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Prepensionati per l'amianto
La legge consente, a tutti coloro che hanno lavorato a contatto con l'amianto, di usufruire di benefici previdenziali.
L'art. 13, comma 8, della legge 27 marzo 1992, n. 257 (Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto), come modificato dall'art. 1, comma 1, del decreto-legge 5 giugno 1993, n. 169 (Disposizioni urgenti per i lavoratori del settore dell'amianto), convertito, con modificazioni, nella legge 4 agosto 1993, n. 271 prevede infatti , "per i lavoratori che siano stati esposti all'amianto per un periodo superiore a dieci anni", che "l'intero periodo lavorativo soggetto all'assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali derivanti dall'esposizione all'amianto, gestita dall'INAIL", sia "moltiplicato, ai fini delle prestazioni pensionistiche, per il coefficiente di 1,5".
In una acciaieria di Bergamo nel corso di quest'anno il fatto che ben 300 dipendenti su 2500 avessero diritto al prepensionamento in virtu' della legge sull'amianto rischiava di creare problemi non solo a livello produttivo, ma anche a livello di sicurezza.
I lavoratori in questione, tra i quali il 50% degli addetti del settore della manutenzione, sono infatti quelli con maggiore esperienza.
I sindacati e l'impresa hanno pertanto stipulato un accordo che prevede l'inserimento di 150 giovani in contratto di formazione lavoro, l'utilizzo di imprese esterne per lavorazioni delicate ed il ricorso al lavoro interinale.
Si stima che ci vorranno almeno due anni per formare il personale addetto alla manutenzione e per ricostituire l'organizzazione del lavoro nelle aree produttive.
L'art. 13, comma 8, della legge 27 marzo 1992, n. 257 (Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto), come modificato dall'art. 1, comma 1, del decreto-legge 5 giugno 1993, n. 169 (Disposizioni urgenti per i lavoratori del settore dell'amianto), convertito, con modificazioni, nella legge 4 agosto 1993, n. 271 prevede infatti , "per i lavoratori che siano stati esposti all'amianto per un periodo superiore a dieci anni", che "l'intero periodo lavorativo soggetto all'assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali derivanti dall'esposizione all'amianto, gestita dall'INAIL", sia "moltiplicato, ai fini delle prestazioni pensionistiche, per il coefficiente di 1,5".
In una acciaieria di Bergamo nel corso di quest'anno il fatto che ben 300 dipendenti su 2500 avessero diritto al prepensionamento in virtu' della legge sull'amianto rischiava di creare problemi non solo a livello produttivo, ma anche a livello di sicurezza.
I lavoratori in questione, tra i quali il 50% degli addetti del settore della manutenzione, sono infatti quelli con maggiore esperienza.
I sindacati e l'impresa hanno pertanto stipulato un accordo che prevede l'inserimento di 150 giovani in contratto di formazione lavoro, l'utilizzo di imprese esterne per lavorazioni delicate ed il ricorso al lavoro interinale.
Si stima che ci vorranno almeno due anni per formare il personale addetto alla manutenzione e per ricostituire l'organizzazione del lavoro nelle aree produttive.
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