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UN DEFIBRILLATORE IN OGNI AZIENDA

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sicurezza delle persone

12/12/2005

“Dovrebbero diventare diffusi quanto gli estintori”. Dalla polizia di Stato il punto sulla situazione e sui vantaggi dell’utilizzo dei defibrillatori per il soccorso in caso di arresto cardiaco.

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Forse in molti tendono ad allontanare il pensiero dell’eventualità di un arresto cardiaco, ma è utile ricordare che il personale di una squadra di primo soccorso aziendale, se dotato di defibrillatore semi-automatico ed intervenendo in tempi utili su una persona vittima di problemi cardiaci, può contribuire ad incrementare la percentuale di sopravvivenza fino al 70% rispetto ad interventi senza tale apparecchio (vedere anche PuntoSicuro n. 1012).

 

“Dovrebbero diventare diffusi quanto gli estintori” (i defibrillatori semiautomatici esterni - ndr), questa la perentoria affermazione di Giovanni Spinella, il medico-presidente di Conacuore, la struttura che rappresenta il coordinamento nazionale delle associazioni del cuore, ospitata nelle pagine del sito della Polizia di Stato che predisposto una serie di approfondimenti per presentare la situazione e i vantaggi dell’utilizzo dei defibrillatori per il soccorso in caso di arresto cardiaco.

  

Il defibrillatore è l’unico strumento che permette di combattere efficacemente il fattore tempo: ogni minuto in più trascorso dall’evento rappresenta il 10% in meno delle possibilità che il paziente ha di farcela. Realisticamente, come si può pensare che in un contesto caotico come quello che viviamo nelle città italiane, il servizio 118 venga informato di una crisi cardiaca e intervenga con un’ambulanza dotata di defibrillatore nell’arco di 5, massimo 10 minuti, compreso l’intervento sul paziente? Solo una circostanza fortuita o casuale potrebbe rendere possibile un soccorso tempestivo. Intervento invece possibile se in azienda è disponibile un defibrillatore ed una serie di addetti preparati.


(nella foto il defibrillatore semi-automaticoHS1 distribuito in Italia da Mega Italia Media)

E non deve neanche spaventare l’addestramento del personale: sempre nel sito della Polizia è riportata la testimonianza di un agente di Piacenza in servizio al Reparto volanti*: "All’inizio ero preoccupato che nel turno di servizio mi sarei dovuto occupare anche di eventuali emergenze sanitarie, ma poi – continua il poliziotto – ti rendi conto che quando la centrale operativa chiede un intervento 'codice blu' l'unico pensiero è arrivare il più presto possibile. Nelle fasi salienti l'agitazione e la concitazione è tanta, ma altrettanta la determinazione di portare a termine il soccorso. E se ti capita, come è capitato a me, che l’operazione si concluda positivamente in un caso di un uomo di 39 anni, la sensazione che si prova è di appagamento, soddisfazione, quasi di esaltazione".

 

“Questo strumento evoca sempre la vita, non la morte, – afferma con veemenza il direttore centrale di Sanità della Polizia di Stato Giuseppe Mantineo – ricordiamocelo sempre!".

 

* Da qualche anno è attivo il progetto "Cuore – codice blu", promosso dal servizio sanitario della Polizia di Stato, che in collaborazione con l’Irc (Italian resuscitation council), con l’associazione Conacuore e con le strutture sanitarie locali ha formato alcune migliaia di poliziotti alla rianimazione cardio-polmonare attraverso l’uso dei defibrillatori presenti a bordo delle volanti.

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