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Strategia europea per ridurre gli infortuni sul lavoro

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Lavoratori

23/02/2007

L’UE punta ad una riduzione del 25% entro il 2012. Maggiormente a rischio i lavoratori delle PMI.

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Miglioramento e semplificazione della legislazione, scambi di buone pratiche, migliore informazione e formazione, individuazione e valutazione dei possibili nuovi rischi, inclusione dei temi della salute e della sicurezza sul lavoro nelle  politiche europee dell'istruzione, della sanità pubblica e della ricerca.

Sono questi alcuni dei punti chiave della nuova strategia quinquennale dell'Unione europea per la salute e la sicurezza sul lavoro, adottata nei giorni scorsi.
Obiettivo dell’UE  è quello di ridurre di un quarto le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro entro il 2012, rafforzando i risultati ottenuti nello scorso quinquennio. I dati forniti nel corso della presentazione della nuova strategia mostrano tra il 2002 ed il 2004 una diminuzione del  17% degli infortuni mortali e del 20% di quelli che hanno come conseguenza un'assenza dal lavoro di tre giorni o più. I progressi variano però secondo i paesi, i settori, le imprese e le categorie di lavoratori.
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Il costo degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali non grava tuttavia in egual misura su tutti gli attori. L’UE stima che le perdite causate dalle assenze dal lavoro costano ai lavoratori europei circa un miliardo di euro all'anno. I datori di lavoro sopportano i costi delle indennità di malattia, della sostituzione dei lavoratori assenti  e della perdita di produttività, in molti casi non coperti dall'assicurazione.

"Le malattie professionali e gli infortuni sul lavoro rappresentano in Europa un grosso onere per lavoratori e datori di lavoro. In un anno si contano circa quattro milioni di infortuni sul lavoro, che sotto il profilo economico rappresentano un costo enorme per l'economia europea. Una quota considerevole di tale costo ricade sui sistemi di previdenza sociale e sulle finanze pubbliche", ha dichiarato il commissario europeo Vladimír Špidla "Il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori è di capitale importanza per la politica europea a favore della crescita e dell'occupazione. Migliorare la produttività e la qualità del lavoro significa dare impulso alla crescita e alla competitività dell'Europa."

Particolarmente esposte al rischio sono risultate le piccole e medie imprese, in cui si verificano l'82% delle lesioni professionali e il 90% degli infortuni mortali sul lavoro. I settori della costruzione, dell'agricoltura, dei trasporti e della sanità  sono quelli che presentano il rischio più elevato di infortuni sul lavoro; i giovani, gli immigrati, gli anziani, i lavoratori che prestano la loro attività in condizioni precarie sono le categorie più fortemente colpite.
Sono in aumento le malattie specifiche, comprese le patologie muscoloscheletriche  – lombalgie, dolori articolari, lesioni indotte da stress fisici ripetuti – e le patologie causate da stress psicologici.
Ricordiamo, a tale riguardo che, proprio la prevenzione delle malattie muscoloscheletriche sarà dedicata la Settimana europea 2007 per la salute e la sicurezza sul lavoro.

La strategia per il periodo 2007-2012 si articola in una serie di azioni a livello europeo e nazionale nei seguenti campi:
- miglioramento e semplificazione della legislazione in vigore e rafforzamento della sua applicazione nella pratica mediante strumenti non vincolanti (scambi di buone pratiche, campagne di sensibilizzazione, migliore informazione e formazione);
- definizione e attuazione di strategie nazionali adattate alla situazione specifica di ciascuno Stato membro, dirette ai settori e alle imprese maggiormente interessati e finalizzate a obiettivi nazionali di riduzione degli infortuni e delle malattie professionali;
- inclusione dei temi della salute e della sicurezza sul lavoro nelle altre politiche europee (istruzione, sanità pubblica, ricerca) e perseguimento di nuove sinergie;
- individuazione e valutazione dei possibili nuovi rischi mediante la ricerca, lo scambio di conoscenze e l'applicazione pratica dei risultati.


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