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Rapporti Regionali Inail 2007: in Campania in calo infortuni e occupati

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Lavoratori

16/12/2008

Regione Campania: gli incidenti sono stati 30.109, quasi 2mila in meno rispetto all'anno precedente. Ma il dato è solo in apparenza positivo, visto l'incremento della disoccupazione e il proliferare del sommerso.

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Scende in Campania il numero degli infortuni sul lavoro. Ma scende anche il numero degli occupati a fronte di un mondo del sommerso molto ampio e difficile da monitorare. Sono numeri in chiaroscuro quelli presentati, il 20 ottobre a Napoli, nell'ambito del Rapporto regionale 2007 INAIL Campania. Lo scorso anno stati denunciati a livello locale 30.109 incidenti - 70 dei quali mortali -, l'84,69% concentrato nel settore industria e servizi. Rispetto al 2006 la flessione è stata di 1.967 casi: il 5,9% in meno, dunque, una percentuale nettamente superiore alla media nazionale (1,7%). "Un dato che  potrebbe sembrare positivo ma che così non è", sottolinea il direttore regionale dell'INAIL Campania Luigi Matarese, "visto che va posto in relazione al numero di occupati - in diminuzione rispetto all'anno precedente - e all'alto tasso di lavoratori in nero, i cui infortuni non vengono denunciati". Ancora, gli ispettori INAIL campani nel 2007 hanno controllato 3.093 aziende: di queste 2.579 sono risultate irregolari.
 
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In Campania nel 2007 sono stati rilevati 70 infortuni mortali in gran parte concentrati tra Napoli, Salerno e Caserta. La provincia di Napoli in particolare registra il 37% del totale con i suoi 26 casi, seguono Salerno con 20 e Caserta con 16. Discorso a parte per gli infortuni in itinere e quelli provocati dalla circolazione di autoveicoli, entrambi in aumento rispetto al 2006. In particolare nel 2007 sono stati registrati in Campania 3286 infortuni sulla strada, l'11,8% dei quali nei settori agricoltura/industria e servizi. Va precisato, inoltre, che proprio 23 infortuni mortali su 70 sono da ricondurre proprio a incidenti stradali occorsi in occasione di lavoro e 12 a infortuni in itinere. Negli ultimi tre anni il settore di attività a maggiore rischio di incidenti è stato quello della lavorazione dei metalli, con un indice di frequenza infortunistica (61,95) quasi doppio rispetto all'industria e ai servizi. L'estrazione di minerali, invece, risulta essere il comparto a maggior rischio di morte (3,7 casi ogni 10mila addetti). Nell'ambito degli incidenti gravi (tali cioè da provocare invalidità) troviamo al primo posto le costruzioni (4,46 infortuni per ogni 1000 addetti). In questo settore si registra anche il più alto numero di cadute dall'alto o per scivolamento e inciampamento. In Campania, infine, su un totale di 171mila occupati in edilizia sono stati 2.667 gli infortuni denunciati. Sono 1.030, invece, le malattie professionali registrate.
 
"La tutela della salute e della sicurezza nell'ambiente di lavoro, la prevenzione e la gestione dei rischi sono tutti elementi che devono essere condivisi dalle imprese e dai lavoratori mediante una solida campagna di prevenzione e di alfabetizzazione culturale, che va al di là della cristallizzazione in legge e dell'inasprimento delle sanzioni", ha aggiunto Matarese. Il direttore campano ha espresso, così, l'invito a non relativizzare numeri in apparenza confortanti, ma soprattutto a non abbassare la guardia in merito ai provvedimenti da assumere. Un invito, quest'ultimo, raccolto anche dal governo. "Noi, proprio come l'INAIL, non ci fermiamo di fronte al dato positivo, anche se dà segnali di miglioramento su un settore così importante e strategico", ha commentato Pasquale Viespoli, sottosegretario al Lavoro. "Proprio per questo abbiamo dato vita al piano straordinario che deve investire tutti gli aspetti della sicurezza ad iniziare dalla diffusione di una cultura della sicurezza e della comunicazione nella scuola con l'obiettivo di fare più formazione e informazione. Su questo credo che a breve si sbloccheranno diverse situazioni a cominciare dall'utilizzo di 50 milioni di euro pei i quali abbiamo già effettuato il riparto e l'impostazione. Ora bisogna passare alla conferenza Stato-Regioni: solo così possiamo iniziare a dare corpo al piano straordinario. È evidente - ha concluso il sottosegretario - che ci troviamo di fronte ad un fenomeno che richiama tutti ad una completa responsabilità. Il problema da affrontare allora è quella della costruzione di una grande campagna di promozione e prevenzione".
 
 
 
 
 
Fonte: Inail.



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