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Rapporti Regionali Inail 2007: infortuni soprattutto nelle piccole aziende

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Lavoratori

25/11/2008

Regione Veneto: in aumento gli incidenti su strada e quelli che riguardano i lavoratori immigrati, ma il settore più pericoloso resta quello delle costruzioni. L’INAIL Veneto propone una mappatura del rischio di infortunio.

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Parlare dei dati relativi agli infortuni sul lavoro in Veneto significa addentrarsi nel cuore del produttivo Nord-Est, alla scoperta di una regione ricca di realtà imprenditoriali di varie forme e dimensioni, che non sono, però, indenni dalla crisi economica che sta interessando il nostro Paese. Il viaggio nel Veneto che lavora lo fa ogni anno l'INAIL, che ha presentato il 14 novembre a Venezia il suo Rapporto regionale 2007.
 

 
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Dai dati emerge che in Veneto si muore di più nelle piccole aziende. Spesso incaricate tramite subappalti ottenuti al massimo ribasso, queste realtà fanno lavorare soprattutto cittadini immigrati in condizioni di sicurezza di frequente non a norma. Su 117 morti bianche nel 2006, infatti, ben 60 sono avvenute all'interno di imprese con un massimo di 15 addetti. Le costruzioni restano il settore più a rischio, ma rappresentano anche il comparto in cui si è verificato il maggior decremento di casi, con una flessione del -8,1%. A distanza di un anno si è passati da 11.919 a 10.950 infortuni.  Significativo anche il numero di incidenti che si verificano nell'industria dei metalli (8.867) e nel commercio (8.120).  
 
In generale gli infortuni totali registrati in Veneto nel 2007 sono stati 109.915, contro i 113.438 dell'anno precedente. Il numero dei decessi è invece variato di poco: dai 117 del 2006 si è passati a 116 nel 2007, per un solo caso in meno. Da gennaio ad agosto 2008, invece, gli incidenti contati sono stati 69.717, con 66 morti bianche (nello stesso periodo del 2007 i casi erano 74.535 e 80 i decessi). Il dato aggiornato al 10 novembre 2008 vede, invece, 82 casi mortali. Tra le province la più colpita è Verona, seguita da Padova e Treviso, mentre un capitolo a parte è quello delle malattie professionali: lo scorso anno ne sono state denunciate 1.877, di cui 585 riconosciute dall'Istituto (nel 2006 invece erano 1.850 le dichiarate e 605 le riconosciute).
 
Nel complesso, rispetto all'andamento infortunistico della regione nel 2007, restano due aspetti problematici. La prima criticità è rappresentata dalla presenza dei lavoratori immigrati, il cui numero di infortuni è in crescita. Nel 2006, infatti, gli incidenti relativi a questa categoria di lavoratori erano 22.504, mentre nel 2007 sono 23.986. Il settore maggiormente interessato è quello dell'industria e dei servizi, in cui si verifica quasi la totalità degli incidenti. In totale nel 2007 hanno perso la vita sul posto di lavoro 23 persone straniere. Il secondo punto critico è quello che viene definito "il rischio su strada", ovvero l'elevato numero di infortuni che avvengono negli spostamenti, lungo le strade venete: il 15% del totale degli incidenti avviene in queste circostanze, con 61 morti nel 2007.
 
In occasione della presentazione del rapporto infortunistico a Venezia è stata proposta una mappatura del rischio di infortunio, da realizzare attraverso parametri come il settore di attività e gli orari e i giorni in cui il tasso di incidentalità è maggiore. La proposta è stata lanciata dal direttore regionale dell'INAIL-Veneto Pietro Paone: "Si potrebbero riconvertire gli ispettori di vigilanza all'elaborazione delle mappe di rischio e alla prevenzione, lasciando all'Inps l'attività di monitoraggio e analisi del lavoro nero", ha detto Paone rivolgendosi al Presidente/Commissario straordinario dell'INAIL Marco Fabio Sartori. "Noi vorremmo lanciare in Veneto questa sperimentazione che sarebbe a costo zero, dal momento che non si tratta di trovare nuove risorse, ma di riconvertire quelle che già abbiamo". Secondo Paone si dovrebbe, in sostanza, lavorare sulla prevenzione e la formazione, cercando di non disperdere energie in attività condivise con altre realtà come l'Inps.
 
Sartori, dal canto suo, ha ribadito la necessità di una cultura della prevenzione senza la quale poco potrebbe realmente cambiare all'interno dei posti di lavoro. "Vogliamo creare una sinergia con imprese e lavoratori per un salto di qualità culturale che ci consenta di abbassare ulteriormente il numero degli incidenti e delle morti bianche. Un dato da tenere in grande considerazione in un sistema competitivo e sociale evoluto come è il nostro", ha detto il presidente dell'INAIL. "Un atlante degli infortuni comparto per comparto, con dati comparati tra le varie zone del territorio è già in fase di realizzazione da parte della Regione Veneto, mentre l'Inps regionale predisporrà per il prossimo anno l'invio telematico per la certificazione delle malattie da parte del medico curante".
 
 
 
 
Fonte: INAIL.


 
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