente persone.
4. Ove sia costituito da elementi pesanti od ingombranti, il materiale di demolizione deve essere calato a terra con mezzi idonei.
5. Durante i lavori di demolizione si deve provvedere a ridurre il sollevamento della polvere, irrorando con acqua le murature ed i materiali di risulta.
Ed ecco che le immagini dell’insicurezza di SICURELLO.no di oggi ci mostrano un cantiere – in pieno centro di una città - dove quanto previsto dalla normativa viene allegramente ignorato.
Ma il rischio non è solo è legato dal “getto dall’alto” dei materiali demoliti, ma anche la procedura stessa risulta altamente pericolosa per i lavoratori presenti e per l’operatore addetto al mezzo di movimentazione del materiale demolito.
La totale assenza di parapetti su alcuni fori e l’assenza di un blocco fisico di ritenuta del mezzo d’opera, fa sì che il rischio di caduta nel vuoto si estenda anche a tutti gli addetti. Infatti nulla impedisce al minimezzo meccanico di cadere nel vuoto durante l’azione di scarico e tutto è lasciato all’abilità dell’operatore: non si è tenuto conto del rischio derivante da
- guasti meccanici,
- disattenzione,
- malore del manovratore,
- errata valutazione delle distanze rispetto al bordo del solaio,
- effetto dinamico del carico che viene sversato dall’alto.
E proprio rispetto al carico dinamico un'ulteriore riflessione va fatta riguardo alla portata dei solai, ci auguriamo che qualcuno abbia correttamente valutato i carichi - statici e dinamici - che il minimezzo trasmette al solaio su cui transita e manovra.
Parliamo ora della polvere, basterebbe poco per ridurne la propagazione: una bagnatura ed una procedura di lavoro differente. Ma forse quello della polvere, anche se il più visibile, è il problema minore di questo cantiere.
Geom. Stefano Farina, Consigliere Nazionale AiFOS
Fonte: SICURELLO.no : l’evidenza dei mancati infortuni
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