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Efficienza lavorativa e illuminazione nel lavoro con videoterminali

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Luoghi di lavoro

03/04/2008

Alcuni studi mettono in relazione l’efficacia delle prestazioni lavorative con i bassi o gli altri rapporti di luminanza.

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Sul numero 3 (vol. XXIX) del Giornale di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, disponibile on line, del Centro Studi Fondazione Maugeri, sono presenti numerosi contributi alla prevenzione dei rischi lavorativi.
Uno di questi si occupa di un tema forse un po’ trascurato in questi anni nella tutela della sicurezza e salute sui posti di lavoro: l’illuminazione.
L'illuminazione artificiale e naturale sono in realtà molto importanti per la qualità del lavoro e condizioni sfavorevoli di illuminazione possono causare diverse tipologie di disturbi oculo-visivi.
 
Proprio questo aspetto è al centro dell’intervento “Efficienza lavorativa e condizioni illuminotecniche: studio sperimentale” di D. Grosso, P. Zambelli, M. Di Bisceglie, B. Piccoli (Dipartimento di Medicina del Lavoro - IRCCS Fondazione Ospedale Maggiore, Mangiagalli e Regina Elena), P. Troiano (Dipartimento di Oculistica), A. Bellini (ASL Città di Milano) e A. Bergamaschi (Istituto di Medicina del Lavoro - Università Cattolica del Sacro Cuore).
 
In questo studio sono stati selezionati 32 soggetti volontari - “non affetti da gravi patologie oftalmiche degenerative, né da alterazioni della refrazione e della motilità oculare” – sottoposti a delle attività con uso di videoterminali in condizioni sperimentali monitorate.
 
Obiettivo dello studio è la “valutazione degli effetti prodotti sull’efficienza lavorativa da condizioni illuminotecniche caratterizzate da illuminamenti “a norma”, ma in presenza di elevati o bassi rapporti di luminanze”.
La luminanza esprime il rapporto fra l'intensità emessa in una certa direzione e l'estensione della superficie emittente ed è indicativa dell'abbagliamento che può indurre una sorgente. Ad esempio una piccola lampada ha maggiore luminanza di una lampada più grande di pari intensità.
 
È nel “campo visivo professionale”, il piccolo campo visivo di un operatore d’ufficio che lavora in una posizione fissa per diverse ore giornaliere, che – secondo questo studio - vanno ricercate ed eliminate tutte quelle situazioni illuminotecniche da cui possono provenire elementi di disagio”.
 
La ricerca parte con una fase di selezione e addestramento dei soggetti composta da verifiche delle capacità d’uso del computer e da visite oftalmiche. l soggetti idonei devono essere privi di “patologie oftalmiche importanti” e avere “un’adeguata conoscenza nell’uso del PC”.


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Nelle indagini sperimentali, condotte presso il laboratorio di Ergoftalmologia del Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’Università di Milano, i soggetti sono stati sottoposti a due sessioni di lavoro con compiti diversi e mediante un programma informatizzato specifico. Le differenze tra la prima e la seconda sessione erano dipendenti dalla diversa situazione illuminotecnica con elevati o bassi rapporti di luminanza.
 
L’analisi dei dati emersi ha permesso di concludere che le condizioni illuminotecniche con elevati rapporti di luminanza hanno causato una diminuzione dell’efficacia delle prestazioni (diminuzione complessiva dell’efficienza, aumento del numero degli errori e dei tempi dei esecuzione). Diminuzione che non si invece è verificata nelle situazioni con bassi rapporti di luminanza.
 
Riguardo alla “sintomatologia astenopica”, cioè ai diversi sintomi di affaticamento degli occhi, “non si sono invece evidenziate significative differenze”, anche in relazione all’intensità dell’impegno visivo di entrambe le sessioni.
 
Efficienza lavorativa e condizioni illuminotecniche: studio sperimentale” (formato PDF 4,67 MB; il documento contiene altre ricerche: si veda a pag. 256-258).
 
Tiziano Menduto


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