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Imparare dagli errori: movimentazioni di blocchi di marmo e granito

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Imparare dagli errori

07/10/2008

Esempi tratti dall’archivio Ispesl Infor.mo.: gli incidenti nel settore lapideo dovuti a imbracature inidonee, a misure di prevenzione insufficienti e a procedure di lavoro errate.

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Con l’idea che gli esempi di incidenti possano essere più immediati ed efficaci nel sensibilizzarci sui rischi nei luoghi di lavoro, proseguiamo con la nostra rubrica “Imparare dagli errori” prendendo spunto da INFOR.MO., uno strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio contenuti nell'archivio del sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
 
 
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Avendo recentemente pubblicato un articolo sulla prevenzione nel settore lapideo, abbiamo raccolto alcune brevi schede di INFOR.MO., relative ad incidenti in aziende che operano nell'estrazione e lavorazione di marmi e graniti.
 
Nella prima scheda risulta che “da un blocco di marmo erano state tagliate con monolama 5 lastre” e un lavoratore aveva, “tramite apposita leva, distanziato la prima lastra per caricarla sul camion tramite la gru”.
Ad un certo punto questo lavoratore ne chiamava un secondo per aiutarlo ad imbracare la lastra. Ma mentre il secondo lavoratore si avvicinava “dalla prima lastra si staccava un pezzo di marmo delle dimensioni di h 175 cm, larghezza 15 cm, e lunghezza 165 cm” che lo ha colpito violentemente “facendolo cadere all’indietro”.
La morte è avvenuta a causa del forte colpo.
 
Se tra i fattori che hanno modulato il rischio c’è l’avvicinamento del secondo lavoratore con una probabile insufficiente valutazione del rischio di caduta, i fattori determinanti sono il sistema di imbracatura inidoneo e la presenza di una crepa sulla lastra di marmo appena tagliata.
 
Nella seconda scheda invece un camionista afferma di “essere arrivato presso il piazzale dell’azienda, aver parcheggiato il camion, aver allentato le catene che trattenevano le lastre di granito”.
“A quel punto l’infortunato ha imbracato le lastre con le funi pendenti dal gancio della gru”: ha “sollevato il pacco di lastre e lo ha portato presso il supporto predestinato (cavalletta) che si trovava all’esterno del portone d’entrata”.
L’autista, mentre usciva dal capannone, ha visto la cavalletta alzarsi ed il pacco di lastre investire l’infortunato.
È probabile che l’infortunato abbia “traslato la gru scordandosi di sganciare le funi di imbracatura e questo ha permesso alla cavalletta di uscire dai pioli di supporto e al pacco di lastre di investire l’infortunato”.
 
Ricordiamo che - come indicato in un documento pubblicato in relazione al convegno AIAS sulla sicurezza del settore lapideo - le operazioni di movimentazione dei blocchi di marmo o granito comportano diversi rischi:
- “schiacciamento causato da caduta o oscillazione dei blocchi in fase di movimentazione;
- scivolamento causato da possibili detriti sulla pavimentazione;
- urti e schiacciamenti causati da caduta di frammenti di materiale dall’alto o dalla caduta del blocco per rottura delle funi di imbracatura;
- lesioni alle mani e al corpo causate dal possibile sfregamento con le funi in acciaio durante l’imbracatura del blocco;
- possibili cadute da scala durante la salita o la discesa dall’alto;
- urti contro automezzi in movimento;
- schiacciamento di mani o piedi durante il posizionamento di zeppe di appoggio dei blocchi.
 
 
 
Tiziano Menduto



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